giovedì 19 marzo 2015
Lo so, lo so… Settimana scorsa vi sarete chiesti “ma
che fine ha fatto la pazza depressa che recensisce questa serie meravigliosa? Sarà
mica morta a causa dei suoi feels distrutti?”
E invece no, miei cari svergognati, eccomi qui, viva
e vegeta. Sono stata qualche giorno a Londra, a rilassarmi e a godere delle
bellezze che questa città offre (mamma, i
londinesi sono proprio il top) e non ho potuto parlare con voi dell’episodio.
Ma non disperate: se settimana scorsa vi ho abbandonati, oggi ne avrete fin
troppo di me, perché questa sarà una doppia
recensione!
E lo so che sto già scrivendo, ma ancora devo
decidere come strutturarla: faccio un discorso generale che abbraccia entrambi
gli episodi o ne analizzo uno per volta?
Va bene, apriamo le danze. A differenza delle scorse
recensioni, in cui lasciavo lo sclero sui Gallavich alla fine, questa settimana
inizio proprio da Ian che, dopo le 72 ore di ricovero, lascia l’ospedale con
questa diagnosi: “disturbo bipolare di tipo 1, mania in fase acuta con
caratteri psicotici”. Il problema è che il ragazzo si oppone alla diagnosi e i
suoi familiari devono tenerlo d’occhio, soprattutto devono controllare che
prenda le medicine. Compito in cui falliscono, visto che il ragazzo le getta
nel bagno alla prima occasione. Sta male, le medicine lo intontiscono e il
continuo paragone con Monica non lo fa stare meglio. Lui non pensa di essere
malato, crede solo di aver fatto un’idiozia, come Fiona fece a suo tempo con
Liam, e ha pagato per l’errore fatto. Vuole semplicemente voltare pagina.
Ma in tutto questo, Mickey non c’è. Non è andato a
prenderlo all’ospedale, non è andato a trovarlo a casa, non ha risposto al
cellulare, e Ian crede che si stia allontanando a causa della malattia. Ma
non è così, Mickey è semplicemente spaventato, perché si trova ad affrontare
una cosa a lui ignota e non sa da dove iniziare. Perché questa è una malattia
che spaventa, non sai mai cosa potrà accadere e gestirla è davvero difficile. Così
pensa di mandare tutto a quel paese, di respingere la malattia bevendo e
alienandosi dal resto del mondo, come se in questo modo il disturbo bipolare di
Ian potesse scomparire. Ma il discorso di Debbie (che è stata super dolce in
tutti i suoi strambi tentativi di procurarsi le medicine per il fratello) sul
fatto che l’alcool non allontana le persone, gli fa aprire gli occhi e, così, si
presenta a casa Gallagher e si stende vicino al suo amore.
Inutile dire che ero, come al solito, in una valle di
lacrime: il modo in cui Mickey guarda e coccola Ian, come si stringe un
qualcosa di prezioso che vuoi proteggere ad ogni costo, e come questo stringe
il braccio di Mickey, proprio a voler essere protetto e non lasciato solo…
Questi due sono la perfezione, non smetterò mai di
dirlo, ma… Ebbene sì, c’è un ma. Questa quinta stagione ci
sta mostrando il cambiamento di Mickey, il suo rapportarsi a Ian e il suo modo
di amarlo nonostante tutto; ci sta regalando tantissime scene che tolgono il
fiato (e dieci anni di vita), ma io
voglio un cazzo di limone, uno come quello della 4x08 per intenderci. Che poi chiedere un limone è tanto, visto che a
malapena ricordo l’ultima volta che Ian e Mickey hanno parlato. Stanno insieme
sì, ma non si dicono una cazzo di parola. Vivono insieme e non limonano,
figuriamoci se fanno sesso. Questa cosa per me è inconcepibile, quale coppia
non si salta addosso? Io sono una che apprezza gli sguardi, e tra loro ce ne
sono mooooolti, ma qualche atto fisico, di tanto in tanto, non guasterebbe.
Passiamo adesso a Fiona e Lip, i due Gallagher che
tanto ho criticato in questa stagione. In questi due episodi li ho apprezzati e
parecchio; stavo iniziando a perdere le speranze. Fiona è incasinata con
Gus, ma non ci pensa due volte sul fatto di tornare a casa per stare vicina al
fratello, perché “Family comes first”; per non parlare di tutte le preoccupazioni
per Carl (finito nei guai con la legge, ma ne parliamo dopo).
Per quanto riguarda Lip, proprio in occasione della 5x07 mi domandavo che fine avesse fatto il ragazzo che tanto amavo e sostenevo, ma che adesso vedevo lontano. Le risposte sono arrivate, finalmente: è sempre stato lì, soltanto era esausto. Esausto perché vorrebbe sostenere i fratelli, essere presente, ma la sua presenza sarebbe inutile, perché (come per il discorso su Mickey) la malattia di Ian è problematica. Lui l’ha già vissuto con Monica e sa che non è possibile dare aiuto concreto e, anche se si sente in colpa e vorrebbe essere a casa, l’unica cosa che può fare è continuare l’università per assicurare un futuro migliore agli altri fratelli. Ne ho dette di tutti i colori a questo ragazzo e lui se ne esce con questo discorso strappalacrime, beh, potete linciarmi e dire “te l’avevo detto”, me lo merito. Ma ero troppo accecata dalla rabbia, perché non riuscivo a capacitarmi del fatto che lui, sempre dedito alla sua famiglia, si fosse allontanato per un motivo apparentemente egoistico. E invece eccolo lì, che cerca di sostenere i suoi fratelli facendo quello che gli riesce meglio, usare il suo super cervello e studiare.
Quindi non può rischiare di perdere questa occasione,
deve trovare alla svelta i soldi per poter pagare la retta. Decide così di
chiamare Kevin e fare quello che facevano col carretto dei gelati, spacciare. Purtroppo i soldi racimolati
non bastano e la fine sembra vicina, finché non arriva un benefattore che fa un
prestito a Lip. Quest’uomo è un certo Nick Wilter che, laureatosi alla stessa
università, ha messo su un business che lo ha fatto diventare ricco; ma anche
lui da studente ebbe problemi finanziari: messo al corrente della situazione di
Lip dal tipo che si occupa delle rette universitarie, ha deciso di dargli una
mano. Tutto questo mette Lip sull’attenti: lui non è abituato a questi gesti (esistono veramente sti benefattori? E perché
io non ne conosco nemmeno uno, maremma…), sa che nessuno fa nulla senza
essere ricambiato, ma questo forse cambierà il suo modo di vedere le altre
persone.
Plus, ho semplicemente adorato la sua scena con Ian.
A mio parere il loro è uno dei rapporti più belli dello show: le loro
chiacchierate nel furgoncino, il loro essere complici in tutto, il loro
spalleggiarsi… mi mancava tutto questo. Quando Ian ammette che c’è qualcosa che
non va in lui, Lip è lì a dirgli che andrà tutto bene perché “you
got this”, perché Ian è forte e saprà affrontare tutto questo, perché lui
gli è vicino e lo sosterrà. Vi prego, regalatemi altri loro momenti, ne ho
bisogno, non posso andare avanti a rewatch.
Non commento, invece, la liaison con la sua
professoressa, perché sinceramente non la trovo molto significativa come cosa.
Ok, è una bella donna, fossi uomo vorrei farmela anche io, e sicuramente Lip
non sarà il primo studente con cui va… Ma c’è altro? Per adesso non lo vedo.
Anzi, la cosa mi fa solo innervosire perché il prof che amo non si comporta come
lei, ma questa è un’altra storia.
Ecco, me sa che o divento schietta o glie devo fa un disegnino al mio prof |
Prima di passare al vero protagonista di questi due
episodi, volevo dire due cose su Kev e V. So che non parlo mai
molto di loro, ma davvero non c’è stato molto da dire, sono in crisi e hanno
deciso di stare lontani per un po’. Solo che mi spezza il cuore vederli così e
vedere i loro tentativi di andare avanti, tentativi che falliscono miseramente,
visto che loro sono meant to be. L’appuntamento
di Veronica con la sua vecchia fiamma Eddie Murphy e tutte le studentesse che
Kev si fa al college servono solo a far capire loro quanto davvero si amano e
che sono fortunati ad aversi. Che devono affrontare questa crisi insieme.
Verità che capiscono anche da discorsi che vengono da
esterni li aiutano: Svetlana fa capire a Veronica che, dopo la nascita di un
figlio, non tutti cambiano e diventano responsabili, quindi, anche se lei non è
cambiata, è fortunata ad avere Kevin e che non deve odiarlo per essersi
responsabilizzato.
Ma adesso passiamo a lui, il pazzo della famiglia, Carl. Come ben sappiamo, il ragazzo è
sempre stato uno scapestrato la cui unica gioia veniva dal bullizzare gli altri,
e quest’anno si è dato parecchio da fare per crearsi un’immagine da duro.
Inizia così a spacciare e, dopo un inizio un po’ difficile, arriva il primo
compito importante: portare un carico di eroina in Michigan.
E fino a qui tutto bene, finché non chiede a Frank di
accompagnarlo. Lo sappiamo, di Frank non ci possiamo mai fidare e sappiamo anche
che le sue idee nascondono sempre qualcosa: papà Gallagher, che vuole liberarsi
di Sammi a tutti i costi, convince Carl a mettere l’eroina sul piccolo Chuckie, perché è così tenero che
nessuno sospetterebbe di lui, per poi chiamare la polizia per far beccare i
ragazzi. Ed ecco che si scatena il finimondo: Carl scappa, Chuckie viene preso,
Sammi si fa venire un attacco isterico e fa arrestare anche Carl.
Prima del processo, ovviamente c’è l’incontro con gli
avvocati: l’avvocato del panzerotto gioca la carta del QI, basso per un ragazzino
della sua età, mentre quello di Carl vuole puntare sul fatto che quella sia la
sua prima condanna. E mentre il panzerotto finisce in riformatorio con una pena
minima, Carl si becca la massima (un anno), perché non segue il piano. Lui ci
vuole andare in carcere, perché solo lì può imparare tutto quello che a lui
interessa, lui è così. E prima o poi sarebbe successo, questo lo dobbiamo
mettere in conto. Se poi pensiamo al fatto che ha già degli amici per non aver
fatto il nome del suo boss, possiamo stare tranquilli: per dirla alla V “lui dirigerà quel posto”.
Ora io voglio dire una cosa: Sammi mi sta sulle
palle, la prenderei a mazzate e in questi due episodi è stata proprio una
cessa, ma da un lato la giustifico. Lei ha a cuore solo il benessere di suo figlio,
un bimbo talmente dolce, innocuo e ingenuo, per cui il carcere non sarebbe un
luogo adatto e sicuro. E anche tutti i consigli che dà al bambino, per quanto
scandalosi possano sembrare, sono un tentativo che fa per proteggerlo. Più che
altro aspetto il momento in cui Fiona la mandi via di casa a calci nel sedere, perché, cantanto Carl, ha fatto un torto alla sua famiglia.
Credo sia finalmente giunto il momento di lasciarci, anche perché sì, ci sono state tante scene con Frank e la dottoressa molto divertenti, in cui Frank mi è anche garbato, facendo provare alla dottoressa, che ha appena scoperto di avere il cancro, tutto quello che lei non aveva mai fatto, tutto quello a cui aveva rinunciato per la carriera. Ma non è la prima volta che vediamo Frank sereno: quando trova qualcuno da cui scroccare, è sempre di ottima compagnia ;)
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Antonietta
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