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giovedì 7 gennaio 2016


Elementare, Watson.
Salve a tutti, care e cari Sherlockians, eccomi pronto per recensire una puntata assurda della nostra amata serie TV: Sherlock.



Abbiamo atteso questa puntata come il Natale, come la venuta di un Messia, abbiamo atteso, abbiamo pregato tutti insieme, ci siamo svegliati nel bel mezzo della notte sudati al solo pensiero che presto, i nostri Holmes e Watson, sarebbero tornati.
E ragazzi miei, e se il buon vecchio Lessing disse che "l'attesa del piacere è essa stessa il piacere", ah non ci penso nemmeno, è stata una tortura aspettare!
Ma mai tanta attesa fu ricompensata in tale modo.


Abbiamo avuto anticipazioni, fonti, news, spoiler (ahinoi) quindi sapevamo. Diciamo che ci siamo
lasciati nel lontano 2014 con il breve esilio di Sherlock.
E se, tornassimo un po' indietro nel tempo... magari nell'800? 
Esattamente la Londra dell'800 sarà il palcoscenico sul quale si esibiranno i nostri meravigliosi Benedict Cumberbatch e Martin Freeman (quanto dannatamente ci sono mancate le loro voci?).
L'inizio della puntata è quello che tutti noi ormai conosciamo, tuttavia esse sia arricchisce ogni volta di nuovi particolari, e forse il fatto di non trovarci più in epoca moderna avalla ancora di più questo aspetto.


Il nostro buon John Watson è di rientro dalla guerra a causa delle gravi ferite riportate, si ritrova a Londra, culla dei disadattati, della plebe, degli sconfitti, dei delusi, degli sprovveduti. E adesso anche lui è uno di loro, un uomo che non ha una strada da seguire, senza meta, senza amici, in poche parole un uomo solo. Un uomo solo a Londra.
Tuttavia nelle strade della City, Watson viene fermato da un suo ex-collega nell'esercito. John dopo avergli raccontato la sua vita senza rivelare troppi particolari all'uomo, viene invitato da quest'ultimo a conoscere un uomo che magari poteva aiutarlo, o quantomeno, poteva dividere l'appartamento con lui.
Ovviamente sapete di chi sto parlando.
Troviamo un affascinante Sherlock ovviamente diverso da quello che abbiamo conosciuto nelle passate stagioni: dove sono i capelli perennemente sconvolti? Lo troviamo a tratti più duro, più freddo, a volte assurdamente misantropo. Lo troviamo con la pipa, con il deerstalker. Più sicuro, ancora più infime ma esatte le sue disamine.
Probabilmente lo conosciamo realmente com'è, come Doyle lo ha sempre concepito.
E allora? Finalmente possiamo di nuovo ammirare una delle porte più famosi al mondo. Sherlock e Watson vengono catapultati in avanti nel tempo, dove notiamo che il loro rapporto si è già da tempo consolidato. I due sono di rientro da un caso appena risolto, e dalle parole della meravigliosa Mrs. Hudson, i due passano davvero poco tempo nella loro umile dimora. Ma c'è un perché a tutto, no?
È il problema di signorotti di campagna che vengono smembrati. Sono notoriamente difficili da programmare.

Lo troviamo forse anche più ironico, di quel genere macabro che solo un personaggio come Sherlock potrebbe avere la maestria di adoperare, che sotto la voce di Benedict diventa musica per le orecchie.
Procedendo con la narrazione vediamo come John si cali, almeno inizialmente, anche nei panni di narratore onnisciente. Watson sceglie per noi "lettori" la storia apparentemente più appetibile: "non troppo delicata, non troppo recente". Non può qui non narrarci la storia of "The Abominable Bride".
Allora ritorniamo indietro nel tempo.
Nel salotto al 221 B di Baker Street vi è una donna incappucciata, un cliente.
Ecco che inizia la velocissima ed accurata analisi psicologica e fisica di Sherlock che comprende che
WAT.
Sì, la pover donna sente la mancanza dell'amato marito che vive più che con il suo partner che con lei. Ho sottolineato l'aspetto della velocità di analisi. Ebbe sì, è qualcosa di nuovo rispetto alla "serie moderna", tanto che a volte riuscivo a comprendere la frase all'ultimo secondo.
sotto quel velo nero non può non esserci che Mary Watson.

A rompere questo delicato ed intimo quadro familiare è però Lestrade (cielo misericordioso, così quella barba!)
L'uomo ha una brutta notizia, e sembra piuttosto scossa (come al solito, direi), tanto che Sherlock avverte la sua paura:
La paura è la saggezza, di fronte al pericolo.

L'ispettore allora passa a raccontare l'accaduto, il crimine. La narrazione è affascinante, si tratta di un innovativo modo di vedere la scena, utilizzando una grafica eccezionale. Uscire dalla narrazione per
entrarci completamente dentro; da questi piccoli particolare si evince che è un film da cinema, assolutamente.
Pallida come la morte. La bocca sembrava una ferita purpurea.
Stiamo parlando del caso Emilia Ricoletti, donna che si è tolta la vita facendosi scoppiare il cervello puntandosi una revolver in bocca. Un apparente suicidio, che non smuove dalla voglia di partecipare all'evento Holmes. Tuttavia Lestrade è preoccupato per un altro motivo. Nella stessa notte, a Limehouse, i marito Thomas RiColetti è stato assassinato. Ma da chi?
Bhe, dalla deceduta moglie Emilia.
E credo proprio che Sherlock avesse ragione: "Finché morte non ci separi."



Un caso assurdo, o, come lo hanno definito Watson, Mary e Sherlock: straordinario, impossibile, superbo.
Caso degno di Sherlock Holmes, in poche parole. Quest'ultimo insieme al fido John, si mette in cammino in direzione dell'obitorio, mentre Mary è improvvisamente desiderata "dall'Inghilterra", la stessa Mary, ma con toni più dolci, più pacati e con un pizzico in meno di mistero.
All'obitorio c'è ad ospitarli il Dottor Hooper. Sì, non fate altre domande.
John e Sherlock si domandano, vedendo il cadavere, che tra l'altro è stato immobilizzato con catene, chi possa aver commesso l'omicidio.
Scartata l'idea della gemella, l'ipotesi della sorella segreta ("Progettato prima della nascita. Aveva una sorella previdente.") e affermato che Emilia Ricoletti era morta e non poteva trovarsi in due luoghi simultaneamente, ecco che Sherlock si trova davanti ad un vicolo cieco.
Ma l'indagine è appena iniziata, e i sospetti fanno infittire ancora di più la storia. Infatti la dottores- ah scusate, il Dottor Hooper afferma che il sangue sul dito della donna non fosse presente fino a pochi attimi prima dell'arrivo dei due. Sherlock nota sul muro dell'obitorio una scritta rosso sangue.


Ebbene prima di andare via Watson chiede un'autopsia completa del corpo della donna e, i tiene a sottolineare una cosa:
Cosa si fa pur di vivere in questo mondo di uomini.
Ovviamente il nostro Dottere non è altro che Molly Hooper. Tenete a bada questa citazione di John perché rivelerà essere la chiave della storia.
Passano i mesi e sembra che la situazione non si sblocchi, mentre le donne, le mogli si ribellano e uccidono i loro consorti.
Intanto però qualcuno sembra richiedere la presenza di Sherlock e  John.
Mycroft Holmes, elementare.
Prima di incontrarlo però non posso ASSOLUTAMENTE esimermi da postare la scena più divertente che quel distruggi-sogni di Moffat potesse mai inventare.


Dimenticate il modo in cui l'avete riconosciuto, è un uomo che ha subito l'impatta devastante delle vacanze natalizie, dei cenoni, dei panettoni, dellw trecentonovantaquattro bottiglie di spumante stappate.
Tuttavia, come Sherlcok, questa versione di Mycroft è ancora più fedele a quello ideato da Doyle, più intelligente del fratello, più capace, anche più arguto ma molto più pigro e grasso (direi).
L'uomo propone un altro caso al fratello (che non ha ancora accantonato l'Abominevole Sposa).
Gatiss comunque è l'unico Mycroft che io possa concepire, ha un'arte, una maestrina nell'interpretare questo personaggio davvero unica. Si cala nel nei panni in maniera eccellente, come disegnato apposta per lui. E si vede.
Mycroft è bravo da istillare a suo fratello il tarlo della curiosità e così accetta il caso. Tuttavia dice di averlo già risolto e che si tratta do una guerra che l'Inghilterra ha già perso.
I due fratelli Holmes però hanno anche l'occasione per scambiare due battute su Moriarty. L'uomo è morto, precipitato dalle cascate di Reichenbach, tuttavia il corpo non fu mai trovato. Si infittisce anche questo particolare, che avremo il modo di degustare e sfatare successivamente.
Ebbene, ecco allora che la signoria Luisa si presenta al 221 B di Baker Street per raccontare
l'agghiacciante storia di cui è stata protagonista.
La donna narra che pochi giorni addietro fu recapitata un'ambigua busta a suo marito, Eustace
La busta conteneva semi d'arancia, e sebbene lei in un primo momento ridicolizzò questo accaduto, suo marito ebbe modo di spaventarsi, e non poco. L'uomo disse alla donna che era una minaccia di morte, ma non volle dalle tanta importanza e decise di dimenticarla.
La donna proseguendo nel suo racconto afferma che suo marito avesse visto una figura femminile nel loro giardino e la sera della nuova comparsa di quest'ultima, Luisa si precipitò anch'essa con il marito ed ebbe modo di constatare che le paure del marito erano realmente fondate: la donna, bianca e cadaverica lo aveva minacciato di morte e il delitto si sarebbe concluso la notte di quello stesso giorno.
Sherlock e John decidono quindi di essere di guardia quella notte e di stanare quella che doveva ovviamente essere Emilia Ricoletti, l'abominevole sposa.
Nell'attesa dell'inesorabile arrivo della sposa assassina, J&S hanno la possibilità di confidarsi, di essere meno colleghi e più amici, o meglio, John cerca di essere più aperto e tenta (fortunatamente non invano) di far schiudere quella cassaforte che è la mente e il cuore di Holmes.
Sono le ombre che definiscono tutti i nostri giorni di sole.
Ebbene, da questa frase si evince il perché dell'atteggiamento di Sherlock, caratterizzato a volte, se non il più delle volte, più da ombre che da luci.
È quella di Sherlock una delle personalità più ambigue del panorama cinematografico e letterario, e non basterebbero una o centro recensioni per analizzarla, ma una cosa è certa: Benedict Cumberbatch è un maestro. Riesce ad esplicitare tantissimi stati d'animo nello stesso momento.
E se l'ammirazione per Irene Adler resta solo ammirazione non possiamo però credere a una frase detta proprio dal nostro amato investigatore:
Provo repulsione per ogni tipo di sentimento
Potrebbe mai essere vero?
O perché forse non credo nella misantropia, ma un atteggiamento così fermo corre in antitesi per dei sentimenti (appunto) che lo legano indissolubilmente al suo intimo amico, John.
Per non parlare di un archetipo di affetto provato per suo fratello Mycroft.
Scherlock è un uomo, non una macchina, e anche una persona che può essere ininfluente per la sua vita come Lestrade o Mrs. Hudson o la Hooper non possono essere considerate nullità perché si ha il cervello enigmatico di Sherlock Holmes.
E dissiparci da questi dubbi teologici ci ha pensato però proprio la sposa, che si presenta puntuale all'appuntamento con l'assassinio.
Tra le scene di panico e di buio totale però John e Sherlock non riescono a sventare l'omicidio.
Mr. Eustace muore.
Ma ciò che odio Sherlock è la bruciante e struggente verità.


 Inutile dire chi è il destinatario, quanto sottolineare chi il mittente.
Moriarty è ancora a piede libero?
E perché proprio invischiato in quel caso?
Come ha fatto a sopravvivere?
Bhe, neanche noi ci abbiamo capito tanto fino a quel momento, ma una cosa è certa, non sempre precipitare è sinonimo di morte sicura, Sherlock può esserne valido portavoce.
Sherlock allora si rintana a casa sua aspettando il suo nemico, che non tarda ad arrivare.
James Moriarty si palesa sempre interpretato da Andrew Scott che in questo speciale da il meglio di sé.
È pazzo, folle, scatenato, con nessuna rotella nella sua testa messa al posto giusto.
Ma dannatamente affascinante, carismatico, intelligente.
Forse ancora di più del Moriarty "normale". Probabilmente l'ho detto per ogni personaggio, ma è realmente così. Hanno dato ogni di loro un contributo pazzesco, riuscendo, almeno per me, a superarsi.
Il pazzo mostra una calma olimpica assolutamente stressante ed angosciosa e non si fa problemi a svelare a Sherlock come è sopravvissuto.
Anzi, fa di più.
Gli mostra come morire, come sopravvivere.


Dead is the new... sexy.
Sì, Moriarty si punta una pistola in bocca e si fa esplodere quel dannato cervello.
E non muore.
Un po' come la sposa.
Perché in questa serie nessuno muore realmente? Perché dovremmo perdere ogni volta il lume della ragione per capire chi campa e chi crepa?
P.S. Durante il loro incontro la musica è stata spettacolare: mi ha permesso di godermi il momento con quella carica epica che doveva esserci.
Ma ecco l'aspetto che più mi ha fatto meravigliare: l'atterraggio.
Sì, perché non l'avevate capito?
Ma diamine si è era palesato dal primo momento che quello era il palazzo mentale dello Sherlock Holmes del 2014 che sta andando/tornando dall'esilio!



But it's not the fall that kills you, Sherlock. It's the landing!

Suvvia, un racconto "così semplice un po' banale quasi prevedibile e sempre uguale", okay scusatemi le ignoranti citazioni musicali di Celentano, doveva ovviamente costruirsi nella sua mente.


E sti c***i!

All'interno dell'abitacolo entrano John, Mary e Mycroft, ovviamente stupefatti del comportamento di Sherlock che blatera parole senza senso poiché ha l'intenzione assoluta di ritornare al caso.
Ah, sì eccolo che risale in quota.
Morfina o cocaina?
Ecco che si risale sull'aereo mentale e si ritorna nell'800.
Ho palesemente mal di testa.
Intanto giunge un messaggio a al 221: Mary è in pericolo.
John e Sherlock si dirigono in direzione di una antica chiesa sconsacrata, ma la realtà, una volta giunti lì è diversa. Mary non è in pericolo. Mary ha quasi risolto il caso.
Infatti la donna, incaricata dall'Inghilterra, da Mycroft aveva l'ordine di sorvegliare i due e cercarli di spronare a risolvere il caso, e dato che Sherlock si era stabilizzato in una palude, toccava a lei mettere la situazione in pari e permettere al fratello più lento (Sherlock) di raggiungere quello più veloce ed intelligente (Mycroft).
Qui, Sherlock risolve il caso.
Riunito in quelle segrete vi era un largo gruppo di mogli, di madri, di donne.
Una battaglia destinata ad essere persa, secondo Mycroft. Ebbene aveva ragione.
Tutte quelle donne erano lì per combattere affinché valessero i loro diritti, il loro onore, la loro libertà, il loro essere meravigliosamente donne.
Bhe, a voi questo di certo importa, dato che è il movente degli assassinii, ma ciò che stuzzica è come abbia fatto la Ricoletti a resuscitare e uccidere, uccidere e uccidere ancora.
Semplice: Emilia Ricoletti non si è mai fatta saltare il cervello quel "fatidico" giorno, in realtà qualcuno ha sparato del colore rosso sulle tende da far sembrare reale l'insano ed empio gesto. Poi è stato lasciato nella casa, dalle donne della congrega, un corpo che assomigliasse ad Emilia, la quale la stessa notte ha assassinato suo marito, poiché egli la maltrattava e la rendeva come un oggetto col quale divertirsi. In poche parole un misero pezzo di carne.
Successivamente la donna si è tolta la vita. Doveva pur essere un sacrificio per un bene superiore.
In poche parole l'abominevole sposa poteva essere chiunque, perfino Mrs. Luisa.
Un gioco da ragazzi, no?


E allora lo speciale si basa su questo finale su un'alternanza di atterraggi e risalite. Età Vittoriana opposta all'Età Moderna. E se nel presente Sherlock è ansioso di trovare e dissotterrare la bara di Emilia Ricoletti, o di Moriary, fate voi, nel passato, in quel lontato '800, Sherlock si trova sul luogo dove tutto deve essere messo in chiaro, dove deve essere siglata la parola FINE
Le cascate del Reichenbach.
At the end it's always just you and me!
Quello che deve essere definito come l'atto finale. Ed è stato assolutamente strano, non propriamente da Moriarty e Sherlock. Uno scontro tutto fisico dove la ragione, l'intelletto e il genio che li contraddistingue non si è palesato.
E se tutto ciò è accaduto realmente nella sua testa, come un tarlo incontrastabile, come un'ossessione che non riesce a sbiadirsi, è assolutamente straordinaria.
È una lotta interiore che si sviluppa nel Palazzo Mentale, oppure, possiamo accettarne l'idea, può essere accaduto nella Londra Vittoriana.
Non poteva essere una puntata normale, doveva essere eccentrica, complessa, dannatamente difficile da comprendere, digressioni su digressioni.
Allora, ritornando alle battute finali, quando Sherlock sembra destinato a precipitare dalla cascata, ecco che a porre fine a quella storia...


E il resto lo sapete.
Dopo infernali giri tra il moderno, il contemporaneo, l'inesistente e il surreale, finalmente torniamo alla realtà dopo che Sherlock per risvegliarsi, si getta anch'egli dal Reichenbach.
Meravigliosa. Straordinaria. Spettacolare.
Questa visione posso definirla un capolavoro assoluto, e sono contento che Gatiss e Moffat con gli impegni di Doctor Who abbiano realizzato un prodotto di egregia qualità.
Un grazie a loro, ma soprattutto, a degli interpreti che non hanno eguali.
È una puntata complessa, e molti non l'hanno apprezzata proprio per questo motivo, ma diamine, stiamo parlando di Sherlock Holmes. Se è troppo, beh fatevi una bella maratona di Conan, con tutto l'amore che provo per questi!
Detto questo, ecco a voi l'articolo della mia bravissima collega AGOSTINA RUSSO che verte su un aspetto controverso, che ha suscitato pareri diversi e su più fronti!

VOTO PUNTATA 9+



CRITICA ALLE CRITICHE - un articolo di Agostina Russo

Lo ammetto, quando si parla di Sherlock io divento davvero molto poco parziale. Però questa volta penso si sia davvero passato il segno. Girando per Twitter e leggendo qualche recensione in giro mi è capitato di leggere due lamentele in particolare sullo special: episodio “antifemminista” e “troppo confusionario”. Ecco, ora spiegherò perché secondo me queste critiche non hanno alcun fondamento.




Cominciamo dalla seconda critica, che è la più facile. Sherlock non è mai stato una serie di facile visione, ma non nel senso che ci vogliano tre lauree ed un dottorato per capirlo,
semplicemente non è una comedy o il solito CSI (con tutto l’amore che ho per le comedy e ho avuto per CSI) che puoi guardare anche mentre prepari la cena. No, un episodio di Sherlock richiede la tua piena attenzione se vuoi davvero godertelo e comprenderlo. Già io facendo un po’ di live­tweeting della puntata la sera dell’1 mi sono persa qualche pezzo, ma non ho certo incolpato la sceneggiatura! Il giorno dopo ho rivisto lo special con tranquillità e i sottotitoli e ho recuperato tutto. Quindi se vi state davvero lamentando della storyline o dovete riguardarlo con più attenzione o, mi spiace dirlo, forse Sherlock non è una serie che fa al caso vostro. L’accusa maggiore è stata probabilmente quello di antifemminismo, nel senso “mansplaining” (spiegazione fatta da un uomo) del movimento suffragista.
Questa è un’accusa così idiota che non so nemmeno dove partire. Anzi, lo so. Innanzitutto il caso dell’episodio è sull’avanzata delle donne in epoca vittoriana e della loro lotta contro mariti e in generale contro gli uomini violenti e oppressivi nella loro vita e il caso che Mycroft assegna al fratellino e al dottore è letteralmente di perdere, perché sulla battaglia che si sta combattendo – sul diritto di voto femminile – stavolta il governo ha torto. Senza contare che per prima a risolvere il caso è Mary, che accoglie marito e detective nella cripta. Più femminista di così non penso possa essere questa serie.

Poi, è forse Sherlock a spiegare cosa sta succedendo in quel gruppo di donne e come e perché il fantasma della sposa dopo aver ucciso il suo marito è tornato a tormentare altri uomini? 

Sì, certo! Ma perdonatemi, dov’è la novità? Sherlock, il protagonista, è sempre quello che fa la deduzione finale e risolve il caso! Anche se Mary sembrava essere già arrivata alla soluzione non aveva senso se avesse spiegato lei il caso dell’episodio, non funziona così la serie! Inoltre non è nemmeno un caso normale, ma un caso che prende interamente scena nel mind palace di Sherlock, quindi è lui che parla a se stesso e chi altro se non lui poteva esplicare la trama? Bene, sfogo sfinito direi. Se ancora ritenete tali critiche corrette, come già detto, l’offerta televisiva è molto ampia, cercate altre serie, nessuno vi trattiene. In caso contrario invece buona attesa fellow sherlockian, che il 2016 possa essere l’anno della 4° stagione!



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Come sempre ringrazio le pagine che pubblicizzano questo materiale.
Grazie perché senza di voi tutto ciò non potrebbe essere pubblicato!

Sherlock Italia Serie Tv
- Sherlock Italia Vatican Cameos
- Sherlock Holmes fans

3 commenti:

Daniela ha detto...

Ho avuto diversi orgasmi multipli guardando la puntata!!!! :D
Meravigliosa a dir poco! ��������
Come questo articolo, spaccate ragazzi! Complimenti davvero! Sempre meglio il vostro blog!!! Si vede che siete davvero appassionati! Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

Ciao Daniela, grazie per aver commentato e soprattutto per aver dimostrato il tuo affetto, te ne sono (te ne siamo) veramente grati!
Queste parole ci sono di aiuto e ci danno sempre più entusiasmo per spingerci a migliorarci giorno dopo giorno, articolo dopo articolo, recensione dopo recensione, e se questa è "meravigliosa" quanto la puntata, bhe grazie, grazie, grazie!!!
Con affetto Francesco, e parlo anche a nome di Agostina :)

Unknown ha detto...

Confermo la risposta di Francesco, grazie davvero Daniela per il commento e per le tue belle parole! :)
- Agostina

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