giovedì 26 marzo 2015
Carissimi
telefili e telefile,
buonasera!
O buongiorno. Suppongo dipenda da quando leggerete questo post.
Come
forse sapete, il blog ha da poco indetto un casting per nuovi
recensori, ed io sono una delle reclute in tal modo ingaggiate. Mi
presento in breve: il mio nome è Irene (a quanto pare, coincidenza
vuole che lo condivida con diverse altre recapper), ho ventun anni,
sono una studentessa e i miei hobby includono l'innamoramento
bisettimanale per vari manzi anglosassoni del piccolo schermo, la
lettura compulsiva di fanfiction, il Tumblr posting delle quattro del
mattino, lo shipping con le sue conseguenze funeste e il cosplay.
Come tutti, qui, ho una passione smodata per le serie TV, e in
particolare per i procedural; la mia prima recensione, però,
riguarda piuttosto il variegato mondo del supernatural.
No, non in questo senso.
Ammettiamo però che l'immagine ha un suo perché.
Ciancio alle bande: l'opera in
questione è The Returned, serie di dieci puntate prodotta dal
canale americano A&E. Si tratta, come i più acuti possono forse
supporre, della riedizione made in USA di Les Revenants, caso
televisivo proiettato in Francia alla fine del 2012.
Questo perché sì, quando un
prodotto europeo si distingue lo zio Sam prepara i verdoni per
acquistare i diritti e rifarselo in casa.
E Les Revenants, a
propria volta basato sul film di Robin Campillo Quelli che
ritornano, si è distinto parecchio: basti dire che, nel 2013, ha
vinto il prestigioso International Emmy Award.
Il presupposto su cui si basa la
serie, ambientata in una piccolissima città della British Columbia,
è semplice quanto intrigante. All'improvviso, i morti da quattro,
dieci, trent'anni, ricompaiono, ben più svegli e vitali di coloro
che non si sono mai fatti una passeggiata nell'aldilà.
L'elemento originale è proprio
questo: non parliamo di gente molto pallida con un insano desiderio
di ribaltare carrelli della spesa e mozzicare gli altri,
(too soon? Siete ancora in
lutto?), bensì di esseri umani in tutto e per tutto, che non sono
invecchiati di un giorno dal momento della propria morte e non
ricordano nulla degli eventi che hanno condotto ad essa. Il problema
è che il mondo non aspetta, e senza di loro le esistenze degli altri
sono andate avanti. E parecchio.
Poiché la puntata oggetto di
questa recensione è la terza, l'ultima ad essere stata trasmessa
finora, mi sembra opportuno riassumere alla velocità della luce gli
eventi contenuti nelle prime due. Prendete fiato e preparatevi a un
moderato grado di disorientamento, nausea e desiderio di tornare alle
sitcom a bordo dello scooter di J.D.
Camille Winship è morta durante
il secondo anno di liceo, insieme ad altre trentuno persone, quando
lo scuolabus su cui viaggiava è finito giù da una scarpata. Quattro
anni dopo, ritorna a casa, convinta di essersi persa per un paio
d'ore nella foresta.
Ben presto, però, le reazioni
dei genitori (incredula felicità) e dell'amatissima gemella, Lena,
ora più grande di lei (incredulità e basta), le fanno capire che la
verità è ben diversa. Durante la sua...ehm...temporanea assenza dal
mondo dei vivi, inoltre, molte cose sono cambiate: i suoi genitori si
sono separati, la madre ha una relazione con lo psicologo che ha
fondato il gruppo di supporto per le famiglie delle vittime del
disastro in cui lei stessa è rimasta uccisa, il padre beve. Quanto a
Lena, è chiusa in se stessa, e pare furibonda con la sorella
rediviva.
Simon è stato investito da
un'auto il giorno delle proprie nozze, poco dopo che la fidanzata,
Rowan, l'aveva informato di essere incinta. Disorientato e con
addosso un completo elegante, si reca nel bar in cui la sposa
lavorava, solo per scoprire che nessuno conosce una cameriera che
porti il suo nome.
Grazie a Lena, che lo sente
chiedere aiuto nel bar, Simon ritrova Rowan, e scopre che sta per
sposarsi con Tom, lo sceriffo della cittadina. La sua quasi –
vedova, convinta di avere a che fare con un fantasma della propria
mente, all'inizio cerca in tutti i modi di cacciarlo dalla propria
vita; dopo una chiacchierata con il prete del posto, ovviamente nero
e presentante una vaga somiglianza con Morgan Freeman, si convince
però ad accettare la presenza di quella che pensa essere l'immagine
di Simon dentro di lei, e gli confessa che non smetterà mai di
amarlo. Peccato che la polizia, che lo trattiene una notte per via
del suo comportamento sospetto (e ce credo...al posto suo, anch'io
vagherei, confusa), lo metta di fronte a un certificato di morte
datato sei anni prima.
Helen è annegata da trent'anni,
nella piena del fiume che scorre accanto alla cittadina. Raggiunge
casa propria e si corica a fianco al marito, che chiaramente è
diventato un vecchio. Questi si sveglia, vede e tocca la moglie,
identica al giorno in cui l'ha persa, e, dopo aver telefonato al
proprio medico, Julie Han, e non essere stato in grado di spiegarle
la situazione, si suicida, forse convinto di essere impazzito.
Una cameriera del bar in cui
lavorava Rowan, nonché amante del padre di Lena e Camilla, viene
ritrovata in fin di vita in un sottopasso. E' stata pugnalata, e ha i
segni di profondi morsi sul ventre. Il modus operandi è identico a
quello di un serial killer che ha cessato di uccidere ormai da sette
anni, dopo che l'ultima delle sue vittime, la dottoressa Han, è
sopravvissuta, se pur con danni psicologici ingenti.
Mentre torna a casa dopo un
turno in ospedale, Julie vede un bambino sul ciglio della strada –
è notte e fa freddo, e, dopo avergli chiesto se sia perso e non aver
ottenuto risposta, decide di portarlo a casa con sé. Quando la
vicina impicciona, un personaggio che sta alle serie americane
ambientate in provincia come Maggie Smith sta alla BBC, le chiede di
chi si tratti, inventa su due piedi un nipote di nome Victor. Mentre
il bambino continua a non parlare, Julie lo cerca tra i casi di
persone scomparse, ma non ottiene alcun riscontro.
E, alla fine della seconda
puntata, mentre Camille ha un flashback dell'incidente dello
scuolabus (e del malessere che l'ha preceduto: la consapevolezza che
Lena, fintasi malata per non partecipare alla gita prevista quel
giorno, era a casa con Ben, il ragazzo per cui tutte e due avevano
una cotta e che si erano promesse a vicenda di non toccare), si vede
come l'autista avesse sterzato per evitare proprio Victor, ritto in
mezzo alla strada.
Ci siete? Io più o meno. Beh,
ho fatto del mio meglio, e come direbbe uno dei miei quaranta e passa
futuri mariti.
Dopo questa carrellata
supersupersonica, eccoci giunti dove avevamo in programma di
giungere, ovvero all'episodio 1x03.
Il quale si apre, oserei dire,
col botto: un flashback ci riporta indietro di sette anni, ad una
festa di Halloween e ad un bacio appassionato tra Julie e la sua
fidanzata di allora, Nikki, che abbiamo già incontrato come
vicesceriffo della cittadina. Nonostante l'insistenza dell'altra
ragazza, che vorrebbe passare il resto della notte con lei nonostante
lei abbia un turno all'ospedale la mattina seguente, Julie si avvia
verso casa da sola. In una scena che ha un grosso debito con Criminal
Minds (okay, sono fissata con i procedural, ma è innegabile!),
vediamo un aggressore incappucciato balzarle addosso mentre entra in
un sottopassaggio e pugnalarla diverse volte all'addome,
sussurrandole, nel frattempo, “E' finito...è tutto finito.”
Sì, un po' mi sono pisciata
sotto.
Torniamo al presente, e al
funerale di George Goddard. Ve lo ricordate? Già, nemmeno io. Si
tratta dell'uomo che si era suicidato dopo l'improvvisa ricomparsa
della moglie morta da decenni. Qui, Claire, la madre di Lena e
Camille, racconta allo psicologo, Peter, l'unico esterno alla
famiglia a sapere del “miracolo” appena accaduto, che Lena ha un
sospetto: la sua gemella potrebbe non essere l'unica ad aver fatto
ritorno dall'oltretomba. Lena stessa interviene, accennando a Simon:
infatti, dopo essersi domandata per giorni se potesse conoscerlo,
dato che aveva un'aria familiare, ha ritrovato una foto scattata sei
anni prima, il giorno precedente alle sue nozze – e, beh, alla sua
morte -, in cui lui le stava insegnando a suonare qualche nota con la
batteria, nello stesso locale in cui si sono incontrati un paio di
giorni fa. Claire è molto eccitata all'idea, perché se Camille non
fosse l'unica rediviva non sarebbe più costretta a nascondersi;
Peter, invece, pare pensieroso.
Nel frattempo, Julie viene
abbordata dalla vicina impicciona, che le racconta di come una donna
sia stata quasi uccisa con il modus operandi del serial killer
creduto morto sette anni prima, e poi resta lì a chiedersi come mai
la giovane dottoressa sia fuggita, con la faccia di una che sta per
vomitare spaghetti interi.
Stacco. Un ragazzo con la
maglietta strappata bussa alla porta di un casa apparentemente
abbandonata, chiamando sua madre; non ricevendo risposta, forza la
porta, e si trova davanti a una specie di magazzino. La scena dura
circa un minuto. Però tenetela a mente, suppongo serva per dopo.
Ci spostiamo a casa Winship, per
assistere a un commovente momento padre - figlia: Camille chiede a
Jack una sigaretta, lui gliela concede e parlano della separazione
avvenuta tra lui e Claire. Camille, inoltre, è (giustamente) ferita
dall'atteggiamento di Lena nei suoi confronti, ma il padre le
consiglia di darle tempo, in quanto la perdita della gemella l'ha
distrutta e deve ancora abituarsi alla nuova situazione. La
conclusione è quella di ogni momento padre – figlia che si
rispetti: in cucina a preparare quesadillas. Perché sì.
Nel frattempo, Claire e Lena
rientrano dal funerale, e Camille segue quest'ultima in camera da
letto e tenta di farle domande su come la sua vita sia andata avanti.
Per prima cosa, chiede di Ben: la risposta confusa e interrotta della
gemella le fa capire che, a causa del patto che loro due avevano
stretto a quindici anni e che Lena aveva infranto, tra lei e la loro
comune cotta non è mai più successo nulla. Lena si sta cambiando, e
Camille, dopo aver osservato con ammirazione il suo corpo – il
corpo che avrebbe anche lei, se tutto fosse andato come avrebbe
dovuto andare – nota una sorta di piaga aperta sulla sua schiena.
Lena non ha idea di che cosa sia, ma corre ugualmente all'università,
senza riuscire a parlare come vorrebbe con la sorella.
Intanto, Peter lo psicologo, che
a quanto pare è anche il direttore del CCC, o Caldwell Community
Centre, si reca alla stazione di polizia e chiede a una centralinista
o cosa (non dovrebbe esserci almeno un piantone? Va beh, mistero) di
rilasciare Simon, condotto in cella il giorno prima per il suo
comportamento confuso e per aver mangiato al solito locale – che,
in effetti, ha un nome: The Dog Star. Fa schifo, lo so – senza
pagare. Incredibile, come fanno in fretta ad arrestarti in America.
Ad ogni modo, Peter carica un Simon sempre più turbato in macchina
e, dopo avergli rifilato due cavolate sui posti letto gratuiti del
Centro, arriva al piatto forte: conosce un'altra ragazza tornata
dall'aldilà. E, aggiunge, loro due non sono i primi casi che ha
visto.
Al che Simon, che non ha ancora
ben capito di essersi goduto una passeggiata da Ade, fa quello che in
gergo si definisce smattare: costringe l'altro uomo ad
accostarsi al ciglio della strada e scappa per i campi.
Simon. Tesoro caro.
Sei bello, e questo è
indiscutibile. Okay, in ambito telefilmico io mi innamoro di chiunque
mi si pari davanti, ma con quegli occhi verdi mi hai reso il compito
facile.
Il tuo personaggio mi sta
piuttosto simpatico, un buon traguardo per uno che ha passato due
puntate ad inseguire maldestramente una donna che ha tutte le ragioni
per crederlo morto. MA.
Ma che cos'hai nel cervello?
Voglio dire, sembra che qualcuno abbia idea di quello che ti sta
capitando, e invece che ascoltarlo corri come Spirit Cavallo
Selvaggio?
Intanto, a casa Winship, Jack
cerca di convincere Claire che la decisione giusta è traslocare:
cambiare vita, in una città in cui nessuno li conosca e Camille
possa sentirsi una normale ragazzina. La donna, però, non sembra
convinta.
Ci spostiamo nell'appartamento
di Julie, che riceve una visita inattesa: Nikki, la vicesceriffa,
desiderosa di informarla del presunto ritorno del serial killer.
Viene accolta con una freddezza che sconfina nell'ostilità, e
apprendiamo che, dopo quella famosa notte di sette anni prima, le due
non si sono quasi più viste. Julie accusa l'altra di non averle
voluto stare vicino, e Nikki replica che è stata la dottoressa a
chiuderla completamente fuori dalla propria vita.
Quando la vicesceriffa se ne va,
Victor, la cui parte continua ad essere quella del bambino zitto ed
inquietante, fa scivolare la mano dentro quella di Julie e la
stringe. I due si sorridono e io quasi mi commuovo.
La povera Camille, nel
frattempo, ruba dei vestiti dall'armadio della sorella. Provateci
voi, a tornare in vita e ad avere a disposizione solo roba di quattro
anni prima. Claire si rende conto del disagio che la ragazza prova,
soprattutto dal momento che deve stare chiusa in casa per non essere
scoperta, e acconsente ad accompagnarla in un centro commerciale
abbastanza lontano dalla cittadina da non incontrare nessun
conoscente.
No, non provateci. Nelle serie
TV non esiste nulla di abbastanza lontano.
Stacco, e abbiamo a che fare con
un personaggio del quale fino ad ora non vi ho parlato: Tony, il
gestore del Dog Star. Nel secondo episodio, è stato fermato dalla
polizia ed interrogato in proposito della morte della cameriera; a
quanto pare, figurava tra i sospetti anche sette anni prima, nel caso
della feroce aggressione ai danni di Julie. Mentre Nikki, com'è
ovvio fin troppo coinvolta nel caso, si era mostrata sicura della sua
colpevolezza, il suo collega aveva detto ad Tony di credere nella sua
estraneità ai fatti, ma di avere l'impressione che lui gli stesse
nascondendo qualcosa.
Qui, in ogni caso, lo vediamo
raggiungere una vecchia rimessa di caccia in mezzo ai boschi e
rimanere sconvolto davanti a un lupo appena ucciso che penzola dal
soffitto.
Vi ricordate che Tommy, il
promesso sposo di Rowan, ovvero la fidanzata del defunto Simon, è lo
sceriffo del paese? No? Bene, ricordatevelo. Nel secondo episodio,
era stato lui a mettere il giovane ed attraente vagabondo di fronte
ad un certificato di morte, accusandolo di furto di identità; poco
dopo, però, frugando tra gli oggetti di Rowan, ha trovato una foto
di lei e Simon, e si è reso conto che, per quanto sembri
impossibile, l'uomo che ha in custodia alla centrale è esattamente
chi dice di essere. Che cosa ha dunque fatto? Chiamato un medium?
Chiamato Rowan? Chiamato la neurodeliri?
No. Oh, no. Ha installato delle
telecamere nascoste a casa della futura moglie.
Dopo questa mossa degna di un
premio Nobel, Tommy non vede l'ora di interrogare Simon. E no, non è
contento quando scopre che Peter lo psicologo lo ha fatto
rilasciare. Anche tu, però, figliolo; quando mai si è vista a
guardia della gattabuia una segretaria con il cardigan rosa? Ad ogni
modo, lo sceriffo sgomma fino al Caldwell Community Center, ed intima
caldamente a Peter di chiamarlo qualora il fuggitivo Simon
ricomparisse: infatti, è ricercato per il caso della cameriera
pugnalata. Ad occhio, Peter non se la beve, ma ho capito che qua non
si può mai dire.
Nel mentre, ritorniamo a Tony e
al lupo sgozzato che penzola dal soffitto. L'uomo gli sta scavando
una fossa, quando all'improvviso un ragazzo in camicia a quadri
compare e gli chiede con tutta calma che cosa stia facendo con il suo
trofeo di caccia. Tony reagisce come se avesse visto un fantasma, e
visto tutto ciò che è accaduto finora non è difficile immaginare
che non siamo tanto lontani della verità. Solo che, a differenza dei
Winship, che hanno abbracciato la figlia perduta, si gira verso
quello che molto probabilmente è un fratello redivivo e gli molla
una badilata in fronte.
Non abbastanza forte, tuttavia,
perché il ragazzo, lo stesso che diversi minuti fa vagava chiamando
sua madre con addosso una t-shirt bucata, si riprende, stende Tony
usando il suo stesso metodo e gli punta in faccia il fucile,
ordinandogli di dirgli che cosa sta succedendo. Com'è ovvio, l'unica
cosa che Tony possa dirgli è che la loro madre è morta due anni
prima, e che lui, il fratello, era con lei.
Al famoso centro commerciale
lontano dagli occhi lontano dal cuore, naturalmente, Claire e Camille
incontrano una donna del gruppo di supporto per coloro che hanno
perso i figli nell'incidente dello scuolabus.
Improvvisando, Camille dice di
chiamarsi Alice, e di essere la cugina di Lena, venuta in visita. La
donna è sconvolta dalla rassomiglianza di “Alice” con Camille –
e dunque, con Lena a quindici anni -, ma la ragazza è fiduciosa che
le crederà: d'altronde, qualsiasi altra spiegazione sarebbe assurda.
Un punto per la squinzietta, il
ragionamento è inattaccabile.
Rispunta Simon, che finalmente
ha trovato la libreria in cui lavora Rowan. Lei pare convinta che lui sia un parto della sua
immaginazione (o almeno, lo spero: non è molto credibile che
qualcuno accetti con simile serenità il ritorno del proprio
fidanzato dal mondo dei morti), e lui le dice di essere venuto a
dirle addio, in quanto lei non ha bisogno di lui. Ha Tommy, e una
nuova vita da cominciare. In una scena con la telecamera un po'
troppo fissa, ma comunque toccante, Rowan gli risponde che avrebbe
voluto che loro due fossero felici insieme, e che c'è una persona
che Simon deve conoscere prima di andare via. Lo porta così al campo
da calcio in cui Chloe, sei anni, si sta allenando con la squadra dei
bambini, e Simon scopre che la figlia che aveva saputo di aspettare
poco prima di restare ucciso è nata e cresciuta. Ne rimane
comprensibilmente scosso, e io ho gli occhi lucidi. Va beh che una
volta ho pianto per la pubblicità della Calzedonia.
Rowan rientra a casa, trovando
dodici chiamate perse di quella pressa di Tommy, e poco dopo suona il
campanello. E' Lena, che le racconta in tono casuale di aver
incontrato un suo vecchio amico, Simon, e di avergli detto dove
poteva trovarla: ha forse fatto male? Rowan comincia a comprendere
che non si tratta di un'allucinazione, ma mette Lena alla porta,
troppo turbata per chiedere altre spiegazioni.
Dal canto proprio, Simon torna
al Centro, e chiede a Peter lo psicologo se sia ancora valida
l'offerta di ospitarlo per un po'. L'altro acconsente, senza
accennare a rimpatriate di defunti sulla Terra o altre minuzie.
Nuova comparsata della vicina
impicciona, che comincia a ricordarmi un personaggio in particolare.
Inoltre, sono già arrivata a
sperare che qualcuno la faccia a pezzettini con il trinciapollo. La
baldanzosa signora, infatti, accusa Julie di aver adottato Victor
seguendo canali illegali. Stufa delle ingerenze della donna (e te lo
credo, io le avrei versato il cianuro nel tè), Julie le intima con
modi piuttosto rudi di smetterla di tormentarla, nonostante la
minaccia dell'altra di chiamare la polizia. Dopodiché, rassicura
Victor, dicendogli che andrà tutto bene e che la vicina non può
fare loro del male. Zoom di imponente inquietanza sui placidi occhi
verdi del bambino, che sta cominciando a farmi rizzare i capelli
sulla nuca.
Una sagoma in giacca di jeans e
miniabito si cala dalla finestra di casa Winship. Intanto, Jack
continua a cercare di convincere Claire a trasferirsi; lei replica
che non possono semplicemente fuggire, e quando il marito (ex? In
carica? Io non ci sto a capi' più niente) la bacia non si sottrae,
ma dopo qualche minuto lo ferma, dicendo di non essere ancora pronta.
Per che cosa, non lo sappiamo, dal momento che in realtà lei
dovrebbe avere una storia con Peter lo psicologo.
Ciò che conta è che, mentre
loro due tubano, Camille, trasformata da quattro ore di seduta e tre
truccatrici in una seducente ventenne,
arriva nel parcheggio davanti al
Dog Star e incontra Ben, la cotta comune sua e di Lena, a cui si
presenta come la cugina Alice. Nonostante la biacca in faccia, a lui
non sfugge la somiglianza con la ragazzina di cui era innamorato, e
invita “Alice” dentro, a bere un drink.
Lena, seduta al bancone, si gira
e quasi muore lei di spavento, alla vista della sorellina non più
defunta che si intrattiene con i suoi amici. Livida di rabbia e
shock, affronta Camille, chiamandola Alice e dicendo che ha solo
sedici anni e che sicuramente Jack e Claire non sanno che lei si
trova al pub. Ben, inconsapevole dei retroscena, invita la ragazza a
non esagerare e a lasciare che la cugina si diverta; Lena gli intima
di starne fuori, mentre Camille sbotta, accusandola di volerla
mandare via per tenere Ben e la compagnia tutti per sé.
Vicina al punto di rottura (un
plauso alla recitazione, qui notevole), Lena ringhia un raggelante
“That's right. I want you gone!”, che in Inglese può voler dire sia
“voglio che tu te ne vada”, sia, ed è questo il significato che
spinge Camille a correre via in lacrime, “ti voglio morta”.
Stordita, Lena si rifugia in
bagno, dove Ben la raggiunge, chiedendole spiegazioni. Per la furia –
e, probabilmente, anche per farlo stare zitto – la ragazza si
avventa su di lui, e cominciano a baciarsi e a spogliarsi con
passione. Le magliette sono già uscite di scena, quando Ben, che, è
chiaro, aspettava quel momento da quattro anni e si sente miracolato
da San Gennaro, accarezza la schiena di lei e sente sotto le dita i
margini della piaga di prima. La quale, non c'è bisogno di dirlo, è
sempre più grossa e dolorosa. Alla conclusione ci arrivate da soli,
vero?
Povero guaglione. Mentre Lena
scappa, lo vediamo tentare di riprendere fiato. Ho il presentimento
che non dormirà, per le domande o per qualcos'altro di
insoddisfatto.
Da qualche altra parte nella
cittadina, Rowan mette a letto la figlia, e un movimento
nell'ingresso le avvisa che ci sono visite. E' quello che lei crede –
o forse no, non più – essere il fantasma di Simon e, senza una
parola, i due si baciano in veranda, mentre Tommy si gode lo
spettacolo con la sua videocamera nascosta.
Ascoltate zia Ire, questione di
qualche puntata e some shit will go down.
Intanto, Julie scopre che Victor
sarà anche muto e inquietante, ma come tutti i bambini di otto anni
mangia come un'idrovora. Dopo avergli raccomandato settecento volte
di stare buono e non aprire a nessuno, esce per andare in uno di quei
posti made in Zio Sam, operativi trenta ore su ventiquattro, a
comprarsi qualcosa da mettere sotto i denti; nell'istante in cui la
porta si chiude alle sue spalle, Victor la riapre, attraversa il
corridoio del condominio e suona alla vicina rompibolas.
Perché, non è dato saperlo, ma
lei lo fa entrare, scioccata dal comportamento di Julie, che
ha lasciato un ragazzino da solo la sera. A questo punto, scatta il
buio, e io ho i brividi.
Ma quanti episodi di Criminal
Minds ha visto la gente che raccoglie infanti dallo sguardo fisso e
se li mette in cucina, ingozzandoli di cereali?
Troppo poche, santo Piripillo.
Giunta alla fine dell'episodio,
posso tentare di darvi un voto: metterei un sei e mezzo – sette. La
trama fila abbastanza spedita e la curiosità di sapere che cosa ci
riservi il futuro è ben viva, dopo sole tre puntate; tuttavia,
specialmente in questa 1x03, alcune scene sono troppo statiche, e due
o tre volte si scade un po' nella melassa (Simon e Rowan sono molto
carini, ma alzano parecchio la glicemia del tutto). Le prove degli
attori sono, in generale, buone; in particolare mi hanno colpito Mat
Vairo, che interpreta Simon – no, non solo perché è ricciolino e
adorabile – e Sophie Low, Lena, specialmente in virtù della scena
del confronto con Camille al Dog Star. Peter lo psicologo per ora
sembra più un caprone, ma siamo all'inizio: non si può mai dire.
Concludo ringraziando tantissimo
lo staff di Diretta Telefilm, alla cui pagina Facebook vi rimando per tutte le news sulle vostre serie preferite; oh, quasi dimenticavo, c'è anche un profilo Twitter! In particolare, grazie a Rossella, con cui ho
avuto i primi contatti, per questa opportunità di disturbare un
vasto pubblico con i miei sproloqui.
Vi lascio il promo della puntata 1x04, "Victor", che andrà in onda lunedì sera negli USA!
Grazie anche a chiunque sia arrivato
a leggere questa riga, perché vuol dire che è sopravvissuto al
resto della recensione!
Alla prossima! Un abbraccio,
Adam. No, scherzo. Ire. O al limite Tonks.
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Reign cancellato?
A quanto pare non avremo una quinta stagione di Reign . Si concluderà con la quarta stagione, anche a causa di importanti uscite di a...
2 commenti:
Wow bellissima recensione! Davvero molto approfondita!
Mi hai fatto notare tantissime cose a cui non avevo fatto caso! Complimenti, sicuramente han fatto un'ottima scelta a prenderti nello staff!
Ormai ci sono tantissime persone che si improvvisano recensori, ma non è facile come sembra e infatti pochi sono all'altezza....bè, tu sicuramente lo sei!
La serie mi è piaciuta molto, purtroppo non ho visto quella francese e nemmeno l'altra recente .... ma questa mi ha subito ispirato e sono felicissima di averla guardata!
Bella bella bella! Sono troppo curiosa di avere risposte...o almeno qualche spiegazione!
Ma di solito in questo genere di telefilm fanno aspettare secoli prima di svelare il tutto!
Staremo a vedere!! Un saluto alla prossima rece! Tornerò sicuramente! :)
Non conoscevo questa serie ma sembra davvero interessante! La recensione poi è approfonditissima! Complimenti! :D Comunque c'è un premio per voi sul mio blog! :D http://ikadreaming.blogspot.it/2015/03/liebster-award-2015.html Spero vi faccia piacere!