domenica 19 aprile 2015
Carissimi...Returniani?
Ritornati? Returnators? Fanno tutti piuttosto schifo, quindi vi
lascerò la libertà di scegliere il meno peggio,
vi
devo anzitutto delle scuse. Questa recensione arriva in abnorme
ritardo; purtroppo, questa settimana non sono riuscita a pubblicare
prima di oggi. Me ne scuso, cospargendomi il capino di cenere e
autoflagellandomi con una federa. Siete così magnanimi da
perdonarmi?
Il
luogo, ovviamente, è la solita cittadina dimenticata (o forse presa
in eccessiva considerazione) da Dio, il tempo corrisponde ad un anno
prima delle vicende narrate e la bella topolona
che
scende dalla macchina è Lucy McCabe, la cameriera del Dog Star oggi
in ospedale dopo l'attacco di Adam. La fanciulla inizia il turno nel
locale, serve cocktails ammiccando a destra e a manca e giunge infine
al tavolo di Jack Winship. Questi, per distrazione o dolo – io non
l'ho capito, ai lettori l'ardua sentenza – lascia cadere un dollaro
sul pavimento; nel chinarsi a raccoglierlo, Lucy lascia che il
succinto vestitino le si sollevi fino alle tonsille. Funziona, perché
nella scena successiva lei e il padre delle gemelle si dedicano ad
uno spensierato (?) zumpa zumpa.
All'improvviso,
in quello che con una certa enfasi si potrebbe definire il momento
culminante del finale travolgente, la ragazza sbarra gli occhi e
inizia a gemere parole sconnesse: “Camille...dice che è stato
improvviso, e non ha sentito dolore...” Giustamente, Jack salta su
come un birillo e le chiede cosa diamine stia farneticando; al che,
lei risponde che talora, durante il sesso, “sente e vede cose”.
Oookay.
Un
filo turbato, l'uomo si infila le braghe alla veloce ed afferma che
deve andare, scomparendo alla nostra vista.
Torniamo
al presente, nel quale la sedicente visionaria non se la passa
benissimo: infatti, il dottore che come hobby nella vita fa i B-movie
di kung fu ed un'intera equipe medica stanno cercando disperatamente
di defibrillarla. Le sue condizioni devono essere precipitate di
colpo, e sembra non ci sia nulla da fare: le righette verdi sul
monitor si spianano, e viene pronunciata l'ora della morte.
Peccato
che, nel momento in cui tutti abbandonano il suo fianco, rassegnati,
la ragazza scatti a sedere e afferri il braccio del dottore,
ansimando.
ZAN
ZAN! Titoli di testa.
Con
un aplomb invidiabile per qualcuno che ha appena assistito ad una
resurrezione, Kung fu fighter e l'infermiera si sincerano dei
parametri vitali di Lucy, la quale è piuttosto confusa sul motivo
per cui si trova in ospedale. Il dottore le racconta dunque delle
pugnalate, della perdita di sangue, del coma, dell'arresto cardiaco
appena sopraggiunto e della sua miracolosa conclusione. Scioccata, la
ragazza chiede di vedere le ferite che le sono state inferte e, nel
togliere la medicazione che le fascia il ventre, il medico non trova
altro che pelle sana, senza la più piccola cicatrice.
Che
sia la volta in cui qualcuno finalmente si accorgerà che STANNO
SUCCEDENDO COSE DEL TUTTO ASSURDE OVUNQUE? Devo enfatizzare il
concetto?
Breve
e del tutto inutile ripresa di Peter e Victor/Henry in macchina,
diretti verso l'infinito e oltre. Uno zitto e inquietato, l'altro
zitto e inquietante. Regolare.
A
casa Winship, Jack sta chiamando la polizia, e comprendiamo che Lena
non è ancora stata ritrovata dopo la fuga nella foresta. Claire le
lascia messaggi nemmeno lontanamente angosciati quanto dovrebbero in
segreteria (porca miseria, donna! Tua figlia con una piaga di
sessanta centimetri nella schiena è scappata dall'ospedale in
vestaglia, ci sono meno novemila gradi e un serial killer a piede
libero, e tu le dici “devi richiamarmi subito”? Che hai in testa,
il Didò?), e Camille, la quale inizia a risultarmi gradita come un
brufolo all'interno della narice, se ne esce con un “E che è, mica
è morta.”
I
genitori la guardano e tacciono, presi in lieve contropiede, e lei
per tutta risposta spiega che c'è una connessione tra lei e la
sorella e che sentirebbe se le fosse capitato qualcosa. Gli altri due
babbioni rivelano un barlume di intelletto e scetticismo, al che
Camille racconta con tutta serenità di come abbia avvertito le
emozioni di Lena anche subito prima dell'incidente. Oh, no, non era a
letto con la febbre, era a letto con Ben. A fare sesso, cosa che
mette bene in chiaro, dando a Jack e Claire degli idioti per non
averci mai pensato prima.
Dopo
un istante di sconcerto, Claire recupera i neuroni, e chiede alla
figlia se abbia fatto qualcosa a Lena, qualcosa che potrebbe averla
spinta a fuggire via. Al che, Camille si gioca la carta della
ragazzina incompresa e trattata in modo iniquo, e corre di sopra,
ferita eccetera eccetera. Jack guarda la moglie con biasimo, e
questa, vivaddio, gli getta in faccia un dubbio: e se Lena avesse
ragione? Se davvero la sua gemella non fosse più la stessa persona?
Jack
replica che Camille è comunque loro figlia, e Claire si scrolla di
dosso qualunque difetto le abbia attribuito negli ultimi minuti,
balzando in cima alla mia classifica personale: dopo aver affermato
“Anche Lena lo è”, prende le chiavi della macchia ed esce, si
suppone a cercare la ragazza. Sto per commuovermi.
Nel
frattempo, noi la ritroviamo sì, Lena, ma in una situazione
tutt'altro che rosea: infatti, è svenuta nel letto di Adam. Il quale
cerca di trattenersi e non toccare la piaga sanguinante, che sembra
attrarlo come una calamita.
Cede,
tuttavia, e il contatto risveglia la ragazza, che scatta a sedere,
terrorizzata. Troppo poco, comunque, anche se non può saperlo.
Subito,
Lena chiede perché si trovi lì e che cosa sia accaduto, e lui
risponde di averla trovata nella foresta e di aver pensato a portarla
in ospedale. Ha visto la camicia da notte azzurro ricovero, però, e
capito che era proprio da lì che lei doveva essere fuggita; dunque,
ha pensato di portarla a casa propria, non volendo lasciarla
agonizzare nel bosco. Oh, certo.
L'ignara
fanciulla gli domanda un'aspirina o del whisky (non sapevo fossero
intercambiabili. Mistero della fede) per il dolore, spiegandogli che
dietro alla sua ferita c'è una lunga storia. Adam non ha nulla di
quello che lei gli chiede, ma, aggiunge, possiede qualcosa di meglio.
Cambio di inquadratura e brividi lungo una schiena. La mia.
All'ospedale,
il nostro beneamato Tony lo stalker sta interrogando Lucy, la quale
ricorda solo di aver lasciato il Dog Star e camminato per un po'. Le
hanno detto che è stata trovata nel tunnel, ma non ha idea di come
ci sia arrivata. Così, a bruciapelo, lo sceriffo le schiaffa davanti
una foto di Simon e le domanda se lo riconosca (risposta affermativa:
è stata lei a cui lui ha chiesto se Rowan lavorasse ancora nel
locale in una delle prime puntate), e se l'aggressore possa essere
lui. Oh, andiamo.
Per
fortuna, la ragazza risponde solo di non saperlo. Deluso, Tony la
molla con un piantone, e lei inizia a sentire voci strane. Io non mi
stupisco più, fate vobis.
Frattanto,
lo sceriffo stalkera (che bella novità) Kung fu fighter,
assillandolo sulle probabilità che Lucy ha di recuperare la memoria
dopo quello che ha subito. Il medico cerca di piantargli nel cranio
che quanto è successo non ha alcun tipo di precedente nella
letteratura scientifica, né, in senso lato, nella realtà. Io
continuo a dire che sono tutti un po' troppo tranquilli di fronte ai
morti che tornano in vita, ma contenti loro.
La
ricerca di Claire la conduce a casa della figlia un po' stronza del
medico legale: spera, infatti, che qualcuno abbia notizia dei
movimenti della figlia, e Ben pare ignorarli. La donna chiede
direttamente alla ragazza se conosca un nuovo fidanzato di Lena, o
qualcuno di simile, e l'altra si lascia scappare prima che questo
ipotetico tizio potrebbe esistere, poi che l'amica “conosce un
sacco di uomini”.
Tuttavia,
assicura di non averla vista con nessuno la sera precedente. E noi,
porcaccia fradicia, sappiamo il perché, e tremiamo guardandola che
sonnecchia nel letto di Adam.
Il
quale sta pestando solo l'Altissimo sa che cosa in un mortaio. Alla
domanda giustamente preoccupata della giovane, biascica un insieme di
erbe, ed esprime l'intenzione di schiaffargliele sulla schiena. Dato
che si tratta di una persona che conosce da due minuti e cui può
attribuire le competenze mediche di una mangusta, lei accetta.
Mentre
un inedito Adam crocerossino applica il pastone sulla ferita, Lena
gli chiede se viva solo, e lui parla della madre morta e del
fratello, che ha fatto “qualcosa che lui non può perdonare”. Di
getto, Lena risponde che anche lei ha una sorella, e che le cose tra
loro non sono proprio lisce come l'olio. E' stata lei, però, a fare
qualcosa che non può essere perdonato. Ecco il motivo di tutto ciò
che le sta accadendo: dovrebbe essere morta.
Adam
la guarda con occhi nuovi, prima di replicare che dovrebbe essere
morto anche lui. Eppure sono lì, vivi. E forse non è troppo tardi
per cambiare.
Che
dite, ci crediamo?
Intanto,
ci spostiamo alla stazione di polizia: Julie vi si è precipitata
dopo che Nikki le ha lasciato un messaggio in proposito di Victor.
Hanno infatti portato dentro per un motivo che non ho capito una
senzatetto che è stata vista con lui in una tavola calda poco tempo
prima. La donna, aggiunge Nikki, va ripetendo di essere la moglie di
George Goddard; è probabile che si tratti solo di un delirio, ma
siccome Julie era il medico di George, forse la sua presenza aiuterà
la donna ad aprirsi e a collaborare con le indagini sul ragazzino.
Appena vede Helen, tuttavia, Julie si piglia un colpo: ha visto le
sue foto nella casa del paziente deceduto, e non ha dubbi che lei sia
chi dice di essere. La cosa, come è chiaro, non la rasserena.
Quando
si rende conto che il medico le crede, la donna diventa ciarliera, e
conferma di essere morta nell'inondazione del 1986, raccontando i
propri ricordi in proposito. Inoltre, svela finalmente a Julie la
storia di Victor/Henry. Scioccata (anche se, ripeto, mai abbastanza),
la dottoressa chiede come si faccia a rendersi conto se si è morti o
meno e, con un sorriso rassicurante quanto quello di Paolo Brosio, la
donna risponde che c'è solo un modo per scoprirlo.
All'uscita
dalla sala interrogatori, Julie viene placcata – non in senso
letterale. Sarebbe stato bello – da Nikki, che l'affronta,
chiedendole se davvero pensa che ci sia un barlume di senso in quello
che la sedicente Helen ha sbrodolato. Nonostante sia chiaro che la
sceriffa, sul piano teorico, ha ragione, il medico si limita a dire
che, forse, Victor e la donna non sono i soli; forse anche lei è
tornata indietro dalla morte. Nikki, una delle poche persone di buon
senso rimaste qua in mezzo, replica che lei era presente, e ha visto
l'ex amante combattere come una tigre per riprendersi. Julie scuote
la testa, e ribatte che per lei sarebbe un sollievo scoprire di
essere come Victor ed Helen: forse, qualcosa spiegherebbe perché non
sia riuscita a “sentire” la vita dopo quello che le è successo.
Momento sguardo intenso tra Antonio e Rosita, e Nikki prende la mano
dell'altra e se la schiaffa sulla tett – sul cuore, domandando “E
questo? Riesci a sentirlo?”
Ritroviamo
Victor/Henry e Peter lo psicologo on the road, e quindi in un
cimitero nel mezzo di chissà quale bosco. Boh. Quel che conta è che
Peter conduce il ragazzino ad una lapide, e inizia a raccontargli la
classica storia strappalacrime da telefilm americano, quella che
inizia con “we busted out of class, had to get away from those
fools” e finisce con due morti ammazzati.
Long
tale short, Peter e un suo amico hanno mollato la scuola per darsi
all'avventura e alla vida loca. Ottimo piano, bravi. Essendosi
trovati presto a corto di soldi (che sorpresa), hanno deciso di
tentare una rapina. In una casa, non di borseggiare una vecchietta
alla fermata del tram. Non so qui chi vinca il premio pane&volpe,
ma non importa. L'appartamento avrebbe dovuto essere vuoto, non si
capisce bene in base a quale assioma, e invece c'erano, come ormai
sappiamo, Henry e sua madre. L'amico di Peter ha freddato la donna e
mandato il complice alla ricerca del bambino, che poi ha giustiziato
a sua volta; lo psicologo insiste nel dire che lui non aveva idea
della piega che avrebbe preso la questione. Perché derubare la gente
con una pistola carica in mano gli era sembrata tanto una buona
pensata. Sicura ed innocente come Heidi.
La
lapide, scopriamo, appartiene al vecchio amico di Peter, morto di
cancro da tempo. L'uomo spiega al bambino che ha voluto mostrargli
che colui che si era reso materialmente responsabile di quello che
gli è accaduto non c'è più; dopodiché, e dopo l'affermazione di
aver trascorso gli ultimi ventinove anni ad espiare per ciò che ha
fatto quella notte, offre una pistola al bambino e gli chiede di
perdonarlo. O di finirlo.
I
NEURONI DOVE SONO, RAGAZZI. DOVE.
In
quel mentre, una figura con il passamontagna emerge dalla foresta.
Paiura. Lo spettro, o non morto, o qualunque cosa sia, prende la
pistola dalle mani di Peter e gliela punta alla tempia, mentre lui
geme di terrore o colpa. Scavalcamento di campo che mi ha lasciato
perplessa, e uomo e bambino sono di nuovo soli: lo psicologo ha
l'arma in pugno, e si sta minacciando da solo, per quanto questo
concetto abbia un senso. Allucinazioni? Altro? Boh, io sono lost in
confusion, like an illusion. Peter si contorce dal punto di vista
spirituale, e Victor/Henry, indisturbato e muto, se ne va.
Rimasta
sola nella stanza di Adam, Lena ha l'idea brillante di acchiappare il
telefono, e vede settantordici chiamate perse dalla madre; decide
quindi che forse è il
caso di farsi sentire, e rassicura un'angosciata Claire dicendole che
sta bene ed è al sicuro. La madre sta già uscendo per andare a
prenderla, ma lei la blocca sul nascere: non ha intenzione di
lasciare il posto in cui si trova, grazie. Uh, no. Uh, no no.
Disperata,
Claire le ripete che deve tornare in ospedale, e le chiede scusa di
non esserle stata vicina a sufficienza; al che, la povera Lena scatta
con un “è un po' tardi, non ti pare?” e le riattacca in faccia.
Ahia.
Frattanto,
Camille il brufolo nel naso vive in un 2015 parallelo in cui si
lasciano i messaggi in segreteria e ne incide uno per Ben,
chiedendogli, ovviamente nelle vesti di Alice, se possono vedersi.
Inoltre gli domanda scusa per la scenata della
sera prima. Ah, va bene.
Di
sotto, Claire si tormenta: è sicura che Lena è con qualcuno. Jack
cerca di calmarla, e lei lo affronta in proposito della reputazione
della figlia. Mentre era al Dog Star con la sua giovane amante, Jack
forse guardava Lena andar via ogni notte da ubriaca con uno
sconosciuto, e la lasciava fare?
L'uomo
risponde che la figlia è legalmente adulta, e Claire sbotta. Amabile
scambio di battute in cui i due si accusano vicendevolmente di essere
un fallito che si trascina nella disperazione ed una martire
inconsolabile che non sa più che fare dal momento che ora non ha
nessuno da piangere.
In
tutto questo, mollare una figlia diciannovenne e malata in giro per
il mondo pare accettabile. Ma le care, vecchie mamme che ti prendono
a mattarellate?
Frattanto,
Lena fruga tra le cose di quello che non sa essere un ex serial
killer forse redento che ha conservato i vestiti della madre morta.
Adam
rientra, e la vede; gli piglia un po' male, e piglia male anche a me,
finché lei non sgrana gli occhioni e chiede in prestito uno degli
abiti della defunta signora, per cambiarsi la vestaglia
dell'ospedale. Anche se turbato, lui accetta, e lei si infila un
cencio made in Poveracci, established 1995. In quel momento, il
ronzio di un motore annuncia l'arrivo del pick up di Tony.
Subito,
Adam corre fuori e si para davanti al fratello, il quale dice di
volergli parlare. Lui si rifiuta e, quando Tony scorge la sagoma di
Lena alla finestra e gli chiede se ci sia qualcuno in casa, risponde
che anche la loro madre è tornata dalla morte, ma ha detto di non
voler mai più vedere l'uomo che ha ucciso suo figlio. Distrutto,
Tony se ne va, e il fratello torna alla sua ospite. La quale è
sconvolta, perché ha visto gran parte della scena: conosce Tony, e
sa che suo fratello è morto da anni. Adam le spiega che è più o
meno e risorto, e che non aveva perso la vita per una malattia: era,
le dice, una persona cattiva, ed era stato questo ad ucciderlo.
Lena
gli risponde che si è preso cura di lei e non può essere malvagio,
e dopo trenta secondi scattano bacio e spogliarello.
Beh,
forse la reputazione della fanciulla non era del tutto
ingiustificata.
Al
Caldwell Community Center, Peter lo psicologo ormai sull'orlo del
crollo emotivo fissa una vecchia foto che lo ritrae, immagino, con
l'amico impallinatore di donne e bambini. Una sagoma compare dietro
la porta: è Claire, che gli parla di come si è lasciata vivere
nell'ombra della morte di Camille, guardando sempre e solo indietro.
Ora, aggiunge, è il momento di spostare l'attenzione su ciò che ha
di fronte.
Vero
che lo indovinate? Vero?
Limone
maturo anche qui, signore e signori. E che succede stasera?
Ci
spostiamo al Dog Star, dove Tony sembra aver deciso di affogare i
propri problemi nell'alcol. Jack, forse sull'onda del senso di colpa,
gli chiede se abbia visto Lena andar via con qualcuno la sera
precedente; lui, però, non è in grado di aiutarlo, e quindi si
passa a casa Winship e a Camille.
Toc
toc di sassi tirati contro la finestra in piena notte, e Ben ruzzola
dentro la stanza. Pover'uomo. Non solo sembra uscito da un teen drama
anni novanta,
ma
è anche così pirla da aver accettato l'invito della sedicente
Alice. Lei non lascia quasi che si guardi intorno –
comprensibilmente, dato che lui pare scosso dal fatto che ogni cosa
sia identica a com'era quella famosa mattina di quattro anni prima –
e gli salta addosso, tentando una mossa a sorpresa; tuttavia, a volte
le celluline grige ritornano, perché il nostro Dawson dei poveri se
la scrolla di dosso, domandandole un sacrosanto “Chi sei, tu?”
La
ragazzina gli risponde che lui sa già chi lei sia; quando Ben
mormora “Camille?”, anziché smentire lei si limita a fare sì
con la testa. Pessima mossa.
Terrorizzato,
e a ragione, il giovine scappa, mollandola lì con la sua voglia di c
– ompagnia, ovvio.
Stessa
notte, posto diverso. Per la precisione, sul tetto di un palazzo non
meglio identificato. Julie, memore di quello che le ha detto Helen,
sta sulle punte dei piedi, indecisa se buttarsi o meno. Per fortuna,
prima che le cose finiscano a schifìo compare Victor, e le si getta
addosso, abbracciandola. I due si stringono, ma Julie ha il germe del
dubbio da eradicare: prima di tutto, gli chiede se per caso lui
l'abbia seguita fin dall'inizio perché anche lei è tornata dal
mondo dei morti. Il bambino le risponde subito che non è così: lui
la segue perché lei è una fata, e sua madre gli ha giurato che le
fate lo proteggeranno per sempre. La dottoressa tenta di
razionalizzare (con un ragazzino non morto di nove anni. Applausi),
ma Victor replica che lui sa che lei è una fata. Lo sa e basta.
Julie cede. Sarà una fata, se è questo che vuole il bambino.
Sentito
quel suono di pietra che si sgretola? Bene, era il mio cuore.
In
ospedale, Jack, che è un po' un ebete ma ha dei sentimiiienti, va a
trovare Lucy, l'amante che lo truffava facendosi dare soldi per una
causa di separazione immaginaria e sosteneva di dover fare sesso con
lui per sentire la voce della figlia morta. Grey, ottimo direi.
Lei
si sente giustamente in colpa, e, dopo aver ammesso di avergli
mentito, si scusa, ribadendo che lui dovrebbe odiarla. Jack dice che
forse dovrebbe, ma lei ha meno responsabilità di quanto pensi: in
fondo, lui le credeva perché voleva crederle. Nel mezzo di questo
siparietto, Lucy rivela che, da quando si è risvegliata, sente
davvero voci che le dicono cose spaventose.
Al
lupo, al lupo?
No,
dal momento che d'improvviso sbarra gli occhi e mormora a Jack che,
il giorno della sua partita di baseball, suo padre non era rimasto
bloccato al lavoro, era al bar. La macchina non aveva slittato
sull'asfalto ghiacciato, ma perché lui, il conducente, era ubriaco.
Che gli dispiace che Jack, il quale fissa la ragazza, sempre più
sconvolto, abbia dovuto crescere senza di lui. E che – qui Lucy
impallidisce e balbetta, vinta dal terrore – ha paura per il
figlio. Molta paura.
Ladies
and gentleman, titoli di coda.
Che
dire di questo episodio? Abbiamo superato la metà della serie, e non
si può negare che siano successe un bel po' di cose. Forse troppe:
metà del mistero che ci ha tenuti inchiodati alle sedie fino ad
adesso è volato dalla finestra con le spiegazioni di Peter a
Victor/Henry. D'altro canto, né Simon né Rowan sono comparsi per
l'intera puntata, quindi la prossima settimana, che ormai è questa,
ne vedremo delle belle. A voi il link, dolcezze.
Complessivamente,
tornerei sul sei e mezzo/sette dell'inizio: la narrazione si è
ripresa, dopo un leggero calando.
Nota
d'autore: le opinioni che ho espresso nel precedente pippozzo sono
tante e del tutto discutibili. Scrivete, parlate, insultatemi e
compagnia, discutiamone! Tengo molto ad avere il vostro parere sui
nostri redivivi beniamini.
Nell’attesa di tornare ad infastidirvi questa settimana, vi ricordo di spolliciare la pagina Facebook di Diretta Telefilm e di seguire il profilo Twitter per tutte le news sulle vostre serie preferite!
Un ringraziamento speciale, inoltre, alle pagine che hanno pubblicato la mia recensione precendente:
Tanti orsetti gommosi agli admin, che sono stati disponibilissimi e carini!
Vi mando un grosso abbraccio! Alla prossima,
Tonks
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