mercoledì 13 maggio 2015
Mie care ciambelline ricoperte di zucchero,
buonasera! Come butta? (Santo cielo, mi sembro il
Principe di Bel Air). I primi caldi stanno smussando le vostre intemperanze
invernali, o gonfiando senza pietà i vostri piedi?
Indovinate quale delle due alternative è la mia.
Indizio: sono una zitella intrattabile.
Ecco, più o meno. Scambiati gli indispensabili
convenevoli, vi invito a salire a bordo alla svelta: siori e siore, è arrivato
il momento che tutti stavamo aspettando! Tra pochissimo, vedremo svelati i
molteplici misteri di Mortiviventi Town!
O almeno spero. E anche gli sceneggiatori farebbero
bene ad augurarselo.
Ordunque, in carrozza, e partiamo per questo (mi
auguro) emozionate season finale.
Solito flashback d'inizio, solito bosco. Sto
sviluppando una forma di allergia agli alberi. Ci troviamo a ventinove anni di
distanza dalle vicende narrate, e due ragazzini campeggiano allegramente (?). Cioè,
per la verità uno, con gli occhi più rossi dei capelli di Jamie Fraser, sta
rimproverando all'altro di non aver trovato in giro nulla di decente da
mangiare; il compagno di merende gli fa notare che ci sono poliziotti ovunque,
e grazie alla mia eccezionale potenza d'encefalo comprendo che si tratta di
Peter lo psicologo e del famoso amico impallinagagni.
Occhio di Fatto, che mi pare risponda al nome di
Ritchie, guarda un giornale rubato, forse, a uno scoiattolo colto e si compiace
del fatto che la polizia non abbia idea di chi ci sia dietro alla rapina finita
male di pochi giorni prima. Peter non condivide tanto scanzonato ottimismo; in
particolare, sembra turbarlo il fatto che siano effettivamente morte due
persone. L'altro, il quale ha forse parentele altolocate,
minimizza. Ciò nonostante, il futuro santone di
Poracci Town ne ha abbastanza: raccoglie i propri letterali quattro stracci e
afferma che cercherà di raggiungere il Canada.
Forse gli piace lo sciroppo d'acero. O non gli piace
l'idea che gli sbirri americani gli sparino alle chiappe.
Ritchie si dà alla disperazione, e però avevi detto
best friends forevah, e che vuoi che sia un bambino pieno di piombo, e avevamo
deciso di andarcene in giro come Sal e Dan.
Boia de', Kerouac ha trapanato il cervello a un'intera
generazione.
Letture in comune a parte, Peter è resoluto, e volta
le spalle al compare; il quale, manco a
dirlo, gli punta addosso la pistola, con la motivazione che lui si farà beccare
di sicuro, e altrettanto di sicuro farà la spia non è figlio di Maria. Non che
ci sia tempo di offendersi per la mancanza di fiducia.
Peter, già dotato di una fede cazzona nell'essere
umano, parla con il fattone armato che ha appena ammazzato due poveri cristi, e
siamo come fratelli, e lo sai che non vuoi farlo, e e e.
Ovviamente, Ritchie non abbassa la guardia manco a
morire, e l'altro, lasciata perdere la diplomazia, gli salta addosso.
Segue una breve colluttazione (peraltro meno credibile
di #nofilter su Instagram), durante la quale il disturbato spara, e trapassa
l'addome dell'amico. Poi piange e gli ficca in mano una copia di On the
road.
Per farla breve, Peter schioda. A riprova del fatto
che andare alla ventura prima ancora di aver finito il liceo è una mossa
avventata.
Oggi, ecco il nostro Bobo Vieri della psicanalisi
intento a fare le valigie, o meglio, a sfogliare lo stesso libro che abbiamo
visto poco fa. Dentro, una foto scolorita; il nostri occhietti di lince notano
immediatamente che, dietro, oltre ad una data, sono riportati due nomi: Richard
Qualchecosa ed Andrew Bohnonmiricordo. Accidenti. Che ci sia altro che non
sappiamo?
Giusto il tempo di qualche secondo di pathos e
contemplazione di un ritratto di Claire, e la polizia, capitanata
dall'intrepido Tommy lo stalker, fa irruzione al CCC. Lo psicologo si dichiara
perplesso; del tutto a caso, lo sceriffo sottolinea che è il giorno del proprio
matrimonio,
per poi mettere le manette a Peter. Il quale,
perplesso, gli chiede che reato ha commesso.
La risposta è coerente col personaggio: “Beh, non so.
Frode...furto di identità..troverò qualcosa che regga.” Alla faccia del piano
diabolico. “Non so chi o che cosa tu sia, ma è sbagliato. Questa è la mia
città, la mia famiglia.” Parenti simpatici. Complimentoni. “E farò qualunque
cosa per tenerla al sicuro.”
Titoli di testa, e io sto già cominciando a mangiarmi
le dita. Le unghie le ho finite.
In città, Lucy, l'unica qui che non procurerebbe
sincopi a Enzo Miccio, passa davanti al solito murale commemorativo della
tragedia della diga. Le facce dipinte le parlano. Vocine nella testa.
Tutto regolare, procediamo.
Eccola che arriva al Dog Star, che qualche fata
madrina di passaggio a Poracci Town ha trasformato da covo di bevitori in
camicia a quadri a ristorante di classe. Di fronte al comprensibile stupore
della cameriera, Jack sbotta che c'è il matrimonio, e gli arriveranno cento
persone tra poche ore, ed è ridotto a fare il wedding planner.
Scusate, ma quando ci vuole ci vuole.
Incurante dello stress insito nelle camelie e nelle
vecchie zie per cui il cibo è sempre troppo freddo, Lucy afferma di aver
ricominciato a sentire cose strane: a parer suo, si tratta dei morti nel
disastro di tanti anni prima, che cercano di avvisare i vivi. Qualcosa di
orribile sta per succedere; è evidente che devono dirlo a tutti!
Per fortuna, Jack ha ancora un'arachide di cervello
che gli balla nel cranio, e invita la ragazza a considerare la reazione che la
gente avrebbe di fronte a uscite quali “Ehi raga! Cioè, io comunico con
l'aldilà, cioè, buone vibbbbrazioni, e i cosi, lì, i trapassati sentono
puzza di calamità, insomma.”
Lei pare placarsi, e l'uomo sottolinea che lui le
crede. Sem a post.
Di sopra, miss Tinca Frangettona indossa quello che a
un primo, orripilante sguardo mi era parso l'abito, e invece è solo un
accappatoio preoccupante. Tutta pronta e coiffata, si mette a piangere
e dice al prete di avere addosso da tutta la mattina
una sensazione di catastrofe imminente.
Ellamadonna, tra poco comincio a fare gli scongiuri.
Frattanto, una bella bruna giunge a Allegria Town, e
chiede ad un tizio cavallino del distributore di benzina se ci siano stati
strani black out di recente. Lui conferma, domandandole se lavori per la
compagnia elettrica; no, replica la donna, sta solo cercando delle persone.
Conosce per caso la famiglia Winship?
Alla guida del camioncino del suo sventurato amante,
Helen viene sorpresa da una voce che non sente da tempo: è George, il marito,
che sorride dal sedile posteriore. Non ha l'aspetto dell'anziano che si è
suicidato all'inizio, bensì dell'uomo di mezza età presente nel flashback della
scorsa puntata.
L'uomo si scusa per aver rinchiuso la moglie in un
ospedale psichiatrico. Ora, infatti, vede che lei aveva ragione: nella città
stessa esiste qualcosa di maligno.
Helen è l'unica ad averlo sempre saputo. La città
lotterà contro di lei, la trascinerà verso il basso; la donna deve giurare che
non la lascerà vincere.
Con voce rotta, Helen giura, e si volta a guardare
dietro di sé: è sola dentro il veicolo. Oggi va così.
Alla centrale di polizia, Claire fa visita a Peter,
rinchiuso in una cella dipinta come la mi classe dell'asilo. Gli chiede quale
sia la verità, e tutta la verità sul suo conto; lui ammette che il suo vero
nome è Andrew Barlett, ma alla domanda “come sei morto?” risponde
“Nell'inondazione.”
Lei domanda perché lui non le abbia mai detto niente,
lui risponde che non voleva turbarla perché voleva essere l'uomo che lei aveva
sempre voluto e e e. La questione successiva, ad ogni modo, è spinosa: come mai
Peter è stato bello zitto, mentre Camille cercava di capire che cacchiolina le
stesse accadendo?
Lui, deludente, balbetta qualche psicocazzata. Forse
stufa come me, Claire lo accusa di essere un codardo che si è fatto scudo di
sua figlia, e se ne va. Applausi del pubblico.
A casa Winship, intanto, compaiono sulla soglia le
amiche stronze di Lena, la figlia del mortezzaro&socia; quelle che, per
intenderci, non la pisciano di striscio da quando è arrivata Alice. Come
tutti, ormai, sanno la verità su Camille, ed affermano di volerla vedere. La
ragazza non pare intenzionata ad accontentarle, forse temendo domande
imbarazzanti e facce da zoo.
Camille, tuttavia, sbuca dal corridoio, felice di
vedere le due, le quali si profondono in smancerie e si dicono sconcertate dal
fatto che alcuni ragazzi, tra cui un certo Hunter, abbiano sparlato
dell'allegra ragazza morta sui social network. Dopodiché, chiedono se le
Winship vogliano unirsi a loro per un pomeriggio al lago.
Lena è entusiasta,
ma il desiderio di accontentare la sorella la spinge
ad accettare.
Alla meta, le quattro ciampornie sono accolte da
altrettanti uomini in costume; uno di questi è il famoso Hunter, cosa che
spinge Lena a cogliere la palla al balzo e tentare di fuggire con Camille.
Manovra fallimentare, perché il bulletto di quartiere si scusa per quanto ha
detto e fatto, sostenendo di aver cancellato il post. Analogamente, Ben (che
sta meglio nudo che con quegli orrendi vestiti anni Novanta) chiede perdono per
il suo comportamento di qualche sera prima, e, afferma, è molto felice che la
ragazza sia di nuovo tra loro. Al suo “Mi sei mancata davvero, Camille”, Lena
ha un ombra di colica renale.
Nel mentre, all'ospedale, Kung Fu Fighter rassicura
Julie: Nikki se l'è cavata con un polso slogato e una leggera commozione
cerebrale. Mentre io sospiro di sollievo, la dottoressa acchiappa il sempre
imperturbabile Victor per il bavero e lo trascina in macchina, dove inizia il
cazz- la sgridata. Mentre lei urla, tuttavia, lo sgnappetto, che nonostante
l'aspetto efebico dev'essere in piena adolescenza, accende la musica a palla.
Julie la spegne, a muso duro, e continua a strillare:
è sbagliato cercare di accoppare la gente, e non si fa, e non è così che ci si
comporta. Lui rimette la musica. Lei la rispegne. Lui la rimette. Le gioie
della maternità.
Esasperata, la dottoressa stacca a forza le mani di
Victor dall'autoradio, e gli grida di smetterla. Al che, lui riaccende il tutto
con il pensiero.
E forse, dico forse, l'altra Premio Nobel si rende
conto della situazione in cui si è andata a cacciare.
Al lago, la situazione sembra invariata: Camille che
si diverte con le gggente, e Lena sola in un angolo. Ben, che disgraziatamente
si è rivestito e ha I MOCASSINI, porchissima la miseria ladra, le si avvicina,
e le chiede papale papale se lei dia ancora a loro due e a quello che hanno
fatto la colpa di quello che è accaduto alla gemella. Lei replica che è stato
un incidente, e lui, forse fresco di confronto formativo con Tommy lo stalker,
si butta, domandando se magari, ora che Camille è tornata e tutto, non
ci sia una possibilità per loro due.
Ciccio, ho conosciuto un altro.
Oh, santa pazienza. Che sia il killer psicopatico
morto?
A salvare Boyband Ben dalle lacrime ci pensano gli
altri dementi, che hanno tirato fuori un sacchetto di funghi allucinogeni. La
rediviva ne mangia una bella manciata, e Lena smatta. Ma come, avete dato alla
mia bimba della tttttroca?! Ha sedici anni!
L'altra reagisce in modo maturo,
ma Hunter rivela discernimento, e sostiene che loro
avessero più o meno l'età di Camille la prima volta che si sono sballati.
Anvedi, a sedici anni io bevevo galloni di Nastro Azzurro. Mentre si consuma il
minidramma, la donna bruna di poco fa bussa alla porta di casa Winship e dice
di essere una giornalista che ha visto online i post sul ritorno di Camille.
Glaciale, Claire risponde che sua figlia è morta da quattro anni. Arrivederci e
grazie.
Arriva il momentone (yawn) del matrimonio. Rowan
percorre la navata, e la porta sbatte; io spero sia Simon, ma è solo una
visione di lei stessa sette anni prima, in lacrime. Turbe psichiche della sposa
a parte, tutto sembra procedere per il meglio, e il pastore dispensa saggezza.
Quando mi sposo ne voglio uno uguale.
Altrove, un uomo in atroce giubbotto beige cammina
lungo la strada. E' Simon, e una macchina accosta; niente serial killer, non
siamo in Criminal Minds...si tratta di Helen. Anvedi che incredibile fortuna.
La donna lo carica, gli dice di averlo già visto
all'onnipresente CCC e di non credere alle coincidenze, e a proposito, dov'è
diretto? Ovunque lei vada, dice Simon, che non ha un grosso scopo nella vita,
in questo momento. Proprio mentre Helen sta rispondendo con un sibillino “Oh,
no. Non vuoi venire con me, non vuoi”; l'autoradio crepita, e la macchina
sbanda così pericolosamente da uscire quasi di strada, finendo in un
precipizio.
Mentre il mio cuore recupera i battiti, i morti
dementi si interrogano sulla causa dell'incidente; è la città, afferma Helen,
sicura. Per lei, Sfiga Town è tipo il precedente governo per la Prestigiacomo.
Mentre apre il cofano in cerca di un cric, tuttavia, Simon trova altro: chili e
chili di tritolo.
Manco il tempo di porsi due domande. Helen, che ci ha
preso gusto, gli molla una bella botta in testa.
In chiesa, Rowan pronuncia il fatidico “I do”: Quel
poraccio di Tommy fa la faccia di chi ha aspettato quel preciso momento per
crederci.
Spinta da un'improvvisa fiducia nella terapia
comportamentale, Julie porta Victor nella sua vecchia casa, e gli fa
ripercorrere il trauma subito.
Sa, gli dice, che tutto quello che lui vuole è
qualcuno che si prenda cura di lui, e che crede nella fata di cui gli
raccontava sua madre; la fata, però, non esiste, e anche se lei ha cercato di
vestirne i panni è arrivato il momento di separarsi. Lui non la prende
benissimo.
Julie afferma che gli vuole bene, e in quella un
figuro incappucciato (Ritchie?) evocato dal gagno salta fuori dalle tenebre. Io
sono tipo in rianimazione, non me lo aspettavo, santa Emerenziana.
Il fantasma inizia a strangolare la dottoressa, la
quale, nonostante tutto, riesce a sussurrare che Victor le ha salvato la vita
in moltissimi modi, ma che è arrivato il tempo che vada. “Il tuo posto non è
più qui”: su queste parole, sia Victor che la visione scompaiono.
Mentre io mi pongo domande, Helen, una donna che non
va per il sottile, arriva alla diga, e si infila in uno dei tunnel scavati
nella roccia. Uhm. Meglio lasciarla ai suoi loschi traffici, e concentrarci
sulla banda di regazzini in trip.
Due quasi zumpano nel ruscello, una corre con le
caprette che le fanno ciao, Hunter si specchia in un coltello. Va beh.
Dal canto proprio, Camille è integra come un
sacrestano, e io provo pena. Sai che palle, vivere senza manco la possibilità
di ciuccarsi secchi. Ad ogni modo, Lena va a pisciare nel bosco (sic), e la
fanciulla, rimasta sola, viene avvicinata da Hunter...al quale la fattanza ha
suggerito un'idea geniale.
Camille non è sballata perché non è umana.
Sanguinerà, almeno?
E così, per il bene della scienza, le dà
una bella tagliazzata al braccio.
Il grido belluino della poveretta sembra scuotere
tutti dal torpore, e Lena ringhia; sono sicura che picchierebbe lei il
miserabile, e anche forte, ma Ben si fa avanti per primo, cacciandogli uno
spintone. Che cavaliere.
Il tentativo di giustificazione di Hunter è “Non è
reale. E' morta”, al che Camille fugge nel bosco, e gli altri due –
sorella&friendzonato - dietro. Ammazza che scampagnata esaltante.
A notte fonda, le ricerche sono ancora in corso. Per
fortuna, quando, da adolescenti, ci giravano i cinque minuti, noi per
nasconderci avevamo solo il parchetto sotto casa. A trovare la fuggitiva è
Boyband Guy, che, preoccupato, le controlla la ferita al braccio; dopo l'attesa
scenetta (“sarò un mostro per sempre”, “ma no, lui è un idiota, tu sei
fantastica”), Camille, anche lei con pochissime idee ma in compenso fisse,
tenta di baciare il proprio soccorritore.
Ben si sottrae, dicendo di non potere; per Lena,
ovvio. Al che, la giovane pone la più angosciante delle domande formulate in
questa serie finora: perché lei? Perché non io? Guarda che mi hai baciata per
prima, in terza media, eh.
La risposta è da campionato del mondo. Lo giuro. Ho
pianto calde lacrime di ignoranza, una roba che manco l'Uomo Gatto alla finale
di Sarabanda.
“Lei era pronta a fare sesso. Tu no.”
EROE.
Dopo questo attimo di gloria, il personaggio torna nei
binari della melassa, dicendo che dopo l'incidente lui e Lena si sono uniti e,
pirla qual è, lui si è innamorato davvero.
Lei non lo ama, ribatte Camille con logica
inappuntabile. E ce riprova.
Fedele a se stesso, Ben la respinge ancora un paio di
volte; quando esce la fatidica frase “adesso sono pronta”, però, tutto
al diavolo.
Al batacchio non si comanda.
Lena, che, povirazza, gira ancora tutta sola nel
bosco, avverte la sensazione di malessere che Camille aveva provato il giorno
dell'incidente. Miseria, spero sia una cosa passeggera, o alla lunga potrebbe
diventare fastidioso. Ad ogni modo, Camille si agita peggio di Sara Tommasi e
quel mollusco di Boyband vede, al posto suo, Lena. Le mie cuffie sono rotte, e
credo mia madre pensi che mi guardo i porno.
In quella, mentre Lena cerca di farsi passare il mal
di panza, una figura incappucciata emerge dagli alberi. Madrediddio.
“Adam?”, domanda la ragazza. Quasi lo spero.
Al pronto soccorso, Nikki è un po' ammaccata ma in
salute, e chiede subito a Julie dove sia Victor. Andato, risponde lei; è tutto
finito.
Le due piantano un albero di limoni, ma io continuo a
sostentarmi a pane e ansia.
E infatti.
A riprova del fatto che le vecchie zitelle sgamate non
hanno mai torto, ecco Victor che passeggia lungo la statale al buio. Una
macchina si ferma; è una donna, un po' più giovane di Julie. Solito teatrino:
ti sei perso, hai freddo, sali in macchina, e lui zitto. I due si allontanano
insieme, lasciandosi alle spalle Casinocosmico Town. Ho un consiglio per questa
gentile signora.
Il matrimonio volge, vivaddio, al termine, e la
cantante assoldata per l'occasione sta allietando il Dog Star con Baby, it's
a wild world. Frangettona e lo stalker aprono le danze; idoli in questa
scena le comparse, che non fanno alcuno sforzo per nascondere di essere state
pagate pochissimo.
Dietro il bancone, Lucy fissa la coppia con il misto
desiderio e incazzatura tipico delle single a nozze,
quando Jack la prende per mano e la porta in pista. I
due ballano, allacciati, e per un secondo quasi mi dimentico di non avere un
cuore.
Puntuale come le tasse, tuttavia, Claire entra nel
locale per qualche strana ragione. E ne esce subito dopo, sbattendo la porta.
Con l'abbacchiato beneplacito di Lucy, Jack insegue la
moglie...e, proprio quando il pensiero di tutti è “uhm, bella la deriva alla Beautiful,
ma teoricamente vi dovrebbe scoppiare la città sotto il c- naso”, la corrente
elettrica si interrompe.
Solo che, mentre io pensavo che fosse opera di Helen,
lei stessa resta al buio, proprio nel momento in cui stava per piazzare la
trappola esplosiva. Puro stile Mignolo col prof.
“Stavolta non mi fermerai”, ringhia la donna, credo
rivolta a 'sta stramaledetta cittadina.
In prigione però la corrente c'è, casomai i
prigionieri dovessero dilettarsi leggendo o limandosi le unghie dei piedi.
Peter ha una visitatrice: la donna bruna di prima, la quale continua a
sostenere di essere una giornalista e di stare cercando informazioni su Camille
Winship. La gente, gli riferisce, ha detto di venire a parlare con lui; secondo
molti, lui e la ragazza hanno qualcosa in comune.
Di fronte all'ostinato silenzio dell'uomo, la bruna
sgancia la bomba: non si tratta della prima città in cui i morti hanno
cominciato a risorgere. E lo sa, Peter, che cos'hanno in comune tutti quei
posti?
Beh, da un giorno all'altro hanno cessato di esistere,
e con loro tutti gli abitanti.
Nella foresta, qualcuno non se la passa benissimo.
Camille sta ancora ansimando, soddisfatta come un riccio; peccato che, come lei
stessa scopre amaramente, Ben sia morto stecchito.
Devo ammettere che questa mi ha fatto veramente cadere
dal banano. Addio, povero Boyband. Vorrei che questo fosse il tuo epitaffio.
Non che conti molto, visto che tutti lo raggiungeranno
presto nell'aldilà. Helen, scaltra come una faina, ha una torcia.
Però ha anche un pacco di fiammiferi degli anni
Ottanta, e ci mette mezz'ora ad accenderne uno. Anche i migliori sbagliano.
E falliscono: appena la fiamma prende vita, un
improvviso soffio di vento la spegne.
Al Dog Star, Lucy ed un'altra cameriera stanno
accendendo le candele, quando il solito blob nero esce dal lavandino. Questa
volta, però, è accompagnato da voci che si accalcano nella testa della ragazza.
Come in trance, Lucy si avvicina a Rowan, e dice di
doverle trasmettere un messaggio: lui arriverà presto, e quando arriverà, lei
dovrà ascoltarlo.
L'acume di Frangettona la porta a rispondere: “Chi?”
Nonostante la replica sia ovvia, non arriva nel modo
che ci attendevamo. Infatti, la cameriera mormora “L'uomo il cui bambino porti
in grembo.”
Oh, no. Oh, no no
no no.
NO.
Ai margini della città, Simon, redivivo dopo la botta
in testa, corre come un disperato; si ferma solo nel vedere muri d'acqua che si
infrangono sul centro abitato, che lo sommergono, che distruggono tutto...e
urla, urla per Rowan, per sua figlia...
E' un attimo. La visione scompare, Checazzoabitanoancoralì Town è al proprio
posto, tranquilla. Ancora scosso, e con la consapevolezza di poter evitare una
tragedia, Simon si lancia nella notte...
e finisce la serie.
Prego?!
Che dire? Fin qui mi sono divertita, ho avuto persino un po' paura, ho tenuto il fiato sospeso, ed ora...
Ecco, io non so se una seconda stagione sia in programma, e soprattutto non ho capito se questa vicenda venga considerata autoconclusiva. In tal caso, spero vi unirete a me nel venire a picchiare gli sceneggiatori. Metà delle cose non sono state spiegate, e soprattutto un personaggio come quello della "giornalista", che chiaramente sa molto di più di quanto non lasci intendere, viene appena sfiorato, lasciando un consistente amaro in bocca. Claire continua a non sapere la verità su Peter, Camille è nel bosco con il cadavere di Boyband, addirittura non si capisce chi sia il tizio che Lena si è trovata davanti.
Non do un cinque secco per affetto nei confronti della serie in generale, ma sprecare cinque minuti per una scena stucchevole in cui le coppiette ballano Cat Stevens e lasciar morire nel vuoto qualcosa come dieci sottotrame mi pare una mossa esecrabile.
Naturalmente, piumini da cipria, questa è la MIA opinione! Se le vostre sono radicalmente diverse e pensate che io abbia l'acume di un babbuino, fatemelo sapere. Commentate, scrivete...parliamone, insomma.
Ciò detto, è venuto per me il momento di lasciarvi.
In modo un po' meno traumatico, s'intende. Queste dieci puntate sono giunte al capolinea, e voglio ringraziare profondamente tutti voi per aver seguito il piccolo spazio in cui ho cercato di parlarne in modo più o meno obiettivo. Un ultimo, doveroso abbraccio agli admin delle solite pagine,
che hanno dimostrato una gentilezza e una comprensione davvero eccezionali.
Vi ricordo, come sempre, di spolliciare la pagina Facebook di Diretta Telefilm e di seguire il profilo Twitter per tutte le news sulle vostre serie preferite
Quanto a noi, spero che ci rivedremo presto, con un'altra serie, s'intende! Non vedete l'ora, eh?
Nell'attesa, vi mando un bacio e vi faccio una raccomandazione: se per caso un vostro conoscente dovesse risorgere, non andateci a letto.
Uomini e donne avvisati...
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