sabato 9 maggio 2015
Hello Gladiators! Siamo tornati, dopo ben 2 settimane a
parlare di Scandal, e prima di cominciare diciamo, per chi ancora non lo
sapesse, che lo show è stato rinnovato per una quinta stagione, quindi avremo un
altro anno di recaps e francamente non vedo l’ora, soprattutto se gli episodi
saranno come quelli di questa settimana. Fatta la comunicazione di servizio,
cominciamo con la recensione!
L’episodio si apre con Susan Ross, che continua a
distinguersi come la persona più giusta e pura dello show. La VP sta facendo le
sue visite di cortesia, che all’80% sono un modo per Cyrus di levarsela di
torno, quando vede uno strano livido sul polso di una guardiamarina ed è sicura
che sia stata stuprata. La ragazza, Amy, non conferma né nega la cosa, allora
Susan porta la ragazza nello studio ovale, senza nessun tipo di consenso o
permesso da parte degli ufficiali della Marina, cosa che fa arrabbiare non poco
sia Cyrus che Fitz. Avrà fatto bene a portarla via? Dal punto di vista legale
diremmo di no, ma essendo Susan la voce del popolo, dalla parte del “giusto
umano”, se vogliamo, direi che ha ragione (il che dovrebbe farci pensare alle leggi
in vigore nel mondo, ma non voglio impelagare in certe conversazioni). Quando
però Susan viene rimproverata dai due (uomini) si rivolge ad Olivia, che
ovviamente accetta il caso e parla subito con i giornalisti, per chiedere che
questo caso, invece di essere gestito dal corpo di giustizia della Marina, si
svolga in un tribunale civile, poiché la persona che la ragazza ha accusato è
un ufficiale decorato ed acclamato e nessun giudice della Marina potrebbe mai
essere imparziale.
Questi cappotti bianchi mi fanno morire, vi giuro |
Francamente avevo paura che, rendendo pubblico il caso così
presto, Olivia avesse esposto Amy, facendola diventare bersaglio di ulteriori ingiustizie
e discriminazioni. Grazie al cielo non è successo (anche se mi è parso un po’
inverosimile), però mi è sembrata comunque una mossa affrettata da parte di
Liv, ma capisco che le servisse l’opinione pubblica per spingere Fitz a
schierarsi dalla sua parte. Questo metodo però non funziona e Fitz decide di non
andare contro più di 200 anni di leggi e tradizioni e lascia che del caso se ne
occupi chi di dovere. Quindi alla povera ragazza viene assegnato l’avvocato più
inesperto che hanno nella Marina, probabilmente, un certo Virgil Plunkett (un
nome una sentenza, poveretto). Il punto vincente dell’accusa è provare che l’Ammiraglio
si trovava sulla nave al momento dell’aggressione, ma la Marina non dà il
permesso all’OPA di consultare i registri della base navale. Allora a Liv non
resta altra scelta che chiamare Fitz e praticamente ordinargli di procurarle quei
documenti, ma lui rifiuta (non ci credo, appena ho detto che Fitz si era
ammosciato, mostra un po’ di cojones).
Per Olivia no, ma per Mellie sì: dopo un’accorata
conversazione tra lui e la First Lady, Fitz decide di dare i documenti ad
Olivia, quindi lei fa giustizia e tutto è a posto nel mondo. Ma perché? Beh,
diciamo che le cose per Mellie non stanno andando proprio benissimo: il suo
avversario alle elezioni è più in alto nei sondaggi, perciò Elizabeth vorrebbe
che lei andasse a Springfield a raccogliere consensi, ma Mellie rifiuta
categoricamente, visto che quello è il posto in cui Jerry è morto. Dopo il caso
dello stupro le cose si fanno ancora più complicate per Mellie, e deve
capitolare malvolentieri ad andare a Springfield. Quindi per renderle le cose
più facili, Fitz decide di fare “quello che farebbe Olivia”, ovvero impiccarsi
da solo in modo che Mellie possa distanziarsi ancora di più dalla figura
politica del marito, e lei lo fa brillantemente, standing ovation e tutto.
Sul fronte B613 (si, ancora) eravamo rimasti un po’ per aria
2 settimane fa, e scopriamo che Huck e Quinn tengono Russell nell’appartamento
accanto a quello di Olivia, dove Jake si sta riprendendo, e lo torturano per
sapere che cosa sia Foxtail, finora senza successo. E secondo Jake non c’è possibilità
che parli: Olivia ha provato a tenerglielo nascosto, ma non scordiamoci che lui
è una spia e le urla di un uomo a cui strappi le unghie si sentono attraverso i
muri. Quindi Jake è sicuro che non otterranno niente da Russell, perché sono
uguali, sono stati addestrati dallo stesso uomo per lo stesso scopo: entrare
nella vita di Olivia. L’unica differenza tra i due è che Jake la ama, mentre
Russell, essendo stato scoperto prima, non ha avuto il tempo di sviluppare
sentimenti veri per lei.
Allora Olivia ci sorprende: racconta a Jake un episodio del
periodo che ha passato con i suoi rapitori, che ancora le crea problemi al livello
psicologico, come abbiamo visto anche in questo episodio. Gli racconta di come
ad un certo punto è arrivata ad aspettare quei pochi momenti di solitudine in
un lurido bagno perché era l’unico posto in cui si sentisse al sicuro. Sono
molto contenta che sia riuscita a svelare a qualcuno quello che ha passato in
quelle settimane, anche se solo una piccola parte.
Successivamente Jake fa visita a Russell, lo slega, gli dà
una birra e cominciano a parlare di Rowan, degli altri agenti, lo imitano
perfino. Parlano anche di Olivia e di come fosse il piano di Command che lui
fosse scoperto, perché è l’ennesima prova che lui la possiede. Pensavo che
fosse tutta una strategia per Jake, stile “distrai e colpisci”, perché essendo
così simili lui è l’unico che sa che cosa potrebbe farlo parlare, ma era
soltanto una normale conversazione con una delle poche persone che sa chi sia
davvero Rowan, di che cosa sia veramente capace e che ha fatto più o meno le
sue stesse esperienze. Poi, come al solito, gli ultimi 3 minuti sono quelli
cruciali: scopriamo, infatti, che Virgil l’avvocato pazzerello è in realtà un’agente
del B613 (MA QUANTI CE NE SONO PER L’AMOR DI DIO) mandato da Rowan per liberare
Russell (sempre che non abbia rivelato nulla su Foxtail). In parallelo veniamo
a conoscenza che Foxtail non è altro che il nome in codice che la sicurezza usa
per la First Lady… che al momento è in compagnia di Papa Pope. Se me la tocca
giuro che gli strappo i bulbi oculari.
I miei due centesimi:
Eccomi di nuovo con le riflessioni un po’ più pesanti sulla
puntata: ormai abbiamo capito che Shondaland non lascia niente al caso, che ogni
episodio contiene uno o più filtri con cui possiamo interpretarlo. Sappiamo
anche che non si esimono dall’affrontare determinati argomenti solo perché sono
leggermente scabrosi: razzismo, misoginia, stupro, aborto, e questo solo negli
ultimi 3 episodi. E la sottile analogia che è emersa in questo episodio (ripeto,
sono solo le mie umilissime opinioni ed impressioni) mi è piaciuta moltissimo:
il caso della settimana riguardava una ragazza stuprata da un suo superiore, e
persino messa incinta. Abbiamo visto come Olivia abbia preso a cuore questa
ragazza, tanto da accompagnarla in clinica e rimanere con lei durante l’aborto,
tanto da dirle grazie quando il caso si è concluso, e credo che sia perché si
rivede molto in Amy. Lo stupro non è solo sesso, serve per affermare il proprio
potere: si usa un ambito così privato della vita di un essere umano per asserire
il proprio controllo su quella persona, ed è esattamente ciò che Rowan sta
facendo ad Olivia. Lo vediamo nelle sue stesse parole, quando parla di
come si sentisse sicura in quella stanzetta sporca: in quel momento in cui era
stata privata della libertà, e potremmo anche dire della sua stessa vita,
quello era l’unico modo che aveva per detenere un minimo di controllo e di
privacy. Anche Jake, sia con Liv che con Russell, chiarisce questo punto all’estremo:
Rowan ha impiantato questi uomini nella sua vita, li ha raccolti e addestrati
solo per quel determinato compito, e ha violato qualsiasi confine umano ed
immaginabile: l’ha sorvegliata, seguita, perseguitata, per far sì che lei
sappia sempre che non può ribellarsi, che non c’è scampo: se Command vuole
controllarti lo farà e tu neanche te ne accorgerai. Ma perché questo? Perché
tanta crudeltà e tanto sadismo, specialmente dalla persona che dovrebbe proteggerla,
essendo stato per molti anni l’unico genitore che Olivia ha avuto? Io credo che
sia perché ha paura di lei, è brava nel suo lavoro e lui lo sa, e anche perché,
nel suo modo contorto e malato, è fiero di lei, lo ha anche detto due episodi
fa. Tutti questi agenti che usa come lacchè, che hanno così tanta paura di lui
e che fanno tutto ciò che lui ordina senza domande, sono tutti brutte copie di
Olivia, sta cercando di ricreare lei attraverso questi ragazzi ma non ci riesce,
e l’unico modo che ha per esercitare controllo su di lei è usare la parte della
sua vita che lui stesso ha distrutto: il rapporto di Olivia con gli uomini. Il “son”,
il figlio a cui si riferiscono nell’episodio non è Jake, o Russell, o tutti gli
altri che Rowan ha addestrato: è Olivia. È sempre stata Olivia.
E così finisce il penultimo recap della stagione! L’episodio
è stato decisamente più bello e ricco dal punto di vista della crescita dei
personaggi e delle relazioni, e visto che sono una schiava del character
development apprezzo sempre questo tipo di episodi.
Voto: 8 ½
Qui sotto vi lascio il promo della prossima settimana, che
ricordo è il season finale. MIO DIO CHE COSA SUCCEDERÀ GIÀ SONO AGITATA.
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