martedì 6 ottobre 2015
“My name is
Oliver Queen. After five years in hell, I have come home with only one goal -
to save my city. Now
others have…” Ops, dopo innumerevoli intro di Arrow a
suon di “my name is…” sentire l’intro
di “Quantico” mi ha un attimino destabilizzato e per poco non rischiavo di
confondere le due serie tv.
Tra gli analisti compare un volto noto in quel di Quantico: Caleb Haas. Il raccomandato, per intenderci. Durante tutta la puntata avrei voluto pestarlo -è la mia proverbiale insofferenza nei suoi confronti a farmi parlare in questi termini- ma poi verso la fine avviene il miracolo. Shelby riesce a fargli scrollare di dosso quella fastidiosa saccenteria e lo rende umano e vulnerabile per un attimo. Il suo sogno di entrare nell’FBI come agente speciale si è definitivamente spezzato, ma si “accontenta” di osservare gli altri realizzarlo. Quel posto di analista (servito su un piatto d’argento dalla sorella) è un ripiego, l’unica possibilità che ha. Beh, non è che il mio giudizio su di lui sia cambiato di molto, ma comincio a tollerarlo.
Quel “my name is Alex Parrish. Protecting our
country had always been my dream…” è un po’ come relegare l’agente dell’F.B.I.
più figa del mondo al ruolo di eroina incappucciata. Sì, perché Alex c’ha pure
il cappuccio, non è verde come quello originale, ma è figo lo stesso con la scritta FBI in bella
vista sulla visiera.
E anche lei, come Oliver Queen, ha sempre voluto salvare
la sua nazione. Peccato che per la bella Alex le cose attualmente non vadano come
dovrebbero. Il filo conduttore di Quantico, ormai è chiaro come il sole, sono i
segreti. Ognuno, dentro l’accademia, nasconde qualcosa di più o meno losco.
Qualcuno sta cercando di incastrarla, o almeno così sembra da quello che
abbiamo potuto constatare in questi due episodi.
“Perché vuole entrare nell’F.B.I.?”… già,
perché? Ci pensa Simon Asher a dare una risposta degna di essere appellata
tale: “perché ho imparato da piccolo che le cose non sono come sembrano”. L’ho
detto nella recensione scorsa e lo ribadisco anche in questa: nei telefilm vige
la regola del niente è come sembra.
Infatti, a conferma della mia tesi, in parallelo scorrono le immagini di
innumerevoli paia di occhiali da vista; Simon ne sceglie uno a casaccio al
quale volontariamente rompe l’asta e poi la ripara con lo scotch. Strano no? Attenzione, non è
l’unica stranezza di Simon. Scopriamo infatti diverse cose sul suo conto che mi
lasciano perplessa. E’ entrato a Gaza pur non avendo il visto obbligatorio
richiesto. Come ha potuto fare? In più nutro forti dubbi sulla sua presunta
omosessualità. Non le ho mica notate solo io le occhiate che riserva alla
gemella meno scontrosa?
A
proposito delle gemelle, in questo episodio scopriamo qualcosina anche su di
loro. L’altra, la gemella buona, si
chiama Raina ed entrambe fanno parte di un esperimento voluto dall’FBI.
Infatti Miranda, è a conoscenza del loro segreto. Perché? Cosa giova loro avere
due persone identiche e nascondere l’identità di una? Sono tante i punti di
domanda sorti dopo la visione di questo episodio.
Un’altra questione riguarda l’agente
Vasquez. Solo io non l’avevo minimamente notata nell’episodio precedente? E
menomale, aggiungerei. La suddetta non gode affatto della mia stima. Mi sa
tanto di presuntuosa, antipatica e attaccabrighe. Odio le tizie che vogliono
primeggiare a discapito degli altri. La sua espressione esterrefatta quando
Alex riesce a capire la soluzione del compito è impagabile.
E proprio grazie al
compito assegnato dall’agente speciale Liam, facciamo la conoscenza degli
analisti. Qui tutti/e avrete sicuramente notato Eddie di The flash, o Elias Harper (come si chiama in Quantico). Anche il
suo personaggio è abbastanza ambiguo e a primo impatto non mi piace. Mi è
sembrato un tipo ficcanaso e invadente, soprattutto nei confronti di Simon con
il quale tenta svariati approcci andati a male. Ha anche scoperto dei suoi
occhiali finti…il che lo porterà ad indagare ancora più a fondo, ne sono certa.
Uno stalker, in pratica.
Tra gli analisti compare un volto noto in quel di Quantico: Caleb Haas. Il raccomandato, per intenderci. Durante tutta la puntata avrei voluto pestarlo -è la mia proverbiale insofferenza nei suoi confronti a farmi parlare in questi termini- ma poi verso la fine avviene il miracolo. Shelby riesce a fargli scrollare di dosso quella fastidiosa saccenteria e lo rende umano e vulnerabile per un attimo. Il suo sogno di entrare nell’FBI come agente speciale si è definitivamente spezzato, ma si “accontenta” di osservare gli altri realizzarlo. Quel posto di analista (servito su un piatto d’argento dalla sorella) è un ripiego, l’unica possibilità che ha. Beh, non è che il mio giudizio su di lui sia cambiato di molto, ma comincio a tollerarlo.
La
puntata, come di consueto, è divisa tra flasback e flashforward. Questa
struttura temporale mi ricorda molto quella di How to get away with murder, anche se in Quantico le due unità
temporali hanno uno spazio di durata più o meno equo, cosa che non accade nell’altra
serie.
Ritorniamo
dunque all’attentato avvenuto alla Grand
Central Station. Alex è sempre in fuga e cerca di convincere l’agente speciale
Liam di non essere una terrorista. La frase che gli ripete da due puntate a
questa parte è: “Mi conosci meglio di chiunque altro”. E quando Miranda -arrestata
per aver aiutato Alex a fuggire- dice all’ex marito (l’agente Liam, per l’appunto)
questa frase: “Dimmi una cosa Liam. Quando la guardi cosa vedi? La recluta di
cui ti sei innamorato o la terrorista che ti ha rifiutato?”, ho intuito che qualcosa
è successa tra di loro. Magari non avranno avuto una storia, ma l’agente speciale
Liam la ama; forse proprio perché intelligente, scaltra e preparata.
Peccato
che Alex ami un’altra persona che risponde al nome di Ryan Booth. La fan girl
che è in me ha esultato quando quest’ultimo si è svegliato in quel letto di
ospedale, invece di morire. Avete sicuramente notato che Ryan si scusa al
telefono con Alex.
Questo indica il fatto che la sua copertura salterà, ma ancora
non ci è dato sapere se in accademia o nell’immediato futuro. I due sembrano
molto legati, tanto che Alex decide di fidarsi di lui, nonostante tutto. E
allora mi chiedo: perché lasciare credere che sia colpevole? Che piani ha Ryan? Sicuramente cercherà di aiutare Alex, ne sono certa.
Questa
puntata sancisce ufficialmente Quantico come una serie che vale la pena
continuare a vedere. Vi do appuntamento alla prossima settimana con un’altra
recensione e qualche risposta in più.
VOTO: 8.5
Vi lascio con il promo della 1x03 - "Cover" che andrà in onda negli States il prossimo 11 Ottobre.
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