lunedì 23 novembre 2015
Scusate il ritardo nel pubblicare la recensione, motivi vari mi hanno trattenuta dal farlo, ma questa settimana eccomi con ben due recensioni per rimettermi in pari.
Purtroppo sono costretta ad aprire con la notizia che Flesh And Bone non è stata rinnovata per una seconda stagione, ma, al contrario, è stata cancellata. Sperando che la stagione sia autoconclusiva (a questo punto), noi andiamo avanti determinati a godercela appieno in tutti gli otto episodi.
Cannon Fodder, in italiano “carne da cannone”, è, dalla definizione data dalla card di apertura dell’episodio (e anche, pari pari, da Wikipedia), un soldato spendibile senza che sia una grande perdita per il resto dell’esercito.
(possiamo osservare Claire che piange facendo un port-de-bras, che, notoriamente, causa grandi lacrime -no)
Chi sia la nostra “carne da cannone” è piuttosto immediato da indovinare, secondo me ce la fate anche voi. Chi? Claire, ovviamente. Per quale motivo e per quale scopo considerare Claire l’expendable di questa puntata?
Iniziando dal fatto che continua ad essere la “ragazza nuova”, che deve ancora adattarsi alla vita da astro nascente, Claire è stata usata come esca per il finanziatore della compagnia, per ottenere fondi per il cambiamento del cartellone della stagione incombente. E ancora deve continuare a tirare il signor Brusseaux nella sua rete, anche se più che sua è di Paul.
E’ Paul stesso a illustrarle in che modo debba giocarsi il francese, ovvero fare tutto ciò che lui chieda da lei, qualsiasi cosa questo comporti. Claire non ne è persuasa, per nulla. O almeno così pare, perché non si riesce molto a capire cosa passi nella testa della giovane ballerina, dato che sta sempre zitta e quando parla funziona a monosillabi.
E’ anche vero che ha anche un altro problema, nel frattempo, suo fratello l’ha minacciata di raggiungerla e il caro bro Bryan non è per nulla scemo, ed evidentemente conosce alquanto bene la sorellina, in quanto nell’arco di tre secondi di apertura, spesi a cerniera aperta (di nuovo) sul letto della sorella a Pittsburgh mentre lei non gli risponde al telefono, riesce a capire che deve andare a cercarla a New York.
Lo vediamo poi partire con uno di quei fantastici autobus che viaggiano da uno stato all’altro negli USA, e cercare di evitare le domande di un vecchietto molto simpatico che non cerca altro che un’innocua conversazione per passare il tempo fino alla Grande Mela.
La nostra cara ballerina, intanto, si sfonda di prove, ma il suo futuro successo, che sembra ormai un affare quasi sicuro, sta seminando i primi sentimenti di astio e di irrequietezza nel corpo di ballo. Kiira, la prima ballerina, la regina del palcoscenico e del pubblico, ha da nascondere a tutti un suo problema fisico, un qualche precedente infortunio che la rende una pedina instabile agli occhi di Paul e che al 99% secondo me le impedirà di esibirsi la serata del lancio della grande novità, facendo sì che tocchi a Claire. [Perché sto lanciando teorie? perché la scorsa volta mi sono frenata dall’azzardare un nome di un potenziale modello per il grande cambiamento e invece avevo azzeccato in pieno le intenzioni di Paul]
Insomma, Kiira continua a far dipendere la sua efficienza come Prima dalla cocaina, tanto da saltare lezione per andare a procurarsene una dose ancora maggiore che in precedenza, accreditando come motivazione il fatto che “questa settimana deve essere perfetta”.
Anche Mia, la coinquilina, ha deciso di doversi impegnare di più nella danza, perchè non tollera di essere surclassata da Claire, letteralmente l’ultima arrivata.
Sembra dunque che la nostra protagonista abbia risvegliato un non-del-tutto-sopito spirito di competizione che, nella peggiore delle ipotesi, porterà a un innalzamento del livello di tutta la compagnia.
(La cara Mia e il pianista Pasha, alla realizzazione "I gotta step up my game")
Nel consiglio di amministrazione dell’ABC (ragazzi, prima o poi farò un crossover mentale con Les Mis, me lo sento troppo), Paul e Jessica sono in trattative con una famosa, giovane e popolare, coreografa, una tale Toni Cannava, che cita come sua ispirazione Paul Grayson stesso ed è la beniamina del pubblico giovanile della danza Newyorkese.
Arriva il momento fatidico della cena con Brusseaux e Claire si presenta tutta in ghingheri, con le scarpe che lui ha comprato per lei (orribili, tra l’altro), e una pastiglia di una droga sconosciuta gentilmente offerta dal barbone di sotto casa, Romeo - che, ammettiamolo, è il miglior personaggio della serie e si è rivelato anche uno scrittore di romanzi esistenzialisti e profondi.
Talmente a disagio da non pensarci nemmeno due volte, Claire ingoia la pastiglia a tre secondi e mezzo dall’inizio della cena. E, tra quella e gli effetti dei numerosi bicchieri di vino, la nostra ragazza perde rapidamente il controllo, finendo per blaterare cose senza senso sulla squadra del cuore del padre e le tradizioni di Pittsburgh.
Il simpatico francese non mette tempo in mezzo e la invita nella propria stanza d’albergo, la spoglia di tutti i vestiti e cerca di passare ai fatti, ma la ragazza forse non è proprio scema come chiunque avrebbe pensato, si mette due dita in gola e interrompe la cosa sul nascere.
Se il destino dell’American Ballet Company era nelle sue mani, che grande capolavoro avrà fatto! Eppure l’episodio ci lascia insicuri sulle conseguenze delle sue azioni, mentre invece una bella doccia è in azione.
(Le scarpe incriminate, e la riprova del fatto che questa serie ha una fotografia piede-centrica)
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