domenica 15 marzo 2015
Ed eccoci ad un nuovo appuntamento con Conosciamoli Meglio.
Lo scopo di questi articoli è quello di farvi conoscere meglio i personaggi delle nostre amate serie tv, che saranno i protagonisti indiscussi.
Insieme cercheremo di analizzare e capire la loro psicologia, il loro temperamento e carattere, il perché del loro essere e delle loro azioni o scelte.
Proveremo insomma, a capire perché li amiamo o odiamo, cosa li rende tanto irresistibili ai nostri occhi, quanto rivediamo o meno di noi in loro.
Un momento per scavare più a fondo nella nostra passione e appassionarci quindi ancora di più, per sentire quelli che già consideriamo amici, reali quanto noi, a cui ci siamo affezionati come ci si lega ad un persona vera. Perché, loro, con quello che vivono e ci fanno vivere sono più che reali.
Questo mese parliamo di uno dei personaggi più amati di Game of Thrones, uno di quelli
capaci di stupire e appassionare davvero, nonostante abbia solo 9 anni quando
gli eventi si mettono in moto. Arya, della casa Stark, è figlia di Ned e
Catelyn ed è la terza di cinque figli.
Ha anche un fratellastro, Jon, a cui è molto legata. Nonostante sia una ragazza, l’aspetto e i modi sono quelli del maschiaccio: le sue giornate a Grande Inverno, la residenza degli Stark, passano tra giochi sfrenati con gli altri ragazzi, battibecchi con la sorella maggiore Sansa, e tentativi di sfuggire all’educazione prettamente femminile che la madre desidera imporle in vista di un futuro matrimonio. Arya, però, è disgustata alla prospettiva del matrimonio: quello che vuole veramente è imparare a combattere come i suoi fratelli. Anche il nome che da’ al suo metalupo (un particolare tipo di lupo, più grande del normale e particolarmente fedele ed intelligente), Nymeria, donna guerriera, riflette il suo amore per la battaglia.
Ha anche un fratellastro, Jon, a cui è molto legata. Nonostante sia una ragazza, l’aspetto e i modi sono quelli del maschiaccio: le sue giornate a Grande Inverno, la residenza degli Stark, passano tra giochi sfrenati con gli altri ragazzi, battibecchi con la sorella maggiore Sansa, e tentativi di sfuggire all’educazione prettamente femminile che la madre desidera imporle in vista di un futuro matrimonio. Arya, però, è disgustata alla prospettiva del matrimonio: quello che vuole veramente è imparare a combattere come i suoi fratelli. Anche il nome che da’ al suo metalupo (un particolare tipo di lupo, più grande del normale e particolarmente fedele ed intelligente), Nymeria, donna guerriera, riflette il suo amore per la battaglia.
UNO. STICK ‘EM
WITH THE POINTY END
E’ dall’amato
fratello Jon che Arya riceverà la sua prima spada, prima di partire per Approdo
del Re. Alla ragazza infatti, nonostante non ne sia affatto entusiasta, tocca
seguire il padre a corte insieme alla sorella Sansa. Ned verrà nominato Primo
Cavaliere del re, mentre le ragazze avranno modo di abituarsi alla vita di
palazzo…o almeno così pensano! Prima della separazione quindi, Arya si incontra
con Jon, che le fa il dono più bello: una vera spada, tutta per lei, finalmente!
La ragazza la battezza Ago, e tiene a mente il consiglio che il fratello le da’
sulla maniera più adatta di usarla: “infilzali con la punta”. Ha il senso
dell’umorismo questo Jon, a quanto pare! Ad ogni modo, il consiglio si rivelerà
prezioso. Arya avrà bisogno di Ago prima di quanto immagina, e la sua fedele
spada la accompagnerà sempre. Sarà per lei molto più di una semplice spada, in
un tempo non troppo lontano, anche se lei non lo sa, sarà l’unico ricordo della
sua famiglia e della sua casa, il simbolo di una vita così lontana che le
sembrerà di non avere mai vissuto.
DUE. LA DANZA DELL’ACQUA
Non passa
molto tempo dall’arrivo degli Stark ad Approdo del Re prima che Ned capisca che
deve trovare ad Arya qualcosa da fare. A quanto pare, Sansa non la vuole tra i
piedi, soprattutto dopo che le ha fatto fare una pessima figura di fronte al
suo amato Joffrey. Anche la septa –una specie di religiosa che si occupa
dell’educazione delle fanciulle- ritiene che Arya sia ingestibile, quindi Ned è
costretto ad assecondare la natura della figlia minore assegnandole un maestro
di spada braavosiano. Il maestro si chiama Syrio Forel, e in effetti è un vero
figo. Il suo stile di combattimento è particolare ed è simile a una danza,
tanto che lui lo chiama “la danza dell’acqua” a causa dei movimenti fluidi che
lo caratterizzano. I pilastri della danza dell’acqua sono il muoversi con
grazia, l’essere estremamente percettivi e, soprattutto, il dominare le proprie
paure. Inutile dire che Arya è del tutto entusiasta e si dedica anima e corpo
agli allenamenti a cui Syrio la sottopone. Questi allenamenti comprendono anche
sessioni piuttosto particolari in cui la ragazza è costretta a girare per il
castello bendata o ad esercitarsi nelle giravolte; cose apparentemente inutili,
ma i sensi mica si affinano da soli! E poi, se hai un maestro d’armi talmente
figo da avere come motto la frase: “C’è una sola cosa che diciamo alla morte.
Non oggi.”, certe cose le fai anche volentieri. Arya tranquillizza il padre,
che medita di assegnarle un insegnante di stampo un pochino più tradizionale e
ribadisce che vuole lezioni solo dal braavosiano. Nonostante sia ancora molto
giovane, la ragazza dimostra di avere una tenacia e una dedizione fuori dal
comune, e gli insegnamenti che sta ricevendo le risulteranno estremamente utili
in futuro. In un mondo che le si dimostrerà ostile, Arya avrà bisogno di tutte
le risorse a cui è in grado di attingere.
TRE. LA PERDITA PIU’ GRANDE
Il primo,
vero momento di svolta per Arya, quello che consideriamo uno spartiacque tra la
sua vita com’è stata fino a qui e quella che comincia ora, è la morte del
padre. Ovviamente, quando c’è di mezzo Martin, un personaggio non è che muoia e
basta. Avete presente quel programma che fanno la sera tardi, “Mille modi per
morire”? Ecco, se ci fosse Martin in regia, io non mi stupirei affatto. Ad ogni
modo, a Lord Eddard tocca “solo” la decapitazione sulla pubblica piazza, con
l’accusa di alto tradimento da parte di un governo in cui solo fino a poco
prima occupava un’alta carica. Non è il caso di scendere nei particolari, visto
che il fulcro del discorso è Arya, che, sola in mezzo alla folla che si è
riunita per assistere all’esecuzione, assiste all’assassinio della persona che
amava di più al mondo. Possiamo immaginare quello che prova: incredulità e
impotenza, furia, dolore. Soprattutto confusione e paura. Improvvisamente non
ha che sé stessa, tra gente potenzialmente ostile in una città che non conosce,
lontano da tutti coloro a cui chiederebbe normalmente aiuto e protezione. Arya
è estremamente coraggiosa, ma è soltanto una bambina, ancora. Ha sempre
fantasticato su come sarebbe stato essere nata guerriero, ma fino a che punto i
suoi sogni sono all’altezza della realtà terrificante che adesso si trova ad
affrontare?
QUATTRO. “PRONUNCIA I LORO NOMI, E
QUEST’UOMO FARA’ IL RESTO”.
La frase del
titolo potrebbe sembrare alquanto criptica fuori contesto. Del resto anche
l’uomo che la pronuncia è portatore della sua buona dose di mistero: Jaqen
H’ghar, il cui cammino, una notte, si incontra con quello di Arya, ha un debito
con lei. Sono stati catturati, insieme ad atri, dai soldati Lannister fedeli
alla corona. Arya e i suoi amici riescono a fuggire, ma prima liberano Jaqen e
altri due uomini imprigionati insieme a lui. Purtroppo non passa molto tempo
prima che i due si incrocino ancora alla fortezza nera, Harrenhal, dove vengono
portati nuovamente prigionieri. Jaqen riconosce Arya e il debito che ha nei
suoi confronti, e le spiega come la ripagherà: la ragazza potrà dargli tre
nomi, di tre persone che vuole vedere morte, e lui la esaudirà. Tre vite prese
in cambio delle tre che lei ha salvato quella notte. Il dio rosso è stato
derubato di tre anime, e tre anime gli vanno riconsegnate…possibilmente delle persone
giuste, aggiungerei. Dopo la serie di eventi che portano Arya a fuggire da
Harrenhal, la ragazza incontra di nuovo l’assassino, che si offre di portarla
con sé a Braavos e addestrarla nelle misteriose arti degli “uomini senza
volto”. Arya è certamente tentata ma rifiuta: quello che vuole è riunirsi a
quello che resta della sua famiglia. Prima di congedarsi, il braavosiano
insegna alla ragazza la frase “valar morghulis” (tutti gli uomini devono
morire) e le affida una moneta d’argento. Se mai Arya volesse ritrovarlo, non
dovrà fare altro che trovare un braavosiano e consegnargli la moneta
pronunciando la frase-codice. Grazie alle sue azioni, Arya si è guadagnata
l’aiuto di un uomo tanto misterioso quanto potente. Anche se tecnicamente è
stato Jaqen ad uccidere quegli uomini, è stata lei a prenderne la decisione. È
stata lei a scegliere, sempre lei a dare il via. È ovvio che dopo tutti gli
atti crudeli di cui è stata testimone, avesse pochi scrupoli ad agire, ma Arya,
ribadisco, è ancora una bambina. Una bambina che adesso sa quanto ancora sia
debole e bisognosa di protezione, ma anche quanto possa contare su sé stessa.
CINQUE. LE NOZZE ROSSE.
Durante il
corso degli avvenimenti, Arya ad un certo punto finisce nelle mani di Sandor
Clegane, detto “il Mastino”, ex scagnozzo dei Lannister (avremo modo di
approfondire questo punto più avanti). L’uomo capisce di avere tra le mani un
bottino interessante, e decide di portare la ragazza dalla sua famiglia, in
cambio di un riscatto. Il maggiore degli Stark nonché fratello di Arya, Robb,
si è nel frattempo proclamato Re del Nord, e lui e la madre Catelyn si trovano
attualmente alle Torri Gemelle, dominio dei Frey. Questi Frey non sono
esattamente gente sulla quale si può contare, per dirla con un eufemismo: già
traditori nella guerra che ha visto la fine della dinastia Targaryen, ora ce
l’hanno a morte con gli Stark perché Robb ha rifiutato di sposare una di loro,
preferendo un matrimonio per amore. Peccato che gli Stark questo non lo
sappiano. Pensano che i Frey se ne siano fatti una ragione, e che si
accontentino di far sposare a una delle loro innumerevoli ragazze lo zio di
Robb, tutto sommato un buon partito,ma insomma, non è il Re del Nord. E dunque,
gli Stark, che devono obbligatoriamente passare dalle Torri Gemelle per
continuare la loro avanzata su Approdo del Re, pensano di festeggiare il
matrimonio di Edmure e della ragazza Frey e ripartire il giorno dopo. Non è
quello che i Frey hanno in mente, però. Intanto, Arya e il Mastino sono arrivati
alle Torri. Fallito il piano che avevano escogitato per entrare nel castello, i
due si trovano in mezzo a una strana confusione, ad un viavai di guardie e
uomini che si muovono in modo sospetto…è evidente che sta succedendo qualcosa
di molto, molto sbagliato. Arya ancora non sa con certezza che a pochi passi da
lei, solo oltre quelle spesse mura, sua madre e suo fratello stanno venendo
assassinati in maniera brutale, vittime di un inganno osceno. Non sa che Robb
sta guardando sua moglie morire sotto i suoi occhi, e che lei, mentre muore,
guarda spegnersi il loro bambino che portava in grembo. Non sa che adesso è sua
madre che sta guardando il suo primogenito morire, e mentre muore lui non
sembra il Re del Nord, ma un bambino con uno stupore commovente negli occhi.
Nemmeno sa né saprà mai che Catelyn mentre implorava e moriva non era più una
regina, né una Tully, né la vedova di Ned Stark ma solo una madre. La botta
arriva quando vede suo fratello uscire dalle Torri…ma quello non è Robb. Ha la
testa incoronata del suo metalupo cucita sul corpo, come supremo atto di
spregio per quello che si chiamava Re del Nord. Il Mastino la porta via, ma è
tardi. L’orrore è compiuto e adesso non si può più essere bambini. Arya è
sempre più sola a fare i conti con una realtà che cambia sempre in peggio e ad
una velocità tale che non esiste il tempo di adattarsi, o vai avanti o muori.
E, dopotutto, il primo maestro di Arya è stato Syrio Forel: non oggi.
SEI. VALAR MORGHULIS
Se fino ad un
certo punto della storia la solitudine di Arya è solo metaforica, anche se non
per questo meno dolorosa, arriva un momento in cui la ragazza si trova davvero
sola, senza nemmeno un compagno. Il Mastino è stato sconfitto da Brienne di
Tarth e Arya l’ha abbandonato al suo destino. Ora vorrebbe arrivare al nord da
suo fratello Jon, ma non è così semplice. Si mette a vagare senza meta finché
non avvista un porto e prega il capitano di una delle navi di darle un
passaggio in cambio del suo lavoro a bordo. Non c’è modo in cui la ragazza
possa convincere il capitano…lui sta facendo rotta verso casa, a Braavos. Beh,
se questa non è una coincidenza! Arya non ci pensa un attimo ovviamente, le
parole “valar morghulis” riempiono il silenzio seguito al rifiuto del capitano.
L’uomo è chiaramente sbalordito, ma alla vista della moneta non può fare altro
che accettare l’imprevisto e guardare Arya con un rispetto nuovo. Le risponde
con “valar dohaeris” e le assegna una cabina. È così che lasciamo Arya alla
fine della quarta serie, con il vento tra i capelli sulla nave che la porta
veloce verso un capitolo della sua vita del tutto nuovo, verso una speranza. Un
orizzonte sconosciuto davanti a lei, forse Arya ha un po’ meno paura.
ARYA E IL MASTINO
Il rapporto
che più segna Arya, la mette in discussione e la fa evolvere come personaggio,
è senza dubbio quello con Sandor Clegane. Naturalmente, come ogni rapporto
profondo, neppure questo è esente da conflitti. Quando i due si conoscono,
Clegane è la guardia del corpo di Joffrey, l’odioso re bambino che siede (per
il momento) sul Trono di Spade. In seguito a una semplice scaramuccia tra
ragazzi, Joffrey comanda al Mastino di uccidere Mycah, un amico di Arya che fa
il garzone a Grande Inverno. Da quel momento la ragazza, naturalmente, comincia
a nutrire un odio viscerale per il Mastino, anche se in questa circostanza
l’uomo si è limitato a eseguire gli ordini del re. Clegane infatti, pur essendo
un guerriero di straordinario valore e capace di atti crudeli, non è un uomo
del tutto cattivo. Aiuta Sansa, sorella di Arya, a fuggire da Approdo del Re,
per esempio. E aiuta Arya, in più modi di quanti forse non si renda conto.
Quando cattura la ragazzina è ovvio che lo faccia per il suo personale
tornaconto. Lei prova odio e disprezzo per lui, ma sa anche che seguirlo è
l’unico modo per restare al sicuro il più a lungo possibile. Pensa che sia un
assassino, un criminale, un vigliacco. Lui la reputa presuntuosa e fastidiosa.
Si rimbeccano di continuo e così facendo, quasi senza accorgersene, si abituano
l’uno all’altra. Si addomesticano a vicenda, come due animali selvatici. Lui le
insegna dove trovare il cuore di un uomo per dargli una morte misericordiosa,
lei gli medica una ferita sul collo perché non si infetti. Lui le racconta di
come suo fratello, quando erano bambini, un giorno gli abbia bruciato una parte
del volto per divertimento. Le insegna anche la lezione più dura: che un uomo
debole è un uomo morto, anche se respira ancora. Che ai morti l’argento non
serve, nemmeno a quelli che respirano ancora, nemmeno a quelli che ti hanno
dato un posto dove dormire in una notte fredda. Così il mastino deruba l’uomo
che gli ha dato ospitalità e Arya non la prende bene:
Però la
lezione la impara. Quando Clegane riceve una ferita mortale dopo il suo
combattimento con Brienne, chiede ad Arya se si ricordi dove si trova il cuore.
Vuole che lei lo finisca, e io personalmente credo che l’idea che la sua vita
termini per mano di quello strano animaletto selvatico con cui stava imparando
a convivere, gli sia meno insopportabile di tante altre. Quando lei si
allontana, le vomita addosso le cose peggiori a cui riesce a pensare, nel
tentativo di infuriarla al punto da ucciderlo, ma Arya non ha la forza. Per
cosa, è tutto soggetto alle nostre interpretazioni. Forse le manca la forza di
perdonarlo per la morte di Mycah e decide che non merita una fine veloce. Forse
le manca il coraggio di vedere la fine del suo ultimo protettore (“Io sono
quello che la protegge”, dice il Mastino a Brienne.). Io, manco a dirlo, sono
per quest’ultima possibilità, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Si possono
fornire tante di quelle interpretazioni, che alla fine, uno vede quello che
vuole vedere. Quello che vedo io sono dei personaggi straordinari che ho amato
alla follia per le loro contraddizioni e sfumature, per la loro umanità. Vedo
due esseri umani che si sono influenzati a vicenda anche se non volevano, al
punto da non essere più gli stessi dopo essersi incontrati. Quello che è certo
è che in Arya, che fa rotta verso Braavos, una parte del Mastino ci sarà
sempre…ombra e luce, come lei.
Ed ecco il
link a un video che riassume un po' l'evoluzione di Arya, per di più con una colonna sonora da paura...è lunghetto ma ne vale la pena. Enjoy!
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4 commenti:
Questo è un articolo davvero ben fatto!
Mi è piaciuto moltissimo leggere quello che hai scritto su Arya, personaggio eccezionale, secondo me uno dei più riusciti della serie!
Sono curioso di scoprire cosa combinerà adesso! Dai che manca pocoooo!
Bravi bel post! :)
Antonio, ti ringrazio! E' sempre una soddisfazione se qualcuno apprezza il lavoro che facciamo! :D
Arya è un personaggio che mi è entrato nel cuore, come a molti altri fan della saga...fortunatamente, come hai detto, manca poco!
A presto :)
Mamma ragazze mi ero persa questo articolo!
D I V I N O! Vi adoro! Da quando vi seguo sono sempre aggiornatissima sul mondo dei telefilm e ogni tanto mi capitano questi articoli che mi incantano a dire poco, adoro Arya! Davvero uno dei personaggi migliori di Got, un personaggio dalle mille sfaccettature, che ha avuto una crescita INCREDIBILE!
Sei riuscita a renderle giustizia complimenti!
Un saluto, alla prossima! :)
Daniela, che dire...grazie di cuore! Siamo sempre contente quando riusciamo a trasmettere la nostra passione, poi Arya è un personaggio pazzesco...non si può non amarla!