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martedì 21 aprile 2015

Eccoci qui!
La seconda puntata è andata!
Che dire? La storia comincia a distaccarsi dalla trama, soprattutto a livello di tempistiche.
Personalmente ho adorato questa puntata, ho adorato diversi momenti, soprattutto quelli che riguardavano Arya, Jon e il ritorno di Drogon.
Ma andiamo con ordine.
La giovane Stak finalmente arriva a Braavos.
La città è chiaramente ispirata a Venezia, con la generosa aggiunta del colosso di Rodi, del quale si dice in passato usasse animarsi per difenderla dagli attacchi.




Arya non ha difficoltà a raggiungere the house of black and white. E tutto sembra andare per il meglio.
Il problema si pone quando, dopo aver bussato alla porta, viene accolta da Nick Fury, il quale non ha alcuna intenzione di lasciarla entrare.



Così, la nostra piccola guerriera resta fuori dalla porta per molto tempo. Sotto la pioggia, al freddo, di notte. E continua a ripetere come un mantra la lista delle persone che odia, che vuole uccidere. Nel tempo si è accorciata molto, visto che George ci fa la grazia di fare fuori anche qualche pdm (pezzo di merda) di tanto in tanto.



Però Arya non è una tipa che demorde facilmente.
All'inizio si lagna, è vero. Non ha altro posto dove andare. Ma diciamocelo, come si fa a non concedere attenuanti ad una ragazzina sola al mondo che si ritrova in una città sconosciuta dall'altra parte del mare, senza nessuno ad occuparsi di lei? Neanche più il Mastino. Pensate la solitudine, la disperazione, ma soprattutto la mancanza di prospettive.
Quanto ho sperato che decidesse di raggiungere Jon.
Ma al solito, MAINAGIOIA Production, va avanti.
Così Arya vaga per Braavos senza cibo o protezione, faccia eccezione per Ago, e si diletta a decapitare piccioni.



Quando tre uomini grandi e grossi l'accerchiano, lei li minaccia. Non tentenna. Un po' perché ha quella convinzione tipica dei ragazzini, che niente possa accaderle, nonostante tutto quello che ha visto, un po' perché non ha niente da perdere, un po' perché ha imparato, a sue spese, che farsi prendere dall'ansia è il modo più sbagliato per trionfare in una situazione di pericolo.
Ero già pronta a guardarla cavarsela da sola, ma alle sue spalle compare il tizio sconosciuto che l'ha cacciata poco prima, e tanto basta a mettere in fuga gli assalitori.
Così lei lo segue.
Torna al punto di partenza, davanti a quell'enorme porta, e lui cambia il suo volto, rivelando una sorpresa piacevole per lei e per noi.






Adoravo quell'uomo. O "un uomo" che dir si voglia.
Così, Arya entra da quella porta, in quella casa. E si lascia dietro il passato. E se stessa.

Alla Barriera è periodo di grandi cambiamenti.
Sam, Gilly e Shireen Baratheon passano il loro tempo in biblioteca. La ragazzina ha una spiccata attitudine per l'insegnamento ed una vivace curiosità. Così mentre Sam divora libri, lei insegna alla Bruta a leggere mentre ascolta gli agghiaccianti racconti di questa sulle usanze brutali del suo popolo.



Nel frattempo, però, sono le opportunità che si prospettano dinanzi a Jon ad essere al centro delle vicende sulla Barriera.
E qui è una questione di scelte e di meritocrazia.
Jon ha dimostrato nel corso di quattro stagioni, o della sua vita, quanto sia grande il suo valore.
Come Robb, Jon è un eroe epico. Meno scintillante, più capace di governare se stesso, ma pur sempre di quella tipologia si tratta.
Jon è coraggioso. Onesto. Razionale. Leale.
Il bastardo di grande inverno ha guadagnato la stima di molti attraverso i suoi comportamenti e le sue scelte. Non importa che abbia commesso degli errori, non importa che abbia dormito con una Bruta. Ciò che conta è la sua spiccata capacità di comando, il suo innato essere leader, e il suo valore.
Così sono due le posizioni di prestigio che gli vengono offerte.
Nonostante Stannis gliele faccia passare tutte, e gli salvi il culo gelato diverse volte, Jon non sembra incline ad accontentarlo neanche una volta.
Sta conferendo con il Re, il quale gli chiede una cosa. Una soltanto. L'unica che Jon possa dargli. E ci sembra poco?



Gli uomini del Nord condividono con i Bruti il sangue. Per questo sono altrettanto testardi e leali al loro popolo.



Per questo Stannis ha bisogno di uno Stark che li riunisca e ne faccia degli alleati.
Il territorio del Nord è il più grande dei sette Regni. Sarebbe una miniera importante di soldati valorosi, soprattutto ora che l'inverno sta arrivando.
Ed io ero lì. A ripetere "Accetta! Accetta! Accetta!" perché, sarà banale e scontato, ma non posso impedirmi di desiderare di vedere Jon a Grande Inverno in qualità di Lord, con Rickon che torna a casa e Sansa pure e gli ultimi brandelli di Stark riuniti!



E Jon è tentato. Perché, diamine, ha passato l'infanzia a sentirsi un bastardo sotto lo sguardo schifato di Catelyn Stark. Ed ora potrebbe mettere fine a quell'ingiustizia. Potrebbe avere tutto ciò che ha sempre voluto, tutto ciò che, inevitabilmente, ha sempre invidiato a Robb, pur amandolo immensamente.
Ma contemporaneamente c'è l'elezione del Lord Comandante.
Lasciatemi dire che avevo immaginato questa scena in modo molto più epico.
Jon che entra nella sala, con il corvo di Mormont e Sprettro al fianco.
Invece, semplicemente, Sam mette due parole in fila, e grazie al provvidenziale voto di maestro Aemon, Jon Snow diventa Lord Comandante dei Guardiani della Notte.



E la sua scelta è fatta.
La bellissima illusione di governare il Nord, fregiandosi del vessillo degli Stark è abbandonata, e resta alla Barriera. Fa addirittura un sorriso.
E questo mi porta a riflettere. La vita è fatta di scelte. Come sarebbe andata se Jon avesse optato per diventare Lord. Cosa sarebbe successo? E cosa accadrà ora che invece ha deciso di rimanere con i confratelli? Di una cosa sono certa, sono le conversazioni con Maestro Aemon ad aver influenzato così profondamente il modo di pensare e sentire del giovane bastardo Stark.

Daenerys, invece, scopre sempre di più le difficoltà di governare. Dopo la cattura di un figlio dell'Arpia, ascolta i saggi consigli di Ser Barristan e decide di non essere né voler essere come suo padre.
Per questo non lo condanna senza un processo.
Ma non tutti sono d'accordo, evidentemente.



La giustizia è cieca e sorda e anaffettiva.
Parliamoci chiaro, Daenerys avrebbe voluto staccare il cuore dal petto del Figlio Dell'Arpia e dopo avrebbe voluto tirare le orecchie allo schiavo indisciplinato, limitandosi a intimargli di non disobbedire più. Ma non può.
Perché Daenerys è la giustizia.



E la legge è legge.
E, cosa accadrebbe se un giudice si facessi influenzare da quello che prova o sente?
La giustizia non è fatta di uomini, la giustizia è giustizia ed usa gli uomini per essere applicata. E questo, purtroppo, fa sì che non sempre l'ideale platonico di giusto sia rispettato.
E per assurdo la giustizia sembra sbagliata.
Una contraddizione in termini.
Ma Dany non può fare altro.
E soffre nell'agire in quel modo, e la città è in preda allo scompiglio, tanto che lei è costretta a scappare, protetta dai suoi soldati, senza più il favore degli schiavi. 



Poteva risparmiarlo? Sì! Tutti noi avremmo voluto che lo facesse. Ma sarebbe stato come urlare al mondo "Vedete? L'assassinio non viene punito sempre allo stesso modo!"
Mentre se ne sta a riflettere, sola, un rumore la sveglia dal torpore, dalla tristezza, dal senso di colpa. L'unico rumore che in quel momento avrebbe potuto toccarla.
Esce sul terrazzo e lui è lì.
Nella sua magnifica idea romantica di sublime.
Drogon.



Un solo momento, poi si libera in volo.
E la scena ricordava molto Smaug verso Ponte Lagolungo. Speriamo non finisca nello stesso modo.
Non tanto per la città che brucia, quanto per il drago che muore.



Lasciate che Daenerys cavalchi Drogon!
Ma vi immaginate l'attacco a Westeros? Daenerys in sella a Drogon e magari Arya con la ritrovata Nymeria che guida l'esercito?
Ok, basta. Basta. La smetto.

Tyrion e Varys sono sulla strada per Meereen.
Sembrano due emo depressi in vacanza che non fanno che autocommiserarsi.
"Siamo due sfigati"
"Io sono basso"
"Io sono grasso"
"Io sono un alcosita"
"Ehi amico, mi hanno tagliato il pene!"
"Ok, forse hai vinto te a questo giro!"
Più o meno le conversazioni sono queste.





Il dramma, però, è che il disprezzo del mondo verso di loro, e lo stesso disprezzo che loro covano nei confronti di loro stessi, non supererà mai il disprezzo che hanno nei confronti del resto del mondo.
Perché Varys e Tyrion sono, senza ombra di dubbio, i più tronfi personaggi della saga.
Per quel che mi riguarda hanno ragione. Io li adoro, dal profondo.
Ho amato l'eunuco da subito.
E se Varys vuole tenere Tyrion al sicuro perché Cersei ha messo una taglia sulla sua testa, il nano è certo che la sorella non possa pretendere l'assassinio di tutti i nani del mondo.




Cambia scena e si arriva ad Approdo del Re, dove la domanda del Folletto trova risposta.
Sì.




Una testa viene depositata davanti alla Regina che, delusa, osserva che non sia suo fratello.
Mentre attende che la giusta testa le venga deposta davanti su un vassoio d'argento, Cersei ha preso il potere tra le mani. Continuando a ripetere la circostanza che stia solo consigliando il figlio in attesa che questo diventi abbastanza adulto da esercitare il potere da solo, rifonda il Consiglio, dispensando cariche di alto rilievo ma in modo tale che comunque non possano intaccare il suo potere.
Se Mace Tyrell sembra onorato, suo zio e il maestro, al contrario non la prendono bene. 
Problemi in paradiso per la leonessa.
Come se non bastassero le minacce che giungono da Dorne e che la portano a rivolgersi a Jaime.



Lo sterminatore dei Re, promette di riportare Myrcella indietro. Andrà da solo, o meglio, in compagnia di una nostra vecchia conoscenza.



Così Jaime irrompe nella nuova, placida serenità di Bronn e lo trascina a Dorne a recuperare la figlia, promettendogli una moglie migliore di Lollys.

A Dorne, in realtà, la piccola Lannister non se la passa per niente male.



La protezione del Principe è incondizionata, sebbene l'amante di Oberyn cerchi di convincelo a mutilarla. Lei la odia, la odia tanto quanto amava la Vipera (altra incolmabile perdita da noi subita!).
Vedremo un po' cosa accadrà.
Infine, Brienne e Pod il dio del sesso, riescono a trovare Lady Sansa, in compagnia di Lord Ditocorto.
Brienne le offre la sua spada, ma Sansa, rifiuta.




Adesso, io sono la prima detrattrice di Sansa, ma una cosa bisogna dirla: ha ragione.
Insomma, l'unico ricordo che ha di Brienne è che porge omaggi a King Joffrey. Sansa non ha piena fiducia in Ditocorto ma, bisogna ammetterlo, è l'unico che abbia fatto qualcosa di concreto per lei. 
Sicuramente ha un doppio fine. Ma per il momento coincide con il tenerla al sicuro, tanto basta. E poi, per quanto Brienne si impegni, Ditocorto non ha torto, sarà la sfortuna ma i suoi protetti hanno tutti fatto una brutta fine!
In molti sostengono che Sansa sia una debolezza per Baelish, voi che ne pensate?
A me lui sembra ancora molto lucido, freddo ed egoista.
Che amasse Catelyn è fuori discussione, ma anche Sansa?
Mah, staremo a vedere, per il momento resto scettica.
Insomma, non ci resta che attendere la prossima puntata!

Valutazione Episodio:


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