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sabato 27 giugno 2015

E dopo un anno le nostre Inmates preferite sono tornate.
Dopo un lungo anno di astinenza, finalmente le abbiamo riviste. 
Finally we're back to Litchfield.

Roba che Netflix ha rilasciato l'intera stagione l'11 Giugno e noi tutti abbiamo passato quel weekend chiusi in casa in condizioni da reparto di psichiatria.

Binge watching is the new kind of hangover.

Una terza stagione che si apre in maniera tranquilla, con una premiere dal sapore ironico ma allo stesso tempo emozionante che ci riporta immediatamente tra le mura di quel carcere che ci è tanto mancato. 
Jenji Kohan lo aveva già anticipato in un'intervista, ci aveva detto che questa stagione sarebbe stata incentrata sulla fede e sulla maternità. Ed infatti, Mother's Day, ce lo conferma subito.


E' la festa della mamma ed anche le nostre detenute si preparano a trascorrere una giornata di festa insieme ai loro figli. Subito però ci rendiamo conto di come all'interno del Litchfield le cose non sono assolutamente come le si desidera. Ci sono addobbi di San Patrizio acquistati perché in sconto, una pignatta a forma di peperoncino senza caramelle all'interno, trucco per bimbi decisamente poco da bimbo e troppo da adulto.

Assistiamo per tutto il tempo ad una sorta di normalità apparente che nasconde la grande sofferenza di madri e figli costretti a passare una giornata come questa tra le mura di un carcere.
Vediamo Big Boo vestire i panni di un pagliaccio, ma il risultato è grottesco e in contrasto con la figura gioiosa e divertente del clown. Vi è una scena molto toccante che secondo me vale la pena citare ed è proprio quella tra Boo e Pennsatucky.


Pennsatucky ripensa a tutte le gravidanze che ha interrotto in passato e si domanda se le decisioni che ha preso siano state quelle giuste. Boo interviene citando il libro Freakonomics e facendola così riflettere sul fatto che tutti quei bambini, crescendo con una madre tossica, non avrebbero di certo avuto una vita facile.
La consapevolezza di essere persone fragili e tormentate, così tanto da ritrovarsi a dover scontare una pena in carcere, è in questo frangente disarmante. Sapere di non essere in grado di badare ad un'altra persona, perché ancora non si riesce a farlo con se stessi, è forse uno dei temi più tristi che fino ad ora questa serie ha trattato.

In questo primo episodio introduttivo, le vicende di Piper e Alex sono giustamente rimaste un po' ai margini. Abbiamo solo intravisto un'Alex quasi irriconoscibile, col volto tumefatto e l'aria depressa. L'incontro con Piper si rivela essere una farsa in quanto la nostra protagonista decide di mentire e di non rivelare alla sua ragazza il motivo per cui si ritrova di nuovo al Litchfield.


Nel secondo episodio, Bed Bugs and Beyond, vediamo come le nostre detenute gironzolino per il carcere in intimo antistupro e tute di carta a causa dell'arrivo delle tanto odiate cimici da letto. La faccia di Caputo quando vede l'ispanica gnocca camminare per la mensa mezza nuda è epica (chissà cosa sarà mai andato a fare nel suo ufficio...)
Comunque, capiamo subito che per il Litchfield questa è forse la goccia che fa traboccare il vaso e che c'è seriamente il pericolo che chiuda i battenti. 

Red ha scoperto che Piper le ha mentito riguardo il suo ristorante, così come Alex si rende conto che è proprio la sua bionda preferita la causa del suo ritorno in carcere. 
Piper è Piper, abbiamo ormai imparato a conoscerla nel corso delle prime due stagioni e sappiamo bene che sa essere davvero insopportabile. E' pur vero che le sue intenzioni spesso sono buone, infatti quando ha mentito sulla chiusura del ristorante di Red lo ha sicuramente fatto per non arrecarle un dispiacere enorme, però c'è da dire che ha questa tendenza fastidiosa a giustificare sempre e comunque ogni suo errore, sfruttando il suo intelletto e rigirando le situazioni a suo piacimento. In realtà il suo è il tipico atteggiamento da egocentrica che antepone la sua persona e i suoi bisogni a quelli degli altri, e quando le viene puntato il dito contro, ecco che entra in gioco il vittimismo. Giuro che in questo episodio l'avrei presa volentieri a testate sulle gengive.



Ma Alex come l'ha presa? 
Devo dire che pensavo che ce l'avrebbe avuta con lei per almeno buona parte della stagione, invece vediamo come verso la fine dell'episodio, le due donne hanno una scena di sesso in pieno stile #Gallavich. Sì, perché vederle picchiarsi, tirarsi i capelli e l'istante dopo baciarsi e fare l'amore, non ha potuto che riportarmi alla mente i miei due grandi amori.


Protagonista dell'episodio è però quel cucciolo di Bennet e la sua storia d'amore con Daya. So che a molti questa romance che si protrae da stagioni può aver stancato ma io li trovo così adorabili. Amo quell'inconscienza, tipica degli amori adolescenziali, con cui entrambi affrontano la relazione. Quando lui le ha chiesto di sposarlo con un anello fatto di carte di gomme da masticare, mi sono sciolta.
Purtroppo l'epilogo non è certo dei migliori, perché il futuro papà si rende conto che la situazione è troppo complicata. Lui, l'unico ad opporsi all'adozione del bambino da parte della mamma di Pornstache, si ritrova faccia a faccia con la realtà quando fa visita al compagno di Aleida. Le prospettive per una vita serena e felice sono davvero misere per questo povero bambino, il quale si ritroverebbe costretto a passare i primi anni della sua vita con un uomo che educa i ragazzi minacciandoli con una pistola. 
Bennet ha forse preferito defilarsi e lasciare che Daya affidi il bambino alle cure della madre di Pornstache, così da assicurargli un futuro migliore. Scelta difficile ma comprensibile.

Ad ogni modo, il flashback di Bennet che balla "Hollaback Girl" in divisa militare vale tutto l'episodio. Sono morta dal ridere.


Empathy is a boner killer, è invece l'emblematico titolo della 3x03. Una puntata decisamente più movimentata e ricca delle precedenti, nella quale sembra finalmente delinearsi la trama orizzontale di questa terza stagione.
Caputo è decisamente sfigatissimo ragazzi, da quando è riuscito ad accaparrarsi questa nuova posizione all'interno del Litchfield, ne succede una ogni mezzo secondo. Dopo l'assalto delle cimici da letto, si trova costretto persino a chiedere un consiglio a Miss simpatia Figueroa. Per evitare quindi che il carcere chiuda, l'uomo decide di cercare di farlo acquisire da un'associazione e di renderlo così una realtà privata.
Di sicuro questa decisione permetterà al penitenziario di rimanere aperto, e questo già dovrebbe bastarci, ma sono sicura che non tutto sarà così semplice. Lasciare che le cose vengano gestite dall'interno, avrà certamente dei lati negativi.
 

L'episodio è dedicato alla nostra Nicky, uno dei personaggi più interessanti a mio avviso. Scopriamo che è stata proprio lei a rubare l'eroina che lei stessa aveva nascosto, in modo da non doversene separare. Infatti, lei e Boo, avrebbero dovuto trovare insieme il modo di vendere la droga al di fuori del Litchfield. Viene coinvolto anche lo sveglione di Luschek, il quale si fa sgamare l'eroina nel cassetto e non ci pensa due volte a scaricare tutte le colpe su Nicky, che viene così trasferita nell'ala di massima sicurezza.

Abbiamo assistito a dei flashback molto forti sulla detenuta: l'abbiamo vista soffrire per una madre totalmente assente e che cerca di compensare la sua mancanza col denaro, così come l'abbiamo vista distruggersi con la droga, addossando tutte le colpe a sua mamma. Non riuscire a trovare il modo da staccarsi da una dipendenza così grande è terribile, cadi in un circolo vizioso di autodistruzione e trovi tutte le scuse possibili per continuare a non volerti bene. 
Eppure, nel corso delle prime due stagioni, abbiamo sempre visto una Nicky che è riuscita a riprendere in mano la sua vita, seppur all'interno di un carcere. Abbiamo assistito a come sia riuscita a trovare delle persone con cui stringere legami forti, tanto da considerarle la sua famiglia. Ora, invece, la vicinanza all'eroina l'ha completamente fatta uscire di testa. Sembra quasi un'altra persona e questo fa veramente riflettere. 

"Red's not my mum. Wouldn't wish that on her. I wouldn't wish that on anyone".

Alex e Piper invece, grazie ad una lezione di recitazione e improvvisazione, si sono esposte davanti a tutte esternando le loro emozioni. Ed ecco che, goodbye passione. E benvenuta empatia. Credo che il titolo dell'episodio faccia riferimento proprio alle dinamiche tra le due amanti, le quali si ritrovano ad esplorare nuovamente il loro rapporto da un punto di vista più sentimentale e meno passionale.

 
Menzione speciale alla scena del "funerale dei libri" e alle esilaranti Poussay e Taystee. Io le amo insieme, sono veramente perfette. 

 
Il quarto episodio, Finger in the Dyke, ci permette di conoscere un po' meglio Big Boo e il suo passato. Mi ha veramente colpita, in modo negativo ovviamente, il modo in cui i suoi genitori non riuscissero a trovare il modo di accettarla per la persona che è: lesbica e mascolina. Ossessivo il comportamento della madre che voleva a tutti i costi farle indossare vestitini contro la sua volontà, così come veramente assurdo il padre che ha assecondato questo atteggiamento della moglie fino alla fine dei suoi giorni. 



E' proprio nel momento in cui Boo è costretta a "mascherarsi" e a cercare di essere più femminile che la donna si lascia andare ad un pianto, ripensando a tutte le volte che si è rifiutata di vestire i panni della persona che non è. Perché far finta di essere qualcun altro solo per compiacere gli altri, soltanto per far parlare meno la gente e per passare inosservato, è forse una delle scelte peggiori che si possano fare. E' sempre stata talmente forte e convinta delle sue idee da essersi rifiutata di essere invisibile e ha sempre continuato a mostrarsi per quella che è, con la sua personalità spiccata e con quel suo carattere irriverente. Questo lo trovo ammirevole e semplicemente invidiabile. 

Questa quarta puntata ci mostra come tutte le detenute debbano fare i conti con il fatto che la vita delle loro famiglie o dei loro amici continua ad andare avanti al di fuori delle mura del carcere, senza di loro. Interessante come Gloria non si arrenda a lasciare che suo figlio, ormai quasi adolescente, salti la scuola e continui a ribellarsi alle regole. E' pur vero che quello che lei può fare da dentro il penitenziario, è praticamente nullo. Ed è proprio la consapevolezza di essere impotenti quello che più tocca le nostre detenute.

 
La nostra Piper, invece, in una scena dolcissima chiede ad Alex di diventare la sua ragazza e noi ci godiamo il momento pur sapendo che tra un paio di episodi arriverà quella strafiga di Ruby Rose a mettersi tra le due. E io non vedo l'ora, ve lo dico.

Vi aspetto al prossimo #commentone sulla parte centrale di questa terza stagione! Non mancate!
Sara ♡ 

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