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Quale, tra le nuove serie di questo Autunno, è la tua preferita?

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lunedì 20 luglio 2015
Signore, signori, creature sovrannaturali, alpaca e altro,
buon – inserire ora appropriata – e  benvenuti a una nuova puntata di Sound TV Show, la nostra  rubrica musicale!

La canzone prescelta è ancora relativamente sconosciuta; visto che non sono una persona ossessiva e non ho chiodi fissi, figuriamoci, ho deciso di proporvi My least favorite life, di Lera Lynn. Per gli amici, il pezzo eseguito dalla wannabe Joni Mitchell che si esibisce nel diner preferito dei protagonisti alla fine dell'episodio 2x01 di True detective.






Non ve lo aspettavate, eh?
Beh, le armonie (in)dolenti, cupe ed appiccicose del brano mi hanno conquistata fin dal primo ascolto; ho fatto qualche indagine, e scoperto che la Lynn altri non è che la cantante che compare nella serie. Stando a Wikipedia, che ci ricorda diligentemente come la voce in merito sia solo una bozza, la ragazza suona e scrive “American music” (suppongo voglia dire qualcosa di sporco, graffiante ed evocativo che si trova tra il country ed il blues), e quello offertole da Pizzolatto, creatore di True detective, è il suo primo contratto importante sul piano internazionale.



Veniamo dunque alla scena nello specifico, e al modo in cui la canzone vi si accompagna.
Il detective corrotto Ray Velcoro e il gangster Frank Seymons, che lo annovera sul libro paga come informatore, stanno discutendo della morte di un consigliere comunale, invischiato in un affare alquanto redditizio con Seymons stesso. Uno fuma in continuazione e beve whisky, l'altro lo fissa con educato disprezzo. Il locale pare essere stato ristrutturato per l'ultima volta negli anni Settanta: opprimenti pareti color del muschio, panche di legno scuro, luci soffuse. Le cameriere parlano tra di loro in Spagnolo, un ventilatore a pale ronza pigramente sul soffitto.





Il pezzo, come tanti altri, parla di un amore finito. O forse mai cominciato. In apparenza, il collegamento tra le due situazioni è labile; leggendo il testo, tuttavia, ci si rende conto che il bisogno espresso con maggiore chiarezza dalla Lynn è quello di fuggire, allontanarsi da una realtà asfittica che la tiene prigioniera. Il diner è soffocante, la città industriale di Vinci una trappola mortale, la vita di Velcoro un susseguirsi di scelte sbagliate, quella di Frank un sogno che sta per trasformarsi in un incubo.
La cantante ha una voce infantile, come un filo teso sull'orlo delle lacrime, ed adulta, quasi eterna. Vinci ha appena cent'anni, eppure è vecchia di corruzione e sporcizia, di immobilismo e sofferenza. Mentre cominciano a scorrere i titoli di coda, ci rendiamo conto che la scelta di destinare la canzona alla scena non è stata affatto casuale.

Lera Lynn – My least favorite life
This is my least favorite life,
The one where you fly and I don’t.
A kiss holds a million deceits
And a lifetime goes up in smoke.
This is my least favorite you,
Who floats far above earth and stone;
The nights that I twist on the rack
Is the time that I feel most at home.

We're wandering in the shade
And the rustle of fallen leaves;
A bird on the edge of a blade
Lost now forever, my love, in a sweet memory.

The station pulls away from the train,
The blue pulls away from the sky...
The whisper of two broken wings.
May be they’re yours, maybe they’re mine.
This is my least favorite life,
The one where I am out of my mind;
The one where you are just out of reach.
The one where I stay and you fly.

I'm wandering in the shade
And the rustle of fallen leaves.
A bird on the edge of the blade
Lost now forever, my love, in a sweet memory.

Traduzione – La vita che mi piace meno di tutte
Questa è la vita che mi piace meno di tutte,
Quella in cui tu voli. E io no.
Un bacio racchiude un milione di inganni,
E una vita intera si dissolve in volute di fumo.
Questa è la versione di te che mi piace meno di tutte,
Quella che fluttua via, oltre la terra e la pietra;
Le notti in cui mi contorco durante le torture*
Sono i momenti nei quali mi sento più a casa.

Vagabondiamo nell'ombra,
in mezzo al fruscio delle foglie cadute;
Un uccello sul filo di una lama,
Amore mio, oggi è perso per sempre in un dolce ricordo.

La stazione si allontana dal treno,
il blu cola dal cielo;
il sussurro di due ali spezzate...
Forse sono le tue, forse sono le mie.
Questa è la vita che mi piace meno di tutte,
Quella in cui io sono fuori di me;
Quella in cui tu sei semplicemente impossibile da raggiungere,
Quella in cui io resto e tu voli via.

Vagabondo nell'ombra,
in mezzo al fruscio delle foglie morte;
Un uccello sul filo di una lama,
Amore mio, oggi è perso per sempre in un dolce ricordo.


*ho avuto non poche perplessità nella traduzione dell'espressione “twist on the rack”. Il sito anglosassone genius.com suggerisce che si tratti di un riferimento al rack, uno strumento di tortura costituito da una tavola di legno cui la vittima veniva legata, per poi essere strattonata dalle mani e dai piedi fino alla slogatura dei legamenti e all'insorgenza di un forte dolore. Sempre secondo il sito, uno strumento simile viene rinvenuto da Velcoro nel pied – à – terre di Caspere a Los Angeles.

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