Recensioni

Quale, tra le nuove serie di questo Autunno, è la tua preferita?

Lettori fissi

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giovedì 8 ottobre 2015

Lettrici, lettori, oritteropi, pezzettini di sushi e gabbiani,
buongiorno! Sentite questo irresistibile profumo di idiozia che impregna l'aria? Ma sì, avete indovinato: c'est moi, Tonks! Dopo l'imperdonabile defezione estiva (no, non ho finito di recensire True detective. Sì, sono un verme verminoso), torno a bomba con una serie che, pur essendo solo al terzo episodio, è già una delle più discusse di questo autunno telefilmico.
Sto parlando di paillettes, brutali omicidi e battute fulminanti.
Di busti ortopedici, tacchi dodici e seghe elettriche.




Sto parlando, miei accoliti, di Scream queens.
A quanto pare, lo sceneggiatore e produttore Ryan Murphy ama gli esperimenti: l'unico modo in cui riesco a spiegarmi tutto questo è raffigurandomelo in camice bianco e occhiali da saldatore, mentre butta in un gigantesco mixer le sue due creazioni più famose – Glee e American Horror Story – e aggiunge pizzichi di commedie caustico/demenziali dagli anni Ottanta ad oggi. In tre puntate, abbiamo già avvertito il retrogusto di Pitch Perfect, Mean girls, St Trinian's e almeno una dozzina di horror di dubbio gusto, a partire da Non aprite quella porta.



Un miscuglio senza capo né coda? Senza alcun dubbio. Una miniera di spunti geniali? Anche. Questa, gentile pubblico, è una recensione espresso dei primi episodi di una serie che scotta, e che, ne sono sicura, farà parlare di sé per molti mesi a venire.
Tutto comincia con uno schermo nero, e la scritta – in rosa Big Bubble – 1995. Nella lussuosa sede di una confraternita femminile, la KKT, c'è una festa molto cool, e l'atmosfera è appena incrinata da un piccolo particolare: al piano di sopra, un'iniziata (ovvero una matricola che sta compiendo il percorso per diventare consorella) ha partorito in una vasca da bagno.
Non credeva di essere incinta, pensava che a gonfiarla fossero stati i carboidrati.



Da qui, ha inizio la presentazione parossistica delle situazioni che caratterizzerà il telefilm: una ragazza terrorizzata chiama le capette della confraternita, le quali non possono assolutamente perdersi Waterfall, che il DJ ha appena messo su: è la loro canzone. Morale della favola, la puerpera muore dissanguata tra commenti quali “Le hai toccato l'occhio? Che schifo, io non riesco nemmeno a mettermi le lenti a contatto!”
Fine del flashback, siamo nel 2015, e il primo semestre sta per cominciare.
Boom, baby.




Facciamo subito conoscenza con Chanel Oberlin, interpretata dalla splendida Emma Roberts: una sorta di tiranna in Armani, priva di sentimenti ma dal guardaroba incredibilmente fornito, che signoreggia sulla KKT e su tre scagnozze di cui non conosce i nomi, e che chiama Chanel n.2 (la credibilissima Ariana Grande), n.3 e n.5. Sì, c'era una n.4, ma a quanto pare è morta di meningite e dimenticata in un battito di ciglia – finte - .



Crudele fino al ridicolo, Chanel maltratta le altre e la governante, Miss Bean, ma trova quasi subito pane per il propri denti: il decano Munsch, nuova rettrice del college, interpretata da Jamie Lee Curtis, non è una fan del sistema delle confraternite, e meno che mai della KKT.
Vi ricorda qualcosa?



No, nerd dei vecchi film americani, non avete vinto niente, ma avete ragione: è la stessa trama di Animal house, un classico assoluto che ha dato inizio all'intero filone di quelli che oggi chiamiamo college movies. Siamo però nel grottesco più totale, e il dettaglio che impensierisce di più la Munch è la fine della presidente della KKT che ha preceduto Chanel. A quanto pare, qualcuno ha versato dell'acido cloridrico nel suo abbronzante spray, uccidendola per mezzo di atroci sofferenze.



Ve l'avevo detto, una miniera di idee.
Lo scontro tra le due – la Munsch vuole revocare alla KKT lo statuto di confraternita – viene interrotto da Gigi Caldwell, appena uscita dagli anni Novanta (le sue gonnelline e i suoi bomber sono fantastici), nonché capo della confraternita a livello nazionale. Oh, e avvocato; si è laureata nei Caraibi.



La palla passa a lei, e la Munsch si trova costretta ad accogliere dritte su come gestire la questione da una tizia vestita come la mia vecchia Barbie Ginnastica.
Intanto, ecco la protagonista che stavamo aspettando: carina, bionda, goodie – goodie, in crisi con il padre vedovo perché lui non approva le confraternite e lei vuole disperatamente entrare nella KKT, per seguire le orme della madre, morta quando lei era bambina.
Dove ho già sentito una storia simile?



Ah, sì, aspetta.
Ovunque.
Per rincarare la dose di cliché, ogni bellezza WASP dai riccioli color miele (di nome Grace. Okay? Grace.) ha bisogno di una spalla con una forte caratterizzazione etnica. Ovviamente, quindi, la compagna di stanza della fanciulla è nera, si chiama Zayday, ha un accento al limite del caricaturale e le maglie leopardate.



Scusate, deve essersi incantato il disco.
La combattiva Zayday è stata cresciuta dalla nonna, che la vorrebbe prima presidentessa nera degli Stati Uniti. Grace riesce quindi a convincerla a richiedere l'ammissione alla KKT, un bel posto dal quale iniziare la scalata al successo.



Che mondo sarebbe senza le nonne?
La sera, un tizio con un costume rosso da diavolo fissa con insistenza Grace da una macchia d'alberi, e lei lo insegue, solo per scoprire che si è dissolto nel nulla.
Protagonista idiota del film horror: lo stai facendo bene.



Comincia, comunque, la festa dell'iniziazione: il decano Munsch e Gigi Caldwell presidiano la KKT, pugno di ferro e guanto di velluto. Non è ancora nemmeno iniziato il party che le due sganciano la bomba.
Per distaccarsi dall'elitarismo che la connota, quest'anno la confraternita sarà costretta ad accettare chiunque desideri proporsi come iniziata.
Panico più assoluto, è chiaro.



Chanel n.5 corre di sopra a chiamare Chanel – e – basta, che si trova davanti alla seguente lista di reclute:
   Hester Ulrich, studentessa di Storia, un'irresistibile Lea Michele con busto ortopedico Milwakee, capello crespo, sopracciglioni e troppo entusiasmo;
   Tiffany Qualcosa, sorda, che ha come modello di vita Taylor Swift (sa i testi di tutte le canzoni) e la canta “a squarciagola” ogni volta che può;
   “Butch”, stereotipo – quasi offensivo, ma divertentissimo – della lesbica convinta che i rapporti eterosessuali siano sempre uno stupro;
   Zayday & Grace;
   la mia preferita, Jennifer, che come interesse personale pubblica video in cui recensisce candele dicendo che odorano di “divani color crema e menopausa”.



L’Apocalisse, insomma.
A riprova dell’importanza dell’avere delle iniziate di prim’ordine, il giorno seguente una già sconvolta Chanel viene scaricata dal sensuale golfista Chad Radwell, che non può permettersi di sprecare tempo con una che probabilmente non resterà popolare a lungo. Nel ruolo di Boone, la spalla dedita a lisciare lo smisurato ego di Chad, troviamo Nick Jonas.



Okay.
La frase di commiato di Chad (“Chanel, io ti amo, più o meno. E’ solo che ti amerei molto di più se ti amassero di più anche gli altri”) si inserisce negli annali telefilmici, e lascia la presidentessa della KKT più determinata che mai: le nuove iniziate vanno vatte sparire.
A mali estremi, estremi rimedi, e Chanel ricorre all’aiuto di Miss Bean, la cameriera, che quella mattina ha ricevuto l’ordine di pulire il pavimento con uno spazzolino da denti delle barbie.



Per circuirla e discutere con lei i dettagli del piano, la ragazza porta Miss Bean alla caffetteria del campus, e ci gratifica con una mirabolante scenata isterica all’indirizzo del povero cameriere, colpevole di non essere in grado di riscaldare il suo caffellatte alla zucca speziata esattamente quanto lei desidera. Dopodiché, espone alla cameriera la strategia: per terrorizzare le matricole, loro due fingeranno di avere un diverbio, e Chanel le ficcherà la testa nella friggitrice – che le ragazze dovranno credere accesa. A quel punto, ne è sicura, fuggiranno più veloci di Bambi.



Frattanto, Grace arriva al bancone, ed inizia a flirtare con Pete, il barista appena torturato; quando gli dice che vuole unirsi alla KKT, lui la supplica di non farlo, esattamente come suo padre. Questo perché lui, Pete, è anche l’editore del giornale del campus, e ha indagato parecchio sulle confraternite.
In quel momento, Chanel e Miss Bean intercettano la conversazione, e la bionda sbeffeggia Pete chiamandolo “maniaco sessuale” e sostenendo di aver dovuto chiedere un’ordinanza restrittiva per tenerlo alla larga da sé l’anno precedente. Lui si difende: era una matricola e si è preso una cotta, e oltretutto Chanel l’ha illuso apposta per poterlo umiliare in pubblico. A chi crediamo?



A dispetto di ogni buon senso, Grace ribadisce che si unirà alla KKT e che “sa badare a se stessa”.
Già.
La sera della cerimonia di iniziazione, Chanel si sta preparando in camera sua, quando le altre Chanel, preoccupate, vanno a chiamarla: Miss Bean ha lasciato aperta la porta della propria stanza, e sullo specchio hanno trovato un collage di foto della presidentessa della KKT, con gli occhi strappati, croci rosse in faccia e la scritta “Kill” ovunque.



Ma comunque non sono sorpresa.
Furibonda, Chanel corre in cucina, seguita da scagnozze e reclute, e confronta la “schiava bianca”, che nega di avere qualcosa a che fare con il bizzarro altarino. La ragazza strilla che lo scherzetto che avevano organizzato non le sembra più abbastanza, e che ce la annegherà, Miss Bean, nell’olio per friggere.
Quando afferra la donna per i capelli e la costringe a mettere la testa nella friggitrice, tuttavia, le urla di orrore si levano da ogni dove: l’apparecchio è acceso.



In un parossismo di pulp ed effetti speciali spero intenzionalmente orrendi, Miss Bean muore, la faccia squagliata.
Seratina tranquilla, alla KKT.
Terrorizzata, Grace fa per chiamare la polizia, ma Chanel la blocca: ha delle testimoni (ovvero tutte le altre, tranne Zayday; si sono lasciate corrompere dalla proposta di un fidanzato figo e una vacanza in Messico) che confermeranno la sua versione dai fatti, secondo la quale l’assassina è proprio Grace.






Dopo aver scaricato il cadavere in un freezer gigante, vanno tutte a prendersi un cocktail (beh, meno Grace), ignare di Pete che scruta tra i cespugli. Mmmh.
Il decano Munsch, intanto, sta trascorrendo una serata più piacevole. E’, infatti, a letto con Chad Radwell a fumare marijuana (fatevi un favore: mettete in pausa in un punto random di questa scena e godetevi la faccia di Chad) e sproloquia di lotte femministe, e dove siamo finiti, e che schifo le confraternite, e che ne è stato della mia vita. Conclude cacciando Chad, il quale sostiene di amarla, e rincarando la dose: a letto fa schifo e hai dei complessi materni disturbanti. Uno più sano dell’altro, qui.


Il giorno dopo, quell’anima candida di Grace ritiene saggio confessare a un ragazzo che conosce da due giorni di aver nascosto un cadavere in un freezer. Pete, come abbiamo visto, sa già tutto, e i due mettono a punto un piano: lei raccoglierà informazioni dall’interno, e lui scriverà un’inchiesta – bomba sulla KKT, per distruggere Chanel e riportare la confraternita agli splendori che Grace immagina avessero attratto sua madre. Tra un doppio senso sessuale e l’altro, Pete propone di andare a vedere il corpo.



I due vengono preceduti di poco da Chanel e Chad, un po’ più eccitato di quanto sia conveniente in circostanze simili (“Mi stai dicendo che la morte non ti arrapa?”). Colpo di scena: il cadavere è scomparso. Lo hanno rubato o, come teme la bionda, Miss Bean è viva?
Preoccupata – appena giustamente -, la presidentessa della KKT indice una riunione con le sue scagnozze: dovranno prestare un giuramento di sangue (scaricato da Internet). Dopo un delirante excursus sulle malattie sessualmente trasmissibili, Chanel n.2 si spaventa e scappa in camera, a fare i bagagli: vuole fare la giornalista, e non può invischiarsi in faccende come quelle.


Regola n. x degli horror: chiunque dimostri un briciolo di buon senso deve guardarsi le spalle. Un numero sconosciuto scrive alla ragazza “Hai il coraggio di aprire la porta?”.
Lei, ovviamente, ce l’ha.
Che cosa ho appena detto sul buon senso?



Si tratta del Diavolo Rosso, e segue una scena spiazzante: i due comunicano via sms (“Plz non uccidermi!11!!1!”, “trp tardi! Hahahaha”), e, dopo una breve colluttazione, lui la pugnala, lasciandole appena il tempo di aggiornare Twitter: “Il Diavolo Rosso mi sta ammazzando!! L’ho fatto entrare in camera mia. Per favore, qualcuno mi aiuti”.
Credo che sia uno degli omicidi cinematografici più assurdi di sempre.
Il cadavere viene subito scoperto dalle altre Chanel, e Chanel – e – basta è sollevata: è chiaro che si tratta di Miss Bean alla ricerca della propria vendetta. Quindi, a rigor di logica, non può averla uccisa lei.



O…okay?
Nel frattempo, inizia la Hellweek, la settimana di maltrattamenti ai danni delle matricole che hanno deciso di diventare iniziate. Chanel è scatenata, ma Grace punta subito i piedi: non la lascerà maltrattare le ragazze. Yawn.
Esasperata (forse dalla piattezza del personaggio), la bionda decide di portare quella che si sta configurando come la propria rivale a prendere un caffè – no, un caffellatte speziato alla zucca – per chiederle quali antidepressivi prenda, visto che riesce ad essere sicura di se stessa senza essere cattiva.
Segue breve confronto nel quale goodie goodie Gracie cerca di convincere l’altra che lei e la KKT possono cambiare in meglio; grazie a non so quale dio della sceneggiatura, Chanel risponde che ci ha provato, bene, ma quelle stronzate hippie in stile “pace nel mondo” le fanno venire voglia di vomitare.



Immensa.
Grace se ne va, offesa, mentre le altre Chanel organizzano un round del tradizionale gioco di iniziazione della K: “acchiappa la puttalpa”. Sottotitolatori, grazie per le emozioni che ci regalate.
In pratica, le iniziate, meno Grace, sono sepolte in giardino, solo con la testa fuori, e dovranno passarci la notte.
Ecco, però, la scena madre della puntata: il Diavolo Rosso, a bordo di una gigantesca falciatrice, spappola la testa di Tiffany, la quale, peraltro, ha frainteso le urla di orrore delle altre e continuato a cantare Taylor Swift.
Almeno, se n’è andata facendo quello che amava.



Scusate. 
Su un urlo isterico di Lea Michele, finisce l’episodio.

Non vi lascio nemmeno dieci secondi di respiro: via con il prossimo!
Comincia tutto con una riflessione del decano Munsch sull’era di Twitter e Facebook e sulla costante connessione (e ricerca d’attenzioni) dei cccciofani d’oggi. Subito dopo, irrompe nella sede della KKT con un detective, e mette in chiaro che
a)     considera tutte le studentesse delle sospettate
b)     nessuna delle ragazze può lasciare la K House
c)     vuole rimorchiarsi il detective stesso.
Le iniziate saranno quindi costrette a trasferirsi nell'edificio, e si prospetta una convivenza serena e spensierata.



Un problema affligge le Chanel: sta per arrivare una guardia di sicurezza assoldata da Gigi, ed entro allora conviene far sparire il corpo della n.2. In un crescendo di idee con pro e contro rispettabili (tipo comprare un maiale e nutrirlo con il cadavere), Lea/Hester irrompe nella stanza ed espone, con incredibile competenza, diversi modi di sbarazzarsi di un amica morta. Chanel – e – basta è schifata, ma io sono impressionata.



Tuttavia, per qualche motivo disidratare il corpo, disossarlo e farlo a pezzi con un robot da cucina non pare una grande pensata alle altre, e n.2 viene scaricata nello stesso freezer usato per Miss Bean in attesa di intuizioni migliori. Nel frattempo, Hester terrorizza tutte con la propria morbosa ossessione per la morte e chiede ad ognuna delle ragazze se può chiamarle “mamma”.



Come prevedibile, la poliziotta assoldata da Gigi, Denise Hemphill, non è affatto una poliziotta e non possiede una pistola, ma è molto competente nel chiamare la vera polizia. Espone, inoltre, un delirante programma di sicurezza in tre passi, che persino delle svaporate come Chanel n.3 e 5 accolgono con qualche perplessità.
Il bullismo nei confronti delle iniziate continua, ma per Grace essere cacciata a prendere del detersivo nel ripostiglio si rivela un’opportunità: scopre l’esistenza di una porta chiusa a chiave, in cui, dice Chanel n.5, è ammessa solo la presidentessa della confraternita.



La ragazza fa subito la spia con Pete, il quale giunge alla sua stessa conclusione: se alla KKT è successo qualcosa di veramente oscuro, ci saranno dei documenti in proposito, forse nell’ufficio del decano. Da dirsi a vicenda che dovranno farvi irruzione a limonare duro il passo è breve; oh, insomma, alzi la mano chi non crede che sia eccitante progettare insieme al partner azioni criminali. Tuttavia, goodie – goodie Gracie decide che non possono darsi alle gioie del talamo mentre la gente viene assassinata.



La mela non cade mai lontano dall’albero, tuttavia, e Weston, il padre della protagoimpiastra, è ancora più rompiballe di lei. Okay, c’è un serial killer libero nei terreni del campus, ma non mi pare una ragione sufficiente per irrompere nell’ufficio della Munch e sostenere che ritirerà la figlia dal college per portarla a casa. Il decano cerca di farlo recedere dai propri propositi, per non scatenare una crisi, e anche di rimorchiarlo, ca va sans dire. Lui tira fuori l’asso dalla manica: è un professore, e ciò che vuole è un posto in quell’università, per stare vicino a Grace.


Tipo. 
La porta segreta è così ben protetta che Grace la forza con un cucchiaio o simili, per trovarsi di fronte a reperti inquietanti, tra cui una vasca da bagno macchiata di sangue e un baule chiuso. Chanel, che a quanto pare ha gli occhi anche dietro la testa, si palesa facendoci prendere un infarto, e racconta la storia senza farsi pregare: la nascita durante la festa del 1995, la morte della puerpera dissanguata...aggiunge, anzi, dettagli  inquietanti: pare che a coprire la storia, all’epoca, sia stata la Munsch, non ancora rettrice. Chanel sostiene che sia un mito, ma Grace si convince che sia tutto collegato agli omicidi che stanno avvenendo al college. E poi, dov’è finito il bambino?



Dopo una scena di sesso così assurda da avermi fatto ridere ad alta voce, Chanel e Chad litigano, in quanto lei preferirebbe che non le si dicesse “ti soffoco, piccola” mentre un serial killer vaga libero nei paraggi. Alla fine, lei lo lascia, e lui reagisce con calma, dignità e classe.



Chad raggiunge la propria stanza e Boone, che gli chiede di poter dormire con lui per la paura dello psicopatico scatenato. Dopo essersi fatto promettere che l’amico non gli toccherà il salsicciotto come l’ultima volta, Chad acconsente.
Perché devo commuovermi alla vista di due uomini abbracciati, anche in circostanze come queste?



Al mattino, ovviamente Chanel corre a riprendersi il fidanzato, e trova i due nello stesso letto. Compresa nel prezzo l’erezione di Boone (o “broner”. Ho riso fino alle lacrime).
Dopo averle spiegato con gentilezza che tutti vogliono fare sesso con lui e lei farà meglio ad accettarlo, Chad scarica nuovamente la presidentessa della KKT. Che vi ricorda?


 "Come si rovescia un dittatore? Si tagliano le sue risorse!".
Con tecniche di scasso quasi perfette, Pete riesce a penetrare nell’ufficio della Munsch. Sta cercando – e trovando – informazioni, quando qualcuno in un costume da Diavolo Rosso gli tira una botta in testa e lo appende all’ingresso del college, con il cartello “Fatti i fatti tuoi”.
La conclusione di Grace e che sono arrivati a qualcosa di grosso.



La protagoimpiastra espone il caso del 1995, mentre il suo compagno di merende si cambia provocandole reazioni contenute.



Quando apre l’armadio di Pete per prendergli du’ stracci, tuttavia, Grace si trova davanti a uno spettacolo inquietante: il costume del Diavolo Rosso.
Pete si giustifica spiegando che è la mascotte della scuola durante la stagione del football, ma per Grace non è una giustificazione: lui odia la K, e poi ha l’età che avrebbe il bambino del 1995 se fosse cresciuto…
Come rovinare una serata a riuscita sicura.



Frattanto, Boone raggiunge le Chanel in caffetteria e dice subito che ha intenzione di fare coming out, perché sa che gli distruggerebbero la reputazione comunque. Più brillante di quanto sembra. Sa che la sua omosessualità lo allontanerà dal gruppo dei golfisti, e per questo vuole unirsi alla K.
N. 3 e 5 sono sconvolte, ma Chanel – e – basta intravvede un’opportunità: vuole lavorare nel mondo dei media che “come tutti sanno è pieno di gay”. Nonostante n.5 gli faccia una scenata, Boone è fiducioso che considereranno la sua offerta.


La notte, Denise Hemphill è in macchina a presidiare la K house, quando qualcuno la spaventa a morte; è solo la sua amica Shondell, anche lei guardia di sicurezza, con hamburger e pettegolezzi. Tuttavia, c’è un’altra auto parcheggiata nel vialetto: quella del padre di Grace. La ragazza vuole andare a parlargli, ma Gigi, che deve averlo intravisto, si offre volontaria al posto suo. I due trovano subito terreno comune – le compilation anni Novanta – e segue il solito dialogo “Voglio solo proteggere la mia principessa!”, “Ma devi lasciarle i suoi spazi”



Quando lei propone un caffè, lui accetta, ma la Munsch osserva nell’ombra. Creepy.
Mentre le Chanel bullizzano le reclute, Denise è riscossa da un grido agghiacciante: un tizio in costume da diavolo rosso ha fatto irruzione nella stanza di Chanel – e – basta e cercato di buttarla dalla finestra. La guardia di sicurezza corre in casa, ma si guarda bene di precedere le ragazze che, al piano di sopra, fanno una scoperta agghiacciante: la scritta insanguinata Sluts will die (“le troie moriranno”) su una parete. Tutte le porte sono chiuse dall’interno.



Denise si lancia (?!) fuori a chiedere i rinforzi a Shondell, solo per scoprire che il Diavolo Rosso l’ha uccisa con una coltellata al volto. Al che, colei che ha giurato di proteggere la KKT preme l’acceleratore e si dà ad un’eroica fuga.
Chiamala scema.
Intanto, gli autori ci gratificano con una scena di Boone che fa fitness allo specchio. Prima che abbia tempo di chiedermi
a)     quanti piripillo di anni fa si siano sciolti i Jonas Brothers
b)     perché i suoi pettorali non fossero proprio questi sui poster del Cioè nel 2007,
però, il Diavolo Rosso entra nella stanza. Al che Boone, sorridendo, dice qualcosa tipo “Che, pensi di farmi paura?”



Idiozia o mistero?
Sta di fatto che, al loro rientro, gli altri golfisti trovano l’amico sgozzato, steso a terra e composto tra una miriade di candele. Ugh.
Alla KKT, Chanel tenta di bullizzare ulteriormente le iniziate, ma trova un’avversaria in Zayday, che l’accusa di essere lei la serial killer. In fondo, è l’unica che tutte abbiano visto ammazzare una persona.



Imperterrita, la presidentessa continua a sostenere la tesi del ritorno di Miss Bean dal mondo dei morti, ma Zayday tira fuori la storia della tizia uccisa con l’acido cloridrico al posto dell’abbronzante.
A interrompere la girandola di accuse, Chad e Denise: quest’ultima racconta della morte di Shondell e della scomparsa del suo cadavere, mentre lui annuncia
a)     di aver avuto rapporti sessuali con una cinquantina di ragazze da quando ha rotto con Chanel
b)     di aver trovato il corpo di Boone.
Il quale giace nell’obitorio della contea.
Per circa cinquanta secondi; poi, arriva qualcuno nel costume del Diavolo Rosso, e apre il cassetto del cadavere. Boone sorride, si stiracchia, leva il trucco a forma di incisione che ha sulla gola e apostrofa l’altro “Ehi, come mai ci hai messo così tanto?”
Fine seconda puntata.



Basta mangiarsi mani e unghie; partiamo a bomba con la terza!
Grace e Zayday fanno la spesa al supermercato del campus e discutono di Pete e del suo possibile terzo lavoro di serial killer, quando il Diavolo Rosso appare in una corsia. Armate di teaser, grazie alla provvida nonna di Zayday, le ragazze bloccano l’assalitore, il quale si rivela essere una matricola sfigata e grassottella con il costume da mascotte addosso.




Ma possibile che a nessuno sia venuto in mente di cambiare questa maledetta mascotte?
Poco dopo, le Chanel scoprono che il corpo di n.2 è sparito, e n.5 fa un annuncio scioccante: dopo un threesome con due fratelli golfisti, ha capito che le importa più godere delle gioie del talamo che cercare l’assassino di una manica di idiote, quindi si chiama fuori dagli affari sporchi della KKT. Chanel – e – basta sta perdendo tutti gli appoggi, e scendendo neppure troppo lentamente nella nevrosi.



Lo so, paragone già fatto. Ho poca fantasia.
Grace e Zayday si sono rese conto che n.2 non si vede in giro da un po’, e così Denise, che nonostante non abbia una pistola ha un kit di luminol, grazie al quale ci si può togliere ogni dubbio: quello sul pavimento della stanza della ragazza è sangue. Unito al famoso tweet (“Il Diavolo Rosso mi sta uccidendo, aiuto!”) l’indizio è se non altro preoccupante, anche se le altre Chanel sostengono che n.2 abbia avuto un collasso nervoso e sia tornata a casa, in California. Denise tenta di instillare un minimo di discernimento nelle teste delle altre due,



Anche se, in effetti, il fatto che n.2 continui a postare su Instagram crea confusione. Le due iniziate decidono di andare direttamente a Bel Air per indagare.
La sera, lo spirito della fiaccolata per la sicurezza nel campus è appena infiacchito dai cartelli “Non faccio parte della KKT” che molti reggono.
A modo proprio, intanto, Chad piange la morte di Boone



Che è stata rubricata come suicidio. C’è qualquadra che non cosa. Chanel tenta di entrare a gamba tesa e riproporsi come fidanzata del golfista sexy, ma il dialogo porta a un’unica conclusione: secondo Chad, la presidentessa della K deve solo pregare che il killer uccida tutte le iniziate, in modo che l’intero campus dimentichi quali disastri lei ha lasciato varcare la soglia della K.
Mentre Sam, la ragazza lesbica, cerca di fare amicizia con un’assurda Chanel n.3, il decano Munsch tiene un discorso e ripete che Boone si è suicidato, quindi zero serial killer in giro, grazie.



Evidentemente qualcuno ha avuto la mia idea: ecco a voi Coney, la nuova mascotte, nata dalla profonda tradizione della regione (in cui, nel 1954, è stato inventato il soft cone).



Coney non sortisce il successo sperato, mentre l’abitazione di Chanel n.2 non manca di impressionare Grace, Zayday e l’imbucata Denise. I genitori della ragazza affermano di non averne notizie da settimane, e di temere che si sia avverato il loro più grande incubo: la figlia, che ha passato anni a entrare e uscire dal rehab, potrebbe essersi rimessa a bere. Inoltre, i due raccontano di come allo scorso Ringraziamento n.2 avesse portato a casa un bravo ragazzo, Chad Radwell.



Anzi, hanno anche trovato una lettera d’amore in puro stile Chad. La più grande preoccupazione dei genitori è che le altre trovino la figlia e gliela levino dalle scatole una volta per tutte. Bene.
Da un estremo all’altro: il padre di Grace ha ottenuto la cattedra di analisi del cinema, con sconcerto e offesa della figlia, che corre via dall’aula.
Con una sensibilità devastante, il nuovo professore proietta Non aprite quella porta.



L’unica che sembra apprezzare è Gigi, seduta tra il pubblico. I due flirtano come dodicenni, e lei afferma di aver istituito dei turni di vigilanza del corpo docente del campus, cosa che a lui pare geniale quanto l’invenzione delle Panatine Rovagnati. L’invito a prendere un’insalata è un tantino rovinato dal decano Munsch, che chiede a Gigi di scambiare due parole in modo minaccioso. Uhm.



Intanto, la matricola che si è trovata a indossare il costume di Coney delira su quanto sia meraviglioso essere goffi e coperti di cartapesta: come mascotte, puoi permetterti di toccare le bocce alle ragazze e financo di saltare la fila in mensa. Troppo ottimismo e divertimento, in questa scena, e infatti il Diavolo Rosso fa a pezzi Coney e il suo animatore con una sega elettrica.



Abbiamo però questioni più urgenti di cui occuparci. Hester è riuscita ad introdursi nell’armadio di Chanel, e respira dentro le sue borse, forse per sentire l’odore della ricchezza (menzione d’onore a Lea Michele, in questo ruolo è stupenda). La presidentessa la becca e, dopo una sfuriata iniziale, intuisce le potenzialità della cosa: trasformerà la ragazza in un’icona della moda, e le iniziate della K cominceranno ad apparire più accettabili. Si tratta solo di trovare le tenaglie per sbarazzarsi del busto.



Oppure no.
Ad ogni modo, sul campo di tennis la Munsch informa Gigi che, da quel giorno, si trasferiranno entrambe dentro la K House, per sorvegliare più strettamente le ragazze. Oh, e che Gigi metta immediatamente giù le mani dal padre della protagoimpiastra: territorio del decano.
Ma ecco che il parossismo di assurdità di questa serie raggiunge nuovi livelli. Chanel n.3 si confida con Sam, che a quanto pare le ispira fiducia: suo padre non è un magnate dei surgelati, come tutti credono. E’ nata dalla relazione extraconiugale di sua madre con Charles Manson.



Di conseguenza, n.3 è convinta di aver bisogno di un alibi di ferro per ogni omicidio, nel caso in cui la parentela venisse fuori. Sam acconsente a fornirgliene uno se e quando ce ne sarà bisogno, mentre vengono fatte altre rivelazioni scottanti: Chad Radwell non usciva solo con Chanel n.2, ma, contemporaneamente, con n.3 e n.5. Inoltre, ha un’ampia collezione di coltelli.
Prima che Grace possa rifletterci su, il makeover moment: Chanel – e – basta è orgogliosa di presentare Chanel n.6, una Hester senza busto in Karl Lagerfeld.



Perché simili trasformazioni succedono solo nei film?
Chanel n.5 non la prende bene, ma la presidentessa distoglie l’attenzione generale proponendo un gioco chiamato “Cocaina o dildo”. Prima che possiamo scoprire di che cosa si tratti, tuttavia, la Munsch e Gigi irrompono con tanto di bagagli. Per la felicità di tutti.
Intanto, Chad tiene un consesso dei Tirati a lucido, dove illumina i suoi amici:
a)     Boone era gay
b)     Non è probabile che sia stato un suicidio, dato che ha visto delle orme insanguinate allontanarsi dal corpo.



Il piano è meno intelligente del ragionamento che lo ha preceduto: prendere delle mazze da baseball e qualche steroide, uscire nella notte urlando il nome del Diavolo Rosso e sfidarlo.
Portare all’esasperazione gli stereotipi dal film horror: lo stai facendo bene.
Grace si scusa con Pete, perché ha concluso che lui non possa essere il serial killer. Infatti, pensa che il killer sia Chad Radwell.



Ma secondo voi è nata così o ha sbattuto la testa?
Ovviamente non ha uno straccio di prove. Pete, invece, ha fatto delle ricerche, e scoperto che una ragazza di nome Greenwell, consorella della K, ha lasciato il college a due crediti dalla laurea nel 1995, poco dopo la morte della puerpera. Ha anche trovato il suo domicilio, e i due decidono di andare subito da lei.
Chi pensa che mettersi in macchina con uno che fino a un’ora prima si riteneva un assassino seriale alzi la mano.


Ecco, benissimo.
In una scena che ha del geniale, i Tirati a Lucido vestiti di bianco e con la colonna sonora dei Backstreet Boys distruggono macchine  con le mazze da baseball, ma, indovinate un po’, il Diavolo Rosso arriva davvero, e con una sega elettrica. E non è un diavolo solo! Sono ben due. Gli arti dei golfisti volano in giro, mentre quell’incapace di Denise cerca di arrestare Zayday, avendo trovato una sega elettrica sotto il suo letto.



Ovviamente, è l’ennesimo regalo della nonna iperprotettiva, e la ragazza viene tosto rilasciata. Va dunque ad esercitarsi a tirare fuori la sega da sotto il letto, perché sono competenze utili, specie di questi tempi.
L’appuntamento a cena tra Gigi e Wes – padre – di – Grace è forse un po’ diverso da come i due l’avevano immaginato: sono alla K, e c’è anche la Munsch. Oltretutto, nel momento in cui Wes si rende conto che Grace non è con Zayday, che sta uscendo da sola, anche se il GPS che le ha messo sul cellulare



Riferisce il contrario, scappa via per andare a cercare la figlia, e le due donne decidono di andare a letto. Al telefono, Grace mente spensieratamente, dicendo di essere in biblioteca.
Frattanto, scopriamo che la Munsch dorme con una macchina che produce rumore bianco a volume altissimo. Tra versi delle balene, urla da film horror e rombi da pista di atterraggio, Gigi decide di andare a dormire sul divano.
Attenzione, però: il Diavolo Rosso irrompe con tanto di sega, e cerca di ucciderla.
La donna si difende con insospettabile presenza di spirito, e, anche se Wes irrompe con furia, è lei a salvare il paiolo a entrambi.



Quando i due riescono ad avvicinarsi al punto dove il killer dovrebbe essere caduto, tuttavia, trovano soltanto la sega, ancora accesa. Quando il decano scende al piano di sotto, sgomenta, Wes l’accusa senza perdere tempo: l’assassina, secondo lui, è lei.
Musica angosciante e titoli di coda.



Queste, signori e signore, sono le prime tre puntate di Scream Queens. Mi scuso per l’abominevole ritardo e so che la quarta è già uscita; vi posto il link al trailer qui, e giuro che la recensione, questa volta, vi arriverà più veloce di Denise Hemphill che corre su per le scale. Come al solito, ringrazio il meraviglioso staff di Diretta telefilm (che trovate anche su Twitter) per la pazienza, e voi per aver letto fino in fondo; per il momento, il mio voto alla serie è un 7. Puro trash d’intrattenimento, e a volte, fatemelo dire, ci vuole proprio. Voi che cosa ne pensate? Bombardatemi di commenti. A prestissimo, vi mando un bacione!
La vostra ritardataria e sgarruppatissima
Tonks

Ah, quasi dimenticavo: le gif di Scream Queens presenti nella recensione provengono un blog di Tumblr che trovate qui

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