mercoledì 4 gennaio 2017
Tre anni, esattamente tre anni abbiamo aspettato per questo episodio. Con ansia, apprensione, aspettative, facendo mille calcoli di probabilità, aspettando il ritorno di quello o di quell'altro. Abbiamo immaginato collegamenti, abbiamo ipotizzato storie. E poi, e poi magari succede quello che un po' non ti aspetti. Gioie e dolori in questa attesissima 4x01. Cose belle a alcune decisamente meno. E già i rumors si sentono, sarà questo (il forse annunciato) declino? Potrebbe essere il primo segnale di chiusura di una serie che ha affascinato milioni di fan? Il pubblico per ora da' ragione a Moffat e Gatiss, loro il 32% di share.
Si sa. Fare una recensione per una serie del genere non è mai semplice, si rischia di cadere nel banale, di sembrare stupidi o di non aver capito niente della puntato o peggio... aver compreso l'esatto opposto. Quindi mio malgrado tenterò di essere il più imparziale possibile e di sviscerare questa puntata complicata con tante luci ed ombre.
C'è da dire che analizzando la puntata nell'ora totale può essere sottolineato un cambio di registro rispetto alle scorse puntate, si palesa un tono più formale o meglio, serio. Sì, c'è sempre spazio per ilarità e gioco, ma sono finalizzate a se stesse. Forse già un segnale che fa presagire una puntata e più nel complesso, una stagione più nello stile dark.
La puntata si apre con la coppia ben oleata Sher-Mycroft alias Ben-Mark che ci strappano il sorriso con la gag di twitter e degli # da 40enne incallito: #CheBellaGiornata. A parte questo, viene ripresa la storia, in maniera a mio avviso particolarmente superficiale, del defunto Augustus Magnussen. Il big brother attraverso uno speciale lavoro tecnologico di riprese riesce a manomettere il video ufficiale della morte del "re del ricatto" per mano di suo fratello e fa in modo che risulti ucciso da un agente con "il grilletto facile". Tutto molto bello direte. E invece no, tutto troppo facile, quasi scontato.
Di certo momento molto più interessante è quella della parabola del mercante. Si narra, appunto, che un mercante di Baghdad un giorno durante il mercato avesse incrociato gli occhi di una figura: la morte. Decise pertanto di dirigersi in un luogo lontano "dal mondo", Samara. Ma qui, vi era la morte che lo aspettava. E a questo punto la domanda parve chiara: perché arrivare sin qui, morte e non fare ciò che dovevi fare a Baghdad? Così la morte rispose che il destino voleva che lui lo incontrasse a Samara.
Questa storia fa da intreccio a tutta la puntata e in un modo o nell'altro si confonderanno a vicenda.
Il momento smielato, ahimé, arriva con la nascita della piccola Rosamund Mary Watson. Con lei mi sarei aspettato qualche scena comica in più, ma niente da fare.
Si entra nel vivo della storia quando Sherlock trova finalmente un caso degno della sua portata: la morte del giovane Charlie Welsborough.
Ovviamente, e come sempre, è illuminante il modo in cui Sherlock riesce a risolvere in maniera
celere il caso del giovane, non starò qui a riassumerlo. Ma il dubbio è questo: non sarà stato troppo veloce? Sì, siamo stati abituati al fatto che i casi più importanti di Sherlock (e quindi quelli collegati a Moriarty) si siano sviluppati attraverso casi, e "non-casi" minori, come in questo frangente. Tuttavia la reputo una scelta azzardata che a volte ci fa venire l'istinto di dire "ma a questo punto come ci siamo arrivati?"
Il "non-caso" che inizia a tormentare il poor Sherlock è indirettamente collegato al caso Welsborough. Il nostro protagonista nota che il capo-famiglia è un patito della Iron Lady (per questo motivo mi sento particolarmente eccitato, ma non fateci caso) e che conserva varie reliquie della Thathcer. Lì si scopre vi fosse, tra le altre reliquie, un busto di gesso che era andato distrutto. Da quel momento in varie zone di Londra accade sempre lo stesso: tutti gli stessi busti dell'ex Primo Ministro del Partito Conservatore vengono distrutti. Impossibile pensare ad un laburista incazzato. Ovviamente per chi è un buon conoscitore di Sir Conand Doyle, dovreste sapere che queste vicende riprendono quella della famosa storia "L'avventura dei sei Napoleone". Questo mi fa sempre di più amare il fatto che non ci sia stato nessun problema a reindirizzare a tempi moderni le storie dell'investigatore privato più famoso di sempre. Ironica la scelta dei registi di paragonare la Thatcher a Napoleone. Che nessuno se la prenda.
Grazie alle preziose amicizie, Sher riesce a sapere il numero esatto di quei busti (fabbricati Tbilisi) e la loro collocazione: pertanto anticipa la mossa del famigerato distruttore delle "Sei Thatcher".
A Reading c'è il decisivo face to face con l'uomo: Ajay. In un clamoroso scontro fisico tra i due si scopre che all'interno dell'ultimo busto vi è una pennetta USB, proprio come quella che Mary consegnò a John quando volle mostrargli la sua reale identità, ma che lui buttò nel fuoco. Si ritorna quindi a parlare di A.G.R.A.
Anche le famiglie si dividono
Arriviamo sino in Marocco. Qui c'è una bella rimpatriata con i buoni e i cattivi e dopo una bella ed esaustiva conversazione di tutto ciò che accadde quel giorno durante l'operazione speciale di recupero dell'ambasciatore all'estero, Ajay viene freddato dalla polizia.
La famiglia si divide completamente.
Durante il racconto dell'ex agente, Sherlock viene a conoscenza che l'uomo stava agendo perché aveva sentito dire che "la donna inglese" li aveva traditi. Ha fatto uno più uno ed è arrivata a Mary. Forse tutto troppo semplice. Aveva scoperto un'altra cosa, Ammo. Questa parola in codice sembrava sfuggire al senno dell'investigatore sino ad arrivare alla chiave di lettura: Amo-amas-amat-amamus-amatis-amant. Finalmente posso far fruttare le mie conoscenze classiche. Si parla perciò dell'operazione "Amore" di cui è a conoscenza anche Mycroft.
Ma lo scontro finale lo si ha in un acquario, luogo abbastanza teatrale e tragico come sottolinea Sherlock. Qui vi è Vivian Norbury la segretaria/stagista su cui in pochi avevano scommesso. Ai nostri occhi sembrava un'altra Mrs. Hudson indifesa. Succede quel che un po' tutti ormai avevano già capito. Samara. La morte come evento ineluttabile. Mary una donna morta che cammina. Un voto non per forza infrangibile. Le famiglie che si dividono. Mary Watson muore, vittima di un proiettile della vecchia che decide di andarsene con un ultimo colpo a sorpresa.
Questa scena andava fatta meglio. E', a mio avviso, di quelle più... non saprei aggettivare in modo
idonea, ma mi aspettavo di più. Troppo banale il fatto che John arrivi sul corpo morente di sua moglie giusto in tempo per ascoltare le sue ultime parole. E John è un misto di tantissime emozioni, forse il personaggio che meno si è visto ma che è rimasto più se stesso alla fine: arrabbiato, distrutto, deluso, sconfitto.
.
"When does the path we walk on lock around our feet? When does the road become a river with only one destination? Death waits for us all in Samara. But can Samara be avoided?"
Ed è questa l'ultima famiglia divisa: John e Sherlock. Sarà forse questa la storyline che ci guiderà per i restanti episodi? Torneranno amici celermente come successo nelle precedenti circostanze? Può essere, ma adesso John ha perso una moglie, la donna che amava anche se con qualche riserva, sua figlia non ha più una madre. Ecco, gli sembrerà di essere tornato il primo John Watson, quello problematico e con i fantasmi della vita che lo rincorrono, il John del primissimo episodio. Mary doveva essere il collante, l'olio che doveva far girare quei due ingranaggi un po' arrugginiti. Ma la sua morte ha l'effetto opposto: separarli con grande veemenza.
L'episodio ci lascia l'amaro in bocca, non lo si può negare. Ci lascia con un senso di vuote, perché nel bene o nel male, Mary era un bel personaggio, una donna che riusciva a tenere il passo, seppur lontano, di Sherlock. Era un personaggio ambiguo, divertente. Ci eravamo affezionati. Ma è pur vero che ce lo aspettavamo e che la storia tra lei e John (e mettiamoci Holmes) era giunto ad un tale livello di saturazione che non poteva esserci altro finale, se non questo. La sua morte è funzionale. Ci dirà cosa ne sarà di suo marito e dell'investigatore. Ci dirà se sarà incluso Moriarty. Ci dirà tante cose, e adesso come non mai, siamo senza risposte o ipotesi da poter fornire. Soprattutto per questo.
Ma forse un'idea ce l'ho. Sarà stupida, senza senso, insana, impossibile, improbabile, inconcepibile.
La puntata non è potuta non piacermi, anche perché dopo tre anni probabilmente anche una puntata de "Il Segreto" mi sarebbe sembrata un capolavoro. Dopo un 7+, ma comunque consapevole che è un voto bassino per una serie del genere. Si spera che sia solo un inizio in sordina (nonostante la morte di Mary e la abnorme carne che è stata messa sul fuoco da Moffat e co.). Non ci resta che attendere, sta volta un po' di meno, per la prossima puntata.
Grazie perché senza di voi tutto ciò non potrebbe essere pubblicato!
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2 commenti:
Ciao, nuova follower; complimenti per il blog e le recensioni. Qui la mia ultima recensione se ti va di darci un'occhiata
https://ioamoilibrieleserietv.blogspot.it/2017/10/recensione-con-te-non-ho-paura-jenny.html
ti aspetto da me come lettore/lettrice fisso/a (trovi il blog anche su instagram come: ioamoilibrieleserietv)
grazie a presto
Come ho fatto a perdermi questo blog... veramente molto carino :-)
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