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Quale, tra le nuove serie di questo Autunno, è la tua preferita?

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mercoledì 15 aprile 2015

Ed eccoci ad un nuovo appuntamento con Conosciamoli Meglio. 

Lo scopo di questi articoli è quello di farvi conoscere meglio i personaggi delle nostre amate serie tv, che saranno i protagonisti indiscussi.
Insieme cercheremo di analizzare e capire la loro psicologia, il loro temperamento e carattere, il perché del loro essere e delle loro azioni o scelte.
Proveremo insomma, a capire perché li amiamo o odiamo, cosa li rende tanto irresistibili ai nostri occhi, quanto rivediamo o meno di noi in loro.
Un momento per scavare più a fondo nella nostra passione e appassionarci quindi ancora di più, per sentire quelli che già consideriamo amici, reali quanto noi, a cui ci siamo affezionati come ci si lega ad un persona vera. Perché, loro, con quello che vivono e ci fanno vivere sono più che reali.


Ci sono alcune domande alle quali è difficilissimo dare una risposta. Scelte, all’apparenza impossibili da compiere, soprattutto se, come me, si soffre di un’acuta forma di indecisione cronica (meglio conosciuta come “sindrome di Elena Gilbert”!). Queste domande possono generare una sequela di serissimi problemi, e spesso portano ad estenuanti, lunghi quanto improduttivi monologhi interiori.
Mi riferisco a cosa tipo “cosa vuoi fare nella vita?” ; “vuoi sposarmi?”; “Chi è A?”; “Sei sicura di voler mangiare quel pasticcino?”; ed ultimo, ma non ultimo “Qual è il tuo personaggio preferito delle serie tv?”.
La mia risposta, all’ultima delle domande appena poste, verte generalmente su personaggi femminili, sebbene Damon Salvatore non riesca proprio a farsene una ragione.



Con tutto il rispetto per il sovrano degli gnocchi, non c’è niente da fare, le donne hanno una marcia in più. Sarà la più vasta gamma di emozioni e sensazioni che sono in grado di avvertire piuttosto che la spesso apparentemente indecifrabile varietà di reazioni che potrebbero avere, ma le donne, anche quelle pessime, riescono, in un modo o nell’altro anche solo per un momento, a farmi pensare “Ehi sorella, come ti capisco!”.
Dunque la mia preferenza ricade su Daenerys Targaryen



Ok, ok. Peto venia Khaleesi, volevo dire: Daenerys Targaryen, "Nata dalla tempesta", la prima del suo nome, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, khaleesi del Grande Mare d'Erba, "la Non-bruciata", "Madre dei Draghi", regina di Meereen, "Distruttrice di catene".
Daenerys è uno dei personaggi principali del Trono di Spade, il che, ahimè, riduce drasticamente la sua aspettativa di vita, considerate le sadiche abitudini di Zio George Martin!

Grazie, come sempre sei un tesoro!!
Ad ogni modo, che si fotta la scaramanzia, sono pronta a dichiarare la mia completa, assoluta e accorata dedizione a questa splendida fanciulla e alla sua causa.
Dany appartiene alla nobile casa dei Targaryen. Nasce alla roccia del Drago in una notte tempestosa, durante la “guerra dell’usurpatore” che si concluderà con la rovinosa sconfitta di suo padre Re Aerys II detto il Re Folle, la morte di Rhaegar Targaryen (suo fratello maggiore ed erede al trono) e l’ascesa di Robert Baratheon che condurranno un’appena nata Daenerys in esilio nelle città libere.
La famiglia di Daenerys, dunque, è distrutta. La madre è morta di parto dandola alla luce e la principessa si ritrova orfana a crescere lontana dalla propria casa con l’unica compagnia del fratello Viserys, il quale, per dirla tecnicamente “sta fori come un balcone!”.
Viserys, tra le varie cose, ha ereditato dal padre l’abilità di attirarsi simpatici soprannomi (lo chiamano “Re Mendicante”) e la follia. È un ragazzino biondo e violento, ossessionato dal Trono e dall’idea di riconquistarlo (sì ricorda qualcuno anche a me!).

Probabilmente George vuole dirci che da un incesto ogni tre figli uno ne esce pazzo!

È in questo ambiente che cresce Daenerys: nella città libera di Pentos, ospite di Magistro Illyrio (un tizio piuttosto viscido a dirla tutta!), con la compagnia di un egocentrico mitomane e con il mito del fratello Rhaegar morto sul Tridente (che, per inciso, è un personaggio che adoro e siccome è già morto non devo nemmeno preoccuparmi della sua dipartita. Beccate questa  George!).
Durante tutto il corso della sua infanzia a Daenerys è stato ricordato cosa le fosse stato sottratto. Viserys le ripeteva amorevolmente che lei non appartenesse al posto dove stava crescendo e le ha inculcato, giorno dopo giorno, l’idea di quanto fosse importante tornare a Westeros per riconquistare ciò che di diritto spettava ai Targaryen: il Trono di Spade ( alias una scomoda sedia dal design discutibile).

Shelly, scendi da lì! Tu non c'entri niente ora! Scusate l'interruzione!

Sostanzialmente, all’inizio della saga, le certezze di Daenerys sono le seguenti: DEVE tornare ad Approdo del Re; DEVE vendicarsi dell’Usurpatore; i Targaryen sono i figli del Drago; Viserys è un Drago sebbene sia evidente assomigli di più ad una lucertola!



Non importa quanti sacrifici Daenerys sia chiamata a fare. Tornare nel continente occidentale è lo scopo che le è stato dato nella vita, ed è comprensibile che lei ne sia profondamente convinta, che lei si aggrappi a questo obiettivo. Non ha un altro traguardo davanti a sé. Non ha un altro modo per sbloccare la situazione nella quale si trova, per scappare da quella realtà. E così non si limita solamente a supportare la causa del fratello, ma la fa sua.
Il mio apprezzamento verso Daenerys, oltre ad essere di origine profondamente empatica, si estende sia alla Dany personaggio che alla Dany “persona”.
Quando si tratta di saghe fantasy, la mia simpatia generalmente ricade su personaggi “epici”. Daenerys è un’eroina epica a tutti gli effetti. Come Jon e Robb è giovane, piena di vita, coraggiosa, determinata, forte e bellissima. No, il riferimento all’aspetto esteriore della Khaleesi non è puramente un vezzo o una manifestazione della mia scarsa profondità (sulla quale comunque si potrebbe discutere!). Il personaggio di Dany rientra perfettamente nel canone del kalos kai agatos , piuttosto vetusto e diciamocelo, al giorno d’oggi, quasi politicamente scorretto. Questo canone comporta sostanzialmente che la bellezza esteriore rispecchi quella interiore. Credo che prima di contestare questo elemento, dovremmo essere onesti e farci una domanda: se dovessimo immaginare di essere delle eroine in un mondo fantastico, che aspetto vorremmo avere? Qualcuno ha risposto Anastasia o Genoveffa?

Condivido a pieno lo scetticismo!

Dunque, perdonate la mia pochezza, ma sì, se devo immedesimarmi in qualcuno che vive in un mondo dove ci sono i draghi e i giganti di ghiaccio, non mi crea nessun problema che questo qualcuno sia anche piuttosto figo!
In secondo luogo, Daenerys è una “persona” estremamente umana. Ha delle debolezze, ha dei difetti, compie delle scelte sbagliate. Ad ogni modo, il primo aggettivo che mi sovviene quando mi si chiede di descriverla è: giusta. Dany ha un forte senso della giustizia e, in linea di massima, agisce coerentemente con questo ultimo.



Ovviamente non si parla del concetto assoluto di giustizia, lascio a Platone e ai manuali di filosofia l’ingrato compito di definirlo, ma si tratta della capacità di discernimento che ella trova dentro di sé. Agisce credendo fortemente di fare la cosa giusta, in cui crede. A tratti diviene quasi spietata pur di perseguire questo ideale. Daenerys è una romantica idealista afflitta da impulsività. Crede fortemente nel valore della libertà, insomma se ne va in giro a liberare schiavi! Sono convinta che questo dipenda molto dal fatto che sia stata sotto il giogo del fratello per la maggior parte della sua vita. Dany ha conosciuto la costrizione e la sottomissione, ha conquistato la propria emancipazione passo dopo passo, in modo doloroso. Inoltre sospetto che non voglia essere come Viserys. Preferisce essere amata, adorata e venerata piuttosto che temuta. Vuole che il suo seguito scelga di stare con lei, ed infatti offre sempre la possibilità di andarsene.
Ha quella convinzione fanciullesca di poter cambiare il mondo e le sue regole, di poterlo rendere un posto migliore. E mi piace credere che possa farcela (poi mi ricordo di George Martin e generalmente piango!).
Nel corso delle numerose discussioni che ho avuto relativamente a Game of Thrones, mi è capitato spesso di dover difendere questo personaggio. In molti la definiscono “una pazza sanguinaria” (Ad esempio lo fa il mio ragazzo. Vi sembra un buon motivo per porre fine ad una relazione?) ma non è così.  Daenerys  è assolutista perché è giovane. È una figlia dell’estate. Persegue quello in cui crede e lo fa con la forza, la determinazione e la purezza utopica propria dei ragazzi. Come Arya agisce di pancia. Sebbene sarà costretta, prima o poi, ad imparare l’arte della politica, se vuole giocare al gioco del trono e vivere abbastanza da appoggiarci le sue venerabili terga. Personalmente mi viene davvero difficile non rimanere incantata da queste dinamiche e allora non posso che essere indulgente.



Un ulteriore fattore che mi spinge ad amare incondizionatamente questo personaggio è il suo percorso. 
La cosa bella delle serie tv è proprio questa. Abbiamo la possibilità di conoscere i nostri eroi a 360 gradi; di capirli veramente potendo giustificare ogni loro comportamento. Possiamo osservarli mentre si evolvono, mentre crescono e, nel bene o nel male, cambiano. Nel caso della giovane Targaryen oserei dire che il percorso sia ancora più importante.
Quando si apre la narrazione Daenerys è poco più che una bambina, ed è proprio l’età a far sì che il suo vissuto sia di così vitale importanza. È una bambina che diventa adolescente e poi donna.
Sostanzialmente, quello che compie Daenerys è un viaggio che la traghetta dall’età infantile all’età adulta, ripercorrendo tutte le fasi dell’adolescenza. È come se ad ogni episodio catartico del proprio cammino lei perdesse una parte di sé, ritrovandosi prima ad abbandonare l’innocenza; poi l’infanzia; dopo la sconfinata fiducia nel mondo e nelle persone; finanche, forse, a compromettere l’assolutezza della morale di cui prima parlavamo. 
Riassumere in pochi punti un percorso problematico come quello della fase adolescenziale non è semplice, soprattutto se, come in questo caso, si presenti costellato da eventi infausti e dolorosi che hanno trasformato una dolce, timida ed impaurita principessa in una Khaleesi forte e determinata che pretende di decidere della propria vita.
Ad ogni modo, il primo momento catartico nel cambiamento di Dany si colloca temporalmente ai primi tempi del suo matrimonio con Khal Drogo. 
L’incipit della loro relazione non è dei migliori. Immaginate di essere una ragazzina impaurita costretta ad acconsentire ad un matrimonio combinato. Non so voi, ma per me, a quell’età, il principe azzurro era Leo Di Caprio versione Romeo oppure Ron Weasley (ma questo dipende dalla Potterite acuta che mi affligge, non pretendo di essere capita!), ad ogni modo, sicuramente, a tredici/quindici anni non pensavo a Khal Drogo. 
  



Nonostante le proteste nostre e dei nostri ormoni, è comprensibile che sia terrorizzata la prima volta che vede Drogo. Non lo conosce, non sa niente di lui, tranne che sia il capo di una congrega di selvaggi. 

Con tutto il rispetto per Tyrion, Sansa avrebbe qualcosa da ridire in proposito!

Fortunatamente c’è Viserys a rassicurarla.

Anche io ti voglio bene, Visy!

Ad ogni modo, ormai è fatta. Daenerys sposa Drogo quando è ancora una ragazzina succube ed impaurita che non sa nulla del mondo. La sua prima notte di nozze è comprensibilmente traumatica e su questo, scusatemi, lasciatemi sfogare perché ho un sassolino nella scarpa. Nel libro (so che odiate questo incipit, ma non posso trattenermi) QUELLA scena è meravigliosa e toccante. La prima volta di Daenerys è romantica e dolce, mentre nella serie tv rasenta lo stupro. Non lo accetto. Non lo accetto perché il percorso che porta questa coppia ad innamorarsi ne esce ferocemente mutilato.
Comunque arriviamo al punto. Il primo momento topico nella sua crescita  è la prima volta che Daenerys cavalca Drogo



 No, non sono una malata! Credo fermamente che lo sviluppo di ogni adolescente passi per la sessualità, soprattutto al giorno d’oggi. È in questo momento che Dany ha abbandonato veramente la propria innocenza. Fino a quel momento era sempre stata sottomessa, passiva sia letteralmente che figurativamente. In questo modo, il sesso diventa come una metafora. Daenerys smette di subire non solo la foga del Khal ma anche il corso degli eventi, e decide di godere di quello che la vita le sta offrendo, affrontando faccia a faccia quello che ormai è il proprio destino. Ed è questo il momento nel quale si comincia a vedere quanto potenziale sia presente dietro quel volto da bambina.
E poi, diciamocelo, non so se ricordate la scena di cui sto parlando, ma c’è un generoso primo piano delle terga depilate di Drogo che vale tutti i 55 minuti di puntata!

"Onestamente, me poteva annà peggio!" cit. Dany

Dopo quel momento, il cambiamento di Daenerys è evidente. La Khaleesi diventa, lentamente, più sicura e consapevole. Un passo alla volta, comincia ad apprendere gli usi ed i costumi dei dothraki e impara la loro lingua. Ora che ha accettato l’idea di essere parte di quel popolo deve far sì che anche loro accettino lei.
Quindi, il secondo momento catartico della vita di Daenerys è quando sposa completamente lo stile di vita del popolo di cui, volente o nolente, è divenuta regina e mangia un cuore di cavallo!



Questo momento, tra l’altro, segna secondo me il primo passo che porta la principessina Targaryen a diventare una vera Khaleesi. 
La scena è piuttosto difficile da guardare. Ero abbastanza schifata, a dirla tutta, neanche l’espressione adorante dipinta sul volto di Khal Drogo riusciva a distrarmi. Anche se, devo ammetterlo, è stata anche molto suggestiva.
Ad ogni modo, da brava bambina, Dany manda giù tutto, conati di vomito compresi, ed è ricompensata dall’evidente orgoglio del marito e dall’acclamazione dell’intero Khalasar. In quell’occasione le viene profetizzato che partorirà lo stallone che cavalcherà il mondo ma, soprattutto, quello è il momento in cui viene accettata dal suo popolo. 
“Loro la amano” se ne accorge anche Viserys.

"Che me so' sporcata?" cit. Dany

Da quel momento in poi la vita di Daenerys diventa decisamente più felice. Intesse rapporti sociali “sani” che la fanno stare bene ed è circondata da persone che le danno certezze e colmano quei  vuoti che per tutta l’infanzia l’hanno accompagnata.
Non è più sola. Ha trovato in Khal Drogo un marito solido, che la ama come nessuno aveva mai fatto, che la fa sentire sicura e la rende forte. Ha trovato in Jorah Mormont la figura paterna che le era sempre mancata, oltre che un amico ed un alleato. È circondata da un Khalasar che in gran parte la rispetta e la riconosce come Khaleesi. Intrattiene con le sue ancelle un rapporto quasi di amicizia. Tutto questo, inevitabilmente, si ripercuote sulla sua relazione con Viserys che cambia radicalmente.
L’evoluzione del suo rapporto con il fratello è progressiva. Inizialmente Daenerys è completamente succube di lui e, più importante, ha fede in lui e nella sua causa. In altre parole, non c’erano ragioni razionali per cui lei credesse in lui. Era fede cieca, avulsa da qualsiasi base, motivata solo dal fatto che lui fosse la sua unica famiglia ed il suo unico punto di riferimento. La Dany bambina era sfornita della forza e dei mezzi per mettere in discussione Viserys. Ma ormai non è più così. La verità è che Daenerys ha smesso di aver bisogno di credere in Viserys.



Dapprima inizia a ribellarsi, in diverse occasioni, ma alla fine il malsano affetto che ancora prova per l’unico membro vivente della sua famiglia, la spinge a proteggerlo, a non fargli realmente del male. 
Di tutto questo, però, Viserys non si rende conto. 
Così, quando lui l’assale a Vaes Dothrak, infrangendo una delle più sacre leggi dothraki, lei smette di difenderlo. È lì. Consapevole del fatto che il fratello non avrebbe comunque mai conquistato il trono di spade. Non si gira, non muove un dito, non fugge. Lei lo guarda morire, nonostante faccia quasi tenerezza il modo folle in cui lui invochi il suo nome appena prima di morire. E, ancora una volta, c’è un forte simbolismo in quegli attimi. Con la morte di Viserys Dany sta guardando morire una parte di sé e lei la lascia andare perché è finalmente pronta a farlo. Viserys, in quella scena, rappresenta la Dany infante, insicura e spaurita. Una persona che, dopo quel giorno, smette di esistere.
E così nell’assurda crudezza di quegli attimi lei capisce. Capisce che suo fratello non è mai stato un drago. È lei il Drago.



Voltate definitivamente le spalle all’infanzia, Daenerys diventa più sicura di sé. Sono piuttosto convinta che gran parte di quella sicurezza derivasse dal fatto che, per la prima volta, fosse circondata da persone che realmente si interessassero a lei e dimostrassero di tenerci. 
Adesso è una giovane donna, che si fida del mondo.
È proprio la fiducia a caratterizzare questa fase della sua vita. Ha fiducia in se stessa, nel futuro, nelle sue possibilità. Forse quello è il periodo più felice della sua vita.
Tutto l’amore che la circonda la porta ad abbandonarsi alla dolce convinzione che il mondo intorno a lei debba essere benevolo. Daenerys ha fede nel genere umano, ma la sua fiducia, evidentemente malriposta, è destinata a spegnersi.
Gli episodi che segnano questo cambiamento sono due: il primo attentato che subisce ad opera del mercante di vini e, soprattutto, la morte di Khal Drogo.  
Daenerys mostra tutto il suo senso di giustizia durante un saccheggio. Forte della posizione che occupa grazie a Drogo, decide di salvare una maegj da uno stupro collettivo, la prende con sé e si fida di lei. Perché non dovrebbe? Quella vecchia le deve la vita. Personalmente, dunque, non mi sento di biasimarla, anche io al suo posto mi sarei fidata.
L’ affidamento di Daenerys è talmente profondo che la Khaleesi mette nelle mani di quella donna la vita di un Drogo ferito, che non può più cavalcare. Acconsente a lasciarle praticare un rituale magico, nella speranza di salvare la vita all’uomo che ama e che non riesce a lasciare andare. Questo la porterà all’aborto.

Notare il profondo odio/disgusto nei miei occhi?
E così, in realtà, la vita di suo figlio non è solamente il prezzo che paga per riavere indietro Drogo, ma piuttosto per aver ceduto alla fanciullesca e caparbia convinzione di meritare riconoscenza e dedizione. 
Ed allora la Dany fiduciosa muore. E un altro pezzo della vecchia sé è perso per sempre. Quando con le sue stesse mani pone fine alla vita/non vita del marito, Dany impara che la fiducia ha un costo molto alto, che va dispensata con parsimonia. E probabilmente impara anche cosa significhi odiare realmente qualcuno.



Così Dany perde sole e stelle ed è costretta a cambiare ancora. È costretta ad essere indipendente e sola, a camminare con le proprie gambe. Quell’uomo che all’inizio la spaventava, che non si aspettava di amare così profondamente, ormai è perduto. E lei deve andare avanti e lo fa. Lo fa predisponendo la pira funebre, perché il fuoco purifica e lei tenta di purificare se stessa, bruciando la donna che le ha distrutto la vita, quasi sperasse con questo gesto di tramutare in cenere tutta la rabbia, il dolore, l’ingiustizia ed il desiderio di vendetta.
Davanti ad un Khalasar decimato, sotto gli occhi di un impotente ed addolorato Jorah Mormont, Daenerys dà vita a quella che, a mio parere, è la migliore scena di tutta la serie. Entra solennemente nel fuoco, coniugando vita e morte. In quel momento, più che un drago, ricorda una fenice che si rigenera dalle ceneri del proprio dolore e del proprio cuore infranto.
Ed eccolo il vero momento. Quello dove la piccola Dany muore e nasce la madre dei draghi.



Ormai è un’altra. Una donna. Una Regina. Una Khaleesi. Una madre.
Della ragazzina che entrava spaventata in una vasca di acqua bollente a Pentos non c’è più traccia.



Qui si apre una seconda fase della vita di Daenerys. I draghi sono cuccioli, non rappresentano ancora una minaccia per i grandi eserciti organizzati del continente occidentale e, anche a voler soprassedere sul fatto che le siano rimasti una dozzina di uomini e basta, Dany non sa molto di strategia militare. Questa è dunque una fase di attesa e riorganizzazione. 
Durante questa fase la Khaleesi guarda i suoi figli crescere. È attaccata a loro esattamente come una madre con i suoi figli. Ormai è sterile, a causa della strega, non potrà averne altri, lo sa.
  


Sì, hai ragione Hagrid! Sono teneri esseri incompresi!

Comincia così un nuovo viaggio. I draghi non bastano per conquistare il continente occidentale. Le serve un esercito e ha bisogno di sfamare il suo popolo, ormai formato per lo più da donne e bambini. E d in quel momento, trovandosi a dover affrontare nuovi nemici, impara i sotterfugi, e la necessità, talvolta, di scendere a compromessi con la morale. 
Fino a questo momento ci siamo concentrati sul cambiamento della Daenerys persona. Sul suo trasformarsi da bambina in donna. Ma non è sufficiente. Dany ha bisogno di diventare adulta come stratega e come regina.
Emblematico, da questo punto di vista, è il momento in cui ottiene gli immacolati!
Aldilà della lampante rilevanza di quel momento per la forza militare che acquisisce, in realtà questo è significativo perché per la prima volta, coscientemente e premeditatamente, Dany inganna un uomo per raggiungere i suoi scopi. Promette Drogon, lo incatena e lo consegna, ma già sa che non lo lascerà mai.

Non potete capire quanto mi fomenta questa scena! Anzi sono certa di sì!

Ci tengo a chiarire che questo non fa di Daenerys un personaggio incoerente, né invera quanto all’inizio ho detto di lei. È vero, usa l’inganno per raggiungere il suo scopo, ma lo fa sempre seguendo il proprio senso di giustizia. Quell’uomo è un mostro, è sbagliato, è il male. Lei deve annientarlo e sconfiggerlo perché questo porterà vantaggi a lei e farà stare meglio altri, allora lo fa, sia perché le serve che perché è giusto così. Lo so che questo sembra l’inizio di una dittatura da ventesimo secolo con tanto di eliminazione fisica degli oppositori politici, ma cavolo siamo in un film, quindi chi se ne frega e sono contenta che l’abbia carbonizzato a puntino!
Definitivamente è diventata una donna immersa nella politica, e solo i sette dei sanno quanto le serva per competere con gli altri pretendenti al trono (i Lannister; Stannis e via dicendo) che sono cresciuti a pane ed intrighi di palazzo.
Ultimo ma non ultimo (a meno che Zio George non decida di giocarci qualche brutto scherzo) Daenerys dopo aver vagato in lungo e largo per le città libere, dopo aver combattuto, liberato schiavi e crocifisso un po’ di gente, decide di fermarsi a Meeren. Se vuole essere una vera Regina deve regnare, è lei stessa a dirlo. E lo fa in quella città, con ancora le sue idee romantiche per la testa. Per Daenerys una Regina è una Madre. Sente di essere responsabile per il suo popolo, soprattutto per i deboli, e si sacrifica per loro. Sacrifica il suo desiderio di tornare in occidente, ed arriva a mettere in catene i suoi stessi figli quando, crescendo, diventano una minaccia.
Al termine della quarta stagione, inoltre, subisce l’ennesima perdita, che rappresenta un momento cruciale nella sua vita: scopre il tradimento di Jorah Mormont.

"T'ho detto numme toccà!" cit. Dany



Siamo tutti d’accordo. Povero Jorah. Lui la ama, lei non gliela molla,  non si è regolata con Daario  e blà blà blà via discorrendo.

Che poi si fa presto a criticare! VE CE VOJO VEDE!

Ma il punto è: una Regina può permettersi di tenere accanto a sé un uomo che l’ha avvicinata al solo scopo di spiarla? Può permettere che faccia ancora parte del proprio “consiglio” nonostante abbia passato informazioni al proprio nemico esponendola ad un attentato? Un uomo che ha lavorato al soldo di chi ha sterminato la sua famiglia? Una donna che ha perso il figlio ed il marito per aver riposto la sua fiducia nella persona sbagliata può permettersi di perdonare tutto questo?
Dany non ha cacciato via Jorah a cuor leggero. Forse, dentro di sé, avrebbe voluto perdonare. Forse, il suo cuore, la spingeva a credere alla sincerità delle sue scuse. Solo che Daenerys non può più permettersi di ascoltarlo.
La scena in cui scaccia Jorah rappresenta il culmine di quello che è diventata. Riesce quasi del tutto a nascondere la sofferenza, tramutandola in rabbia glaciale.  È ferita ma non lo uccide, lo manda via. In questo modo allontana da sé l’ultima persona che ha conosciuto la Dany bambina, l’ultimo essere umano con cui ha avuto un rapporto familiare. E per adesso la trasformazione è completa ed è radicale. Si fa quasi fatica a riconoscere nell’una l’altra e, lasciatemelo dire, kudos ad Emilia Clark per questo.




Dopo aver ripercorso l’arco narrativo di Daenerys è evidente che la maggior parte dei momenti salienti che la riguardano sono distribuiti nel corso della prima stagione. Questo è il motivo per cui se devo scegliere quale sia la relazione che più delle altre ha segnato l’evoluzione di questo personaggio non avrei dubbi: Khal Drogo.
Lo so, adesso mezzo fandom si starà lamentando e starà urlando il nome di Jorah, ma io non ce la faccio proprio ad essere d’accordo!

Non guardarmi così, Jorah!

Non dico che lui non sia importante. Ripercorrendo le tappe della storia di Dany è evidente, Jorah è presente, ma è Drogo che segna irrimediabilmente la maggior parte dei suoi cambiamenti. Prima la sua presenza, poi la sua assenza, spingono Daenerys fuori dal guscio. Lui la difende e contemporaneamente si compiace della sua evoluzione.
Jorah, al contrario, è la figura paterna che a lei è sempre mancata. Si preoccupa per lei, le da saggi consigli che lei non sempre segue, ma alla fine dei giochi è più lui ad essere influenzato dalla Khaleesi che non il contrario. 
Non mi ripeterò qui ripercorrendo le tappe della relazione di Daenerys con Drogo, poiché queste in massima parte coincidono con il processo di crescita di lei. Lui è l’uomo che le serviva, è lo strumento perfetto per la sua trasformazione, l’espediente che le ha insegnato ad andare in bicicletta e quando lei era pronta, nonostante non lo avesse ancora capito, l’ha lasciata camminare da sola. Si sono conquistati a vicenda, passo dopo passo si sono innamorati. E lo vedi, l’amore, nella voglia di imparare l’uno dall’altra, e nel fatto che ti dia quella spinta necessaria per diventare qualcosa di nuovo e diverso. Se il Khal non l’avesse sposata, se non l’avesse amata o anche se non fosse morto, non avremmo potuto avere la stessa Daenerys.
  


Sono piuttosto spaesata per le reazioni che questa coppia mi suscita. 
Li ho adorati e venerati. Mi piaceva la chimica tra i due, il modo che aveva Drogo di difenderla, il modo che aveva di farla sentire sicura di sé. Mi piaceva anche Drogo come personaggio singolo, il fatto che avesse scelto per moglie una principessa occidentale, qualcuno di diverso da lui e non è una cosa scontata visto che i dothraki non incarnano proprio un modello di società cosmopolita.
Ho sofferto per la morte di Drogo. Quella scena mi ha distrutta, in particolare il contrasto tra la potenza a tratti animalesca che aveva avuto in vita e lo stato inerme nel quale era stato costretto prima di morire. Ma sono riuscita ad andare oltre. In qualche modo, sono riuscita a dire “è stato giusto così, non sarebbe potuta andare in nessun altro modo”. E forse, credo anche Daenerys lo abbia capito, ad un certo punto, quando nella casa degli Eterni le viene concessa una seconda occasione per lasciarlo andare e lei la coglie.




Sono convinta che il percorso di Daenerys sarà ancora lungo. Ha bisogno di tempo per crescere i draghi e ne passerà di acqua sotto i ponti prima che potremo vederla armarsi e partire. Infondo la cometa rossa potrebbe essere un buon presagio per lei, no? E poi ci sono le sue visioni, nella casa degli Eterni, dove sembra arrivare a Nord, oltre la barriera.
Ok, ok. Fermo immediatamente la shipper malata che è in me prima di dare libero sfogo alle mie congetture romantiche che potrebbero portarmi a fantasticare su future relazioni con qualcuno che potrebbe scoprirsi suo parente …

Non guardatemi male, è la teoria più famosa del mondo!

Di cui comunque non voglio fare il nome …



Ok, basta!  Tutto questo fa male alla mia sanità mentale. Dovrei smetterla con le fanta-teorie!
Qui l’unico dato di fatto è che la storia di Daenerys sia ancora tutta da scrivere …
E lui non scrive.
Sono contrariata.
Per il momento possiamo solo fare ipotesi e scrivere fan fiction, stando attenti a non farci illusioni e tenendo ben a mente che il motto di Martin è MAI NA GIOIA!
In attesa della quinta stagione, dei libri e degli spoiler vi saluto.
A prestissimo, Mika.


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