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venerdì 3 aprile 2015
In uno scenario quasi da terza guerra mondiale tra no-fly zone e truppe armate, tra gli spietati Underwood e Petrov, tra Stati Uniti e Russia, io paradossalmente sintetizzerei questa decima puntata con una parola: famiglia. Con ciò non intendo solamente il classico nucleo costituito da genitori e figli, bensì qualsiasi tipo di relazione. 




La famiglia tradizionale in House of Cards è stata sempre etichettata come un ostacolo, un motivo di debolezza, ma rimane pur sempre un desiderio intrinseco nell'animo umano (vedasi da un lato i tentativi di Claire di rimanere incinta e dall'altro gli aborti). Negli ultimi episodi e soprattutto in questo, a mio parere, ciò è stato ribadito quasi per la totalità dei personaggi. Partiamo dall'analizzare il fulcro di questa puntata: la questione in Medioriente.



Dopo la missione fallita dei SEAL, la Russia procede inviando altri soldati verso la Valle del Giordano provocando la reazione di Israele che impone una no-fly zone solo per i russi. Claire tenta di risolvere la situazione per via diplomatica, ma con scarsi risultati. Dall'altra parte Petrov, incurante del divieto e ben consapevole del fatto che nessuno avrebbe mai abbattuto il suo aereo, vola fino alla base russa nella Valle. A questo punto Underwood decide di risolvere la situazione affrontando Petrov faccia a faccia. I due si ritrovano a discutere da soli all'interno di un bunker nel deserto, vestiti come semplici soldati.



Inizia il duello (verbale). Ognuno fa le proprie richieste in modo esplicito, sembra quasi che l'accordo sia raggiunto, ma Petrov fa una mossa inaspettata, richiede che Claire rassegni le dimissioni. Il presidente americano tenta invano di proporre delle alternative, ma il russo è irremovibile. Ha colpito Frank nel suo punto debole ("I don't see why Claire means so much to you."- "Because she means so much to you."). Petrov ha dimostrato che Frank non è stato in grado di capire che la confessione di Moryakov era un inganno a causa dell'amore per Claire, la sua famiglia. Ciò significa forse che in politica per questa non c'è spazio?



Probabilmente sì. Si prenda in considerazione la situazione di Jackie. Adesso è sposata con due figli e ciò sta iniziando a condizionarla non poco. Da prima la Dumbar, un paio di puntate fa, fa leva proprio sui bambini per far si che si crei la momentanea alleanza tra le due e in questo episodio parlando con il marito gli confessa di voler abbandonare la campagna elettorale dal momento che adesso ha dei figli a cui badare. Ma non è solo lei ad intenerirsi di fronte ad una famiglia felice, lo è anche sorprendentemente Doug. Per la prima volta riceve la visita dei suoi nipoti e questo lo fa riflettere, ha sempre pensato che l'avere una famiglia non lo avrebbe reso libero, ma il fratello gli dimostra il contrario. Se si parla di libertà un riferimento è d'obbligo a Gavin, il quale, dopo aver finalmente terminato il suo lavoro, può abbandonare gli USA, ma prima di farlo si deve assicurarsi che il suo amato porcellino d'India (la sua "famiglia" ) abbia una casa, per questo lo affida a Lisa. 



Detto ciò concluderei con la scena finale tra Frank e Thomas. Lo scrittore sta diventando un confidente sempre più importante per il Presidente, il quale si lascia andare in sua presenza. Cosa ci riserveranno i loro prossimi incontri? Ma soprattutto quanto gli ultimi eventi influenzeranno Claire, Frank e Petrov? 



Sta per avvicinarsi il finale di questa terza stagione di House of Cards, quindi non perdetevi l'undicesimo episodio "Chapter 37" !

1 commenti:

Ross ha detto...

Bellissima Recensione!

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