martedì 23 giugno 2015
Bei telefili e belle telefile,
ben(ri)trovati! Come avrete intuito, chi vi parla è la
vostra Tonks, di nuovo sui vostri schermi con una buona dose di demenza e una
gigantesca responsabilità: la prima stagione della serie di cui parlerò e, a
mio modesto parere, una vera e propria opera di genio.
Proprio così, gentile pubblico. Si tratta di True
Detective.
Domandina di scienze, visto che siamo in clima di
Maturità. Secondo voi, è possibile dichiararsi esseri umani e non innamorarsi
fin dalle prime puntate dell'universo creato da Nick Pizzolatto? Della
Louisiana becera e bellissima, dei dialoghi incalzanti, delle riprese perfette,
della recitazione dei protagonisti?
E, manco a dirlo, di lui.
Filosofo, tossicodipendente, geniale, interpretato in
modo sublime. In una parola, Rust Cohle. Credo di non essere la sola che ha
tutt'ora fede nell'avvento di uno spin off interamente incentrato sui suoi anni
sotto copertura.
Ecco, in sintesi, perché questa seconda stagione
suscita, in me e credo in voi tutti, grandi aspettative e un moderato terrore.
Senza la nostra amata coppia di detective, il Bayou,
Woody Harrelson e Matthew Cambiatiilcognomeperfavore, che cosa ci farà
trattenere il fiato? La California saprà dimostrarsi degradata, struggente,
poetica? L'attesa verrà ripagata? Le sopracciglia di Colin Farrel vengono
sfoltite apposta per sembrare sempre all'ingiù o sono paralizzate?
Beh, per dare un principio di risposta a queste – e
molte altre – domande, l'unica è mettersi davanti allo schermo armati di
fiducia e popcorn e gettarci in quello che, a tutti gli effetti, è un nuovo
mondo seriale.
Pronti? Si parte!
Cominciamo bene con la sigla, cantata da Leonard
Cohen. Okay, io ammetto di essere leggermente di parte, nel senso che, se me lo
leggesse lui, ascolterei senza fiatare il libretto d'istruzioni del frullatore
in Coreano. Sono passati circa due minuti e sono già tanto felicccce.
Passato il primo momento di estasi, ci troviamo in
un'auto, dove il famigerato Colin, da questo momento in avanti detective Ray
Velcoro, è impegnato nel Dialogo Standard Con Figlio Maschio del Padre da Film
Americano: sono sicuro che a scuola andrà tutto liscio, dài che il prossimo
week end vai in campeggio, a chi non piace il campeggio, siamo nella terra dei
forti e dei liberi, vai e spara alle alci, lo sai che ti voglio bene, ci
vediamo tra due settimane. Okay, più che altro è un monologo, perché Velcoro
Jr. riesce ad infilare si è no un paio di parole, per di più con l'entusiasmo
di un condannato alla ghigliottina.
Quando scende dalla macchina e attraversa il cortile
dell'istituto, papino lo tiene d'occhio, e non gli sfugge che un gruppo di
altri ragazzini lo bullizza per via della felpa che porta. La quale in effetti
è orribile, ma c'è modo e modo, oh.
Ci spostiamo in un ufficio, dove Velcoro si
intrattiene con quella che a prima vista mi sembra una psicologa (di cui
avrebbe comunque molto bisogno), ma in realtà è un avvocato. Le sta raccontando
una storia piacevolissima, ovvero quella del pestaggio e dello stupro subiti
dalla sua ex moglie diversi anni prima. Che bello ritrovare l'ottimismo nei
confronti della vita, da sempre caratteristica di questa serie.
Lo snodo cruciale, comunque, è questo: quando la donna
è stata violentata, probabilmente era già incinta dell'allora marito.
Attenzione. Probabilmente. Velcoro ringhia di non aver mai messo in dubbio la
paternità del bambino nato nove mesi dopo, ma l'avvocato sottolinea che si
tratta di una questione cruciale, dato che quello che lui sta tentando di
ottenere è l'affido del figlio. Per una serie di ottimi motivi, tra cui il
fatto che la madre è sparita per due mesi, per poi ritornare presentando
un'istanza di divorzio. Quando l'avvocato esprime le difficoltà oggettive del
caso, Velcoro Baffodoro non si lascia scoraggiare: tira fuori dalla tasca mezzo
chilo di banconote sudice e le sbatte sulla scrivania.
Ehm. Senza scomporsi nemmeno troppo, l'avvocato
domanda se ci siano dei lati oscuri nella carriera del detective, il quale ha
lavorato per anni a Los Angeles prima di trasferirsi a Vinci, la cittadina in
cui ci troviamo. Velcoro risponde di no con il tono in cui io esclamo “ne ho
mangiati solo due pezzetti!”, e parte quello che, a giudicare dall'assenza di
pornstache del nostro protagonista, è un flashback.
Già, anche per me: il locale in cui ci troviamo è
identico a quello in cui John Travolta e Bruce Willis si incontrano in Pulp
fiction. Mentre mi chiedo se si tratti di una citazione consapevole,
Velcoro raggiunge il tipo al bancone, un inedito Vince
Vaughn in versione solenne. Dal dialogo tra i due, è evidente che Vaughn
appartiene a una qualche organizzazione non proprio pulita, e che il detective
spera in lui per trovare chi ha fatto del male a sua moglie.
E poi saranno qatzi per tutti.
Vaughn, di cui non sappiamo ancora il nome, fornisce a
Velcoro una foto, assicurando che il soggetto non appartiene alle fila dei
“suoi ragazzi”; lui ringrazia come se gli avesse dato la ricetta dell'impepata
di cozze, e l'altro gli lascia intuire che si tratta di un favore che andrà
ripagato. Alla domanda su come stia sua moglie, Velcoro gira i tacchi e se ne
va, con quel tocco di maschia cafonaggine che hanno tutti i poliziotti tosti
della TV.
Tornando al presente, troviamo Vaughn in una casa a
dir poco meravigliosa,
mentre si abbottona la camicia elegante con la classe
di un bonobo. Per fortuna, a soccorrerlo interviene la moglie, che, alla
domanda “Cara, secondo te dovrei iscrivermi al Country Club?” risponde un “NO”
probabilmente motivato dal terrore di vederlo alle prese con la doppia
forchetta e le più generali norme di buona creanza. Va beh, cambio
inquadratura, carrellata di silos e altra deprimenza assortita, fino
all'ingresso di un casinò.
A quanto pare, come nei migliori cliché sulla mala,
Vaughn è il proprietario della struttura e, insieme alla moglie e a un
tirapiedi, sta aspettando qualcuno di nome Osip, che per lui ha una grande
importanza. Brutte notizie, tuttavia: sul giornale locale compare un articolo
dal titolo “Vinci è la cittadina più corrotta d'America?”.
Vaughn non si dimostra molto contento, soprattutto
alla luce di ciò che ne penserà il fantomatico Osip. Quando il tirapiedi gli
assicura che lui non verrà toccato, lo guarda come se fosse una lumaca
particolarmente grassoccia che gli sta davanti alle ruote della bicicletta, e
ordina di spedire Velcoro a “prendersi cura della faccenda”.
Carrellata su una macchina che imbocca l'autostrada;
sul sedile posteriore troviamo un tizio immobile che ha visto giorni migliori è
quello che mi pare
a) un avvoltoio morto
b) un cappotto orrendo
c) la cipolla,
però sono aperta ai suggerimenti del pubblico.
Ci spostiamo a casa di una Rachel McAdams in mutande,
che però deve aver litigato a morte con la parrucchiera.
Un tipo esce dalla stanza da letto, ed è intuibile che
i due stessero nel mezzo del cammin dello zumpa zumpa, quando qualcosa ha
spezzato l'atmosfera. Se avete capito cosa, fatemelo sapere nei commenti.
In ogni caso, quello che chiameremo Povero Pirla cerca
di coinvolgere Rachel in un discorso in stile “Che cosa siamo, noi due?” e lei
risponde qualcosa tipo “Aaw ma come sei carino, adesso però levati dar cazzo”.
Subito dopo la vediamo nelle sue vesti professionali:
in quanto membro del dipartimento dello sceriffo, ma irruzione in una
catapecchia dove un tipo gestisce 'ndrocchie 2.0. Niente prostituzione vera e
propria, le ragazze si spogliano in webcam. Mentre cerco di ricordare se esista
una legge contraria a ciò, dal piano di sopra scende una sventolona con dei
meravigliosi capelli verde comesichiama, alla quale Rachel si avvicina,
minacciosa. Forse per chiedere l'indirizzo dell'hair stylist.
Purtroppo, scopriamo che è la sorella della
poliziotta, la quale non pare una fan del porno online. Dialogo il cui succo è
“Ma che cosa piripicchio combini, scriteriata!”, “Zzzué, tu non mi capisci! Io
sono un'attrice!!1!1!1 Non è una zozzata, è arte, colpa tua se sei
frigida!1!1!”
Pare che prendere a schiaffi gli adulti in California
sia illegale, e Rachel non può fare altro che meditare sulla sceneggiatura che
le ha affibbiato parenti non proprio facilissimi. E' legale, invece, spogliarsi
in webcam, perciò tutti a casa, circolare gente, non c'è niente da vedere.
Carrellata di paesaggio urbano decadente, Velcoro che
trova un pizzino sul parabrezza e lo strappa. In commissariato, il suo capo e
un altro tizio sono in fermento per l'articolo sulla corruzione che aveva
turbato anche Vaughn; oltretutto, un certo Ben Caspere
(SCUSATE), consigliere comunale, è scomparso, e pare
che il sindaco non ne sia troppo contento. A Velcoro viene scaricato un partner
che pare non stargli troppo simpatico, ma Big Boss gli chiude la bocca
sottolineando lo sforzo che ha fatto per mettere al corrente pochissime persone
dell'inchiesta in corso.
Eccoci sull'autostrada, dove un agente di pattuglia in
moto nota il comportamento bizzarro se non pericoloso di una decapottabile
rossa. L'autista si rivela essere una bellissima bionda, palesemente sbronza e,
a giudicare dal bracciale alla caviglia, in libertà vigilata, la quale tenta
con ogni – e dico ogni – mezzo di convincere il poliziotto a non farle il
verbale.
A quanto pare, non funziona, perché subito dopo
scopriamo che la denuncia è stata sporta eccome. Peccato che la tizia fosse
un'attrice, forse famosa, forse protetta da qualcuno di importante, perché la
storia uscita sui tabloid è che Paul, il poliziotto, l'ha fermata e poi ha
accettato dei lavoretti sudombelicali come incentivo a lasciar correre il
tutto. Per questo atto illecito, che non ha commesso, il poveraccio viene
quindi posto in congedo amministrativo, o qualcosa di simile.
Per fortuna, il suo capo pare aver capito da che parte
stia la verità; viene implicato che i due abbiano prestata servizio insieme
nell'esercito, e ci sono riferimenti a qualcosa che si chiama Black Mountain e
che noi non sappiamo che cosa sia. Credo.
Passiamo ad un ricevimento, dove Vaughn incontra il
sindaco, anche lui fan del baffoporno, e c'è uno scambio di battute che
riguarda lo scomparso Caspere e la possibilità che escano nuove storie sui
giornali. La signora Vaughn allenta la tensione proponendo il cibo,
ma il tirapiedi intercetta il proprio capo e gli dà
pessime notizie: Caspere non si vede nemmeno al lavoro da due giorni. Vaughn è
inquietato da questo, dal prossimo arrivo del fantomatico Osip e dal fatto che
pure il tirapiedi, uno pagato per incensarlo, gli ripete di non iscriversi al
Country Club.
Frattanto, Velcoro e il suo partner interrogano
un'impiegata comunale sui movimenti di Caspere, e poi si recano al domicilio
dello scomparso. L'arredamento allegro e per niente inquietante, le bambole
sadomaso e i finti peni di ogni forma e colore ci suggeriscono che si tratti di
un tipo tranquillo. Aspettiamo con ansia il momento in cui guarderanno la
cronologia del computer.
Comunque, a prescindere dallo scheletro con la corona
e il velo, i quadri con più latex che altro e le mappe del tesoro appiccicate
ai libri, è chiaro che si è svolta una colluttazione: il caso è ufficialmente
un rapimento.
Ecco che il temuto Osip, una sorta di mafioso russo,
arriva al ricevimento; personalmente, la cosa che mi spaventa di più è la sua
cravatta.
Il gelo nella stanza fa pensare ad un passaggio di
Elsa, e quando Osip gli presenta il proprio avvocato la faccia di Vaughn urla
“emorroidi”. Per fortuna, interviene la moglie, che lo salva nuovamente: offre
champagne, si prende carico del Padrino del Cremlino e lo porta a conoscere
ggggente. Dietro ogni grande criminale c'è una grande donna.
Breve inquadratura della macchina con tizio morto. In
cui prendiamo coscienza che effettivamente il tizio è morto.
Altrove, Rachel McAdams e il suo partner sono stati
mandati a pignorare una casa, perché evidentemente avevano finito tutti i
compiti della settimana e la maestra non sapeva più come tenerli occupati. La
proprietaria del posto fa notare che ci si aspetterebbe che la polizia abbia di
meglio da fare. Tipo trovare sua sorella, che è scomparsa.
Il duo sollecita maggiori informazioni, e si scopre
che la ragazza ha lasciato il proprio appartamento senza dire alla coinquilina
dove sarebbe andata. Domandando dei posti in cui ha lavorato come colf, la
McAdams ha un sussulto: un istituto religioso (probabilmente, da bambino
Pizzolatto ha preso bacchettate sulle dita dai preti). Che si tratti
dell'istituto Panticapaeum?
Sì, conferma la donna, proprio quello. Qualunque cosa
comporti tutto ciò. Inoltre, viene affermato che la polizia è già a conoscenza
del caso, ma non ha mai fornito ai familiari della ragazza alcuna informazione.
Al ricevimento, Vaughn si affanna a fare un discorso
al posto di Caspere l'assenteista, e scopriamo il motivo del fermento nella
sala: si parla della costruzione di una ferrovia ad alta velocità adiacente ad
una valle non ancora edificata, la quale è già stata acquistata da diverse
compagnie con vari piani di sviluppo. Le cifre coinvolte nel progetto sono da
capogiro, ma a quanto pare il governo federale ha garantito che coprirà i costi
in eccesso. La notizia suscita più entusiasmo che la finale del Superbowl.
Frattanto, McAdams e Anonimo arrivano al Panticapaeum
(un nome più infelice sarebbe stato difficile da trovare). Qui, una sorta di
santone che pare un incrocio tra Red Canzian, l'orso Yogi e un hippie sul viale
tramonto sta facendo una filippica a gente seduta sui tappetini da ginnastica.
Decidendo di volersi preservare dal misticismo, i poliziotti interrogano due
signore delle pulizie, che confermano di aver lavorato con la ragazza
scomparsa, la quale si è licenziata un paio di mesi prima dicendo di aver
trovato un posto migliore. Speriamo non in senso metaforico.
Velcoro si mette un passamontagna e gonfia come un
otre il giornalista che ha scritto l'articolo sulla corruzione del comune. Un
uomo diretto, insomma.
Al Panticapaeum, scopriamo
1)
che il santone
attempato è il padre della povera McAdams;
2)
che ha dato alla
figlia il nome di Antigone.
Tra tutte le sfighe che le toccano, direi che questa è
la peggiore. Nonostante subito dopo emerga che l'altra figlia si chiama Athena
(“la dea dell'amore”...un applauso alla fregnaccia americana sulla mitologia
greca), che la madre delle due si è suicidata buttandosi in un fiume, che il
padre/Osho sa che la minore si mantiene col sesso in webcam, che Antigone è
divorziata e odia l'umanità. Ellamadonna, verrebbe da dire.
Se Atene (ah – ah) piange, Sparta non ride. Velcoro
sta salutando il figlio, Chad, prima che questi parta per il campeggio con la
madre e il suo nuovo compagno, e nota che il bambino non indossa le scarpe
nuove, che ha tanto desiderato. A domanda, Chad si impappina, e nonostante le
giustificate obiezioni del patrigno viene scrollato e preso a insulti finché
non ammette che un compagno di scuola le ha rubate dal suo armadietto e
distrutte con le forbici. Velcoro urla finché il figlio, terrorizzato, non gli
fa il nome del bullo e corre a rifugiarsi in macchina, seguito dal compagno
della madre.
Subito dopo, in auto, il detective registra un...boh?
Messaggio vocale? per Chad, scusandosi della reazione che ha avuto. E
svarionando sul fatto che da grande avrebbe voluto fare il balleri l'astronauta. Poi riceve una chiamata e
riparte, mentre Antigone (oddio. Poraccia, non ce la faccio) intima caldamente
all'anonimo collega di non parlare della sua famiglia. Daje torto.
Scena nello spogliatoio femminile del distretto di
polizia, in cui la ragazza si infila un pugnale nell'anfibio e forse pure
un'altro nella cintura.
Ricordate Paul, il poliziotto sospeso dall'incarico?
Eccolo che entra in una casa arredata da qualcuno con i miei stessi gusti
(molto rosa, moltissime farfalle in colori vivaci, la distinta impressione che
la proprietaria finirà sola con un gatto), e trova ad aspettarlo a letto una
sgnacchera a quanto pare molto felice di vederlo.
Molto, molto felice.
Nonostante sia tutto pronto per lo zumpa zumpa, lui si
sottrae, sostenendo di dover fare una doccia. La tipa chiede se può
insaponarlo, ma lui non cede, e il motivo è presto spiegato: la tappa bagno
serve a masticare una pillolina blu. Nel frattempo, Paul si spoglia, e diventa
evidente che
1)
potrebbe lavorare
a tempo perso per Abercrombie&Fitch
2)
ha delle brutte
cicatrici da ustione sulle spalle e sul petto.
Quando si palesa di nuovo nella stanza da letto, la
fanciulla appare seccata dal tempo che ha impiegato a lavarsi, ma vedendolo con
l'asciugamano in vita lo perdona.
Non che si possa biasimarla troppo.
Lasciamo il nostro Paul alle gioie del talamo e
torniamo ad Osip e Vaughn, che ho capito chiamarsi Frank. L'astuto e diabolico
piano di quest'ultimo è intascare i cospicui fondi federali destinati alla
costruzione della ferrovia, costruendo un'immensa ricchezza di cui possa
beneficiare tutta la loro organizzazione, qualunque cosa essa sia. Frank tenta
di convincere Osip che l'assenza di Caspere non cambia niente, ma lui non pare
intenzionato a dare il proprio assenso al progetto così, sull'unghia; Frank
riesuma la faccia da emorroidi, perché credeva fosse un accordo concluso.
Tuttavia, la diplomatica consorte deve avergli
insegnato qualcosa, perché mette su un sorriso passabile e consiglia ad Osip di
rilassarsi prima di cena. Un riposino, un po' di spumante (sperando che ci si
strozzi). Intanto, invia in direzione di Caspere una quantità di imprecazioni
da far fischiare le orecchie.
Velcoro, la cui grande competenza sociale ci è nota
dalle scene precedenti, si reca a casa del ragazzino che ha tagliuzzato le
scarpe a Chad e, dopo aver attirato in giardino lui e suo padre dicendo di
essere della polizia, pesta l'uomo, ripetendo al bambino che il genitore si sta
sacrificando per lui; è divertente, ora, vedere un'altra persona che soffre?
Eh?
Lo sfoggio di tale montessoriano metodo educativo
viene interrotto dalla solita scena “interno macchina con morto aggiso”, questa
volta in notturna; al termine, il cadavere viene scaricato e trascinato da
qualche parte.
Altrove, Paul e sgnacchera sono avvolti dal torpore
post – coito, e lei ha la buona idea di chiedergli come si sia procurato le
cicatrici.
No, scusate, ho sbagliato (tele)film. Lui le dice che,
a differenza di quello che si potrebbe pensare, risalgono a prima che entrasse
nell'esercito; dopodiché si alza, arrivederci amore ciao, perché deve andare a
lavorare, lui. In piena notte e quando è appena stato messo in congedo.
Tipa sarà anche tonta, ma non al punto da cascarci;
lui però la rassicura, sostenendo che si tratta di un favore che sta facendo ad
un amico.
Subito dopo, lo vediamo in moto in autostrada, senza
casco, a una velocità che per me potrebbe essere la qualunque, dato che non so
fare l'equivalenza con le miglia.
In un diner pulcioso completo di cantante che sembra
Joni Mitchell, Frank e Velcoro si fronteggiano. Il primo ha portato una
bottiglia di whisky pregiato che l'altro, nonostante le rimostranze, si scola
come se fosse Finkbrau.
La conversazione sembra quella tra due vecchiette che
s'incontrano al mercato; come te la cavi, come sta tuo figlio, sei poi andato
da quell'avvocata che ti avevo detto, ti vedi con qualcuno ultimamente? Una
donna, si sente in dovere di specificare Frank.
“Perché, chi altro dovrei vedere?”
No, purtroppo il criminale si limita a consigliare di
trovarsi una ragazza e in fretta, perché le donne salvano l'uomo dalla propria
bestialità intrinseca. E sanno anche fermare i gemelli delle camicie, in
effetti.
Inoltre, Frank racconta che lui e la moglie stanno
provando ad avere figli con la fecondazione in vitro. Il livello d'interesse di
Velcoro è più o meno questo.
Dal nulla (?!?) spunta il tirapiedi di Frank, e gli
suggerisce di raggiungere i suoi amichetti fighi in non so che bar. Lui
accetta, e Velcoro si fotte l'intera bottiglia di whisky.
Frattanto, Antigone è al casinò che
gioca&sbevazza; Paul guida come un pazzo a fari spenti nella notteeeeeh per
vedeeeeeere se è poi così difficile mooooriiiire. Ma uno normale, davanti alla
TV con una birra, no?
All'ultimo, il poliziotto riaccende i fari e sterza,
chiedendosi da solo “che credi di fare, testa di cazzo?”
Tuttavia, non c'è molto tempo per riflettere sul
tentativo di suicidio, perché c'è un uomo su una panchina al bordo della
carreggiata. Si tratta del cadavere scaricato dalla macchina, e Paul chiama
subito il 911. Poco dopo, arriva una telefonata a Velcoro, che si è
addormentato nel diner con il whisky da trecento bigliettoni in corpo: hanno
trovato Ben Caspere.
Quando il detective arriva sul luogo del ritrovamento,
a Paul si sono aggiunti il medico legale, che ha riconosciuto un'ustione da
caustici (il cadavere non ha gli occhi) e una ferita grave nella regione
pelvica, ma non ha ancora determinato la causa del decesso, e
Antigone&socio anonimo. Scambio di sguardi tra i tre – Colin Farrel
smascella per ragioni ignote, lei ha la faccia di una a cui hanno fregato il
parcheggio davanti a casa, Paul ha una curiosa somiglianza con un Backstreet
Boy scelto a caso – e carrellata finale sulla California di notte.
Beh, che dire?
Cominciamo dalle note positive. La colonna sonora, gli
interpreti e la regia, da sempre tre punti di forza assoluti di True
Detective, come si dice in gergo gggiovane “tengono botta”. Così
l'ambientazione, cupa quanto suggestiva.
Quello che mi ha lasciato perplessa è l'enorme
quantità di carne al fuoco già messa in questo episodio. Senza citare le storie
collaterali, abbiamo un poliziotto corrotto, un mafioso, una poliziotta col
padre che sembra uno dei New Trolls, un membro della pattuglia autostradale
traumatizzato da chissà che, un morto, una ragazza scomparsa, un Russo con un
pessimo gusto in fatto di cravatte e chi più ne ha più ne metta. Riuscirà la
sceneggiatura a tenere tutto insieme?
In secondo luogo, non vorrei mai che, per il desiderio
di mostrare qualcosa di forte, il dramma umano dei protagonisti venisse
caricato troppo, al punto da risultare poco credibile. E l'ex moglie stuprata,
e il bambino vittima di bullismo, e la sorella che fa porno, e la madre
suicida, e le cicatrici di eziologia ignota, e e e. Calmamose oh.
Nonostante questo, la mia natura è ottimista; do un
otto d'incoraggiamento, perché la qualità tecnica superlativa del prodotto è
mantenuta e in effetti sì, non vedo l'ora di vedere la prossima puntata (promo
qui).
Nell'attesa di poterla commentare con voi, vi ricordo
di spolliciare la nostra pagina e di seguirci su Twitter, per tutte le novità
sulle vostre serie preferite!
Ringrazio con il mio piccolo cuoricino di pietra gli admin di Rachel McAdams Italia e True Detective ITA, che hanno pubblicato la recensione. Orsù, passate a mipiacciare da quelle parti.
Ringrazio con il mio piccolo cuoricino di pietra gli admin di Rachel McAdams Italia e True Detective ITA, che hanno pubblicato la recensione. Orsù, passate a mipiacciare da quelle parti.
Vi lascio con una consapevolezza importante: non
bisogna iscriversi al Country Club.
A prestissimo,
Tonks
.
Etichette:Recensioni True Detective
Iscriviti a:
Commenti sul post
(Atom)
Reign cancellato?
A quanto pare non avremo una quinta stagione di Reign . Si concluderà con la quarta stagione, anche a causa di importanti uscite di a...

0 commenti:
Posta un commento