Recensioni

Quale, tra le nuove serie di questo Autunno, è la tua preferita?

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mercoledì 1 luglio 2015


Cinefili, colinfarrelefici, telecinefili e telecinesi (?),
buon pomeriggio, o buona ora prescelta per questa recensione; benvenuti ad una nuova puntata de Il disagio di non capire una cioffola armena di ciò che sta succedendo, AKA la seconda stagione di True Detective. Credo che alla fine del percorso avrò seriamente bisogno di
a) un cardiologo
b) un esperto di borsa&finanza.
Mentre scorro gli annunci di Astra, perché anche le cartomanti non fanno mai male, lanciamoci senza indugio nel guazzabuglio che ci attende. All'armi, miei prodi!





Esordiamo con Vince Vaughn, che ho identificato alfine come Frank Seymons, il quale pensa bene di svegliare la moglie in piena notte per comunicarle che ci sono due macchie di umidità sul soffitto. Lei risponde con una variante educata di quello che avremmo risposto tutte (una parola che inizia con “v” e fa rima con “mulo”), ma non riesce ad evitare una discesa nella filosofia: che cosa significa, esattamente, essere ricchi? A che cosa servono tanti terreni, se non si ha un erede? Mica si portano nella tomba.



E' straniante che un gangster pronunci parole che ho sentito ripetere spesso a mia nonna. La signora sottolinea che, in gioventù, si sono fatti un discreto mazzo entrambi, ed ora è comunque meglio avere le palanche che far la fame. Quale saggezza.



Nonostante le sue evidenti speranze di girarsi dall'altra parte e ritrovare il sonno, la donna viene precettata da Frank e dalla prima storia strappalacrime dell'episodio.
Spoiler: no, non è anche l'ultima.
In soldoni (sono una persona orribile, sarei in grado di riassumere Il libro cuore con la passione di un documentario sulle aragoste), il nostro amico mafioso è cresciuto a Chicago, con un padre affezionato alla bottiglia. E anche piuttosto fesso, dal momento che, per assicurarsi che non accadesse nulla al figlio mentre lui era fuori a bere, lo chiudeva nello scantinato per la notte.



Una sera, tuttavia, l'hanno arrestato e non è più tornato per tre giorni. L'allora piccolo Frank ha finito il cibo, e ovviamente, dato che al peggio non c'è mai fine, si è fulminata la lampadina. Prima che me lo chiediate, sì; era pieno di topi. La morale è che l'irresponsabile genitore è tornato e l'ha tirato fuori, ma, da allora, lui non ha mai smesso di chiedersi che cosa sarebbe accaduto se non fosse stato così. Dunque, le macchie di umidità lo disturbano perché è come se gli dicessero che tutto quello che possiede è fatto di cartapesta.



Vi prego, ditemi che il nesso è sfuggito anche a voi.
Abbandoniamo le sottigliezze e ci dedichiamo ai cadaveri, nello specifico quello di Ben Caspere; un medico legale che sembra la versione invecchiata di Raj Kutrapali stabilisce l'ora della morte, e la presenza nel sangue di generose dosi di Xanax e alcol. Oltre che del bacillo della gonorrea, e la cosa non ci stupisce. L'acido che ha divorato gli occhi del poveretto è idrocloridrico, il lavoro di precisione.



Frattanto, la polizia di Vinci e quella di stato si stanno litigando il cadavere: Velcoro e il collega avevano già iniziato le indagini sulla scomparsa dell'uomo, ma è stato Paul, agente del secondo organo governativo, a trovare il corpo, proprio mentre si apriva un'inchiesta sulle accuse mosse dai giornali all'amministrazione della città. Oops.



I rappresentanti della polizia di stato offrono a Paul di ripulirlo dalle accuse mossagli dall'attrice, ad una condizione: verrà nominato, anche se a titolo provvisorio, detective, e avrà l'incarico ufficiale di indagare sull'omicidio. In via ufficiosa, invece, dovrà ficcare il naso nella corruzione che permea Vinci, raccogliendo prove per il Gran Giurì. In cambio, la promozione potrebbe diventare definitiva – il nostro eroe, tuttavia, chiede una sola cosa: di poter tornare il sella alla propria moto. Fa quasi tenerezza.



E questa è la storia di come anche Paul compaia in obitorio, con Velcoro Baffodoro e Tuo Padre Ti Ha Dato Un Nome Che Denuncia Odio. Il medico legale spiega al terzetto che il povero Caspere è stato legato a testa in giù per diverso tempo, e subito dopo vediamo Antigone (mi piange il cuore a scriverlo) nell'ufficio del proprio capo, dove c'è la stessa agente che ha parlato con Paul.
Questa riassume – a beneficio soprattutto nostro – la situazione: data la possibilità di un insabbiamento da parte della polizia di Vinci, Antigone è stata messa a capo delle indagini, con Velcoro come secondo. Il detective ha fama di essere corrotto, e dunque potrebbe essere una gatta da pelare; inoltre, la morte di Caspere è importante, perché apre una finestra su tutto.



Tutto cosa?, domanda, non senza ragione, la nostra bella Rachel Antigone. Antigone Bezzerides, poveraccia, roba da tornare dal parco giochi piena di lividi. Al che, l'agente le chiede se sappia qualcosa di Vinci, e comincia a spiegarci: si tratta di una cittadina nata all'inizio del Novecento come “oasi del vizio”,



(so sorry not sorry) che, a partire dagli anni Venti, è diventata un polo industriale. I residenti sono pochissimi, e in compenso vi si possono trovare l'aria più inquinata dello Stato e tonnellate di rifiuti tossici.
Una brochure del villaggio vacanze, praticamente.
Anche Velcoro sta ascoltando una storia; il narratore è il sindaco col pornstache, che ricorda di come i rossi (una meravigliosa definizione da pensionato torinese) avessero cercato di impedire a suo nonno l'industrializzazione dell'area. Oggi, sostiene l'uomo, la gente continua a tentare di mettergli i bastoni tra le ruote; Caspere era uno degli artefici di un progetto grazie al quale la città di Vinci avrebbe potuto trattenere il 75% degli introiti statali negli anni successivi, guadagnando uno scherzetto tipo novecento milioni di dollari.



Non ho capito né il perché né il percome. Se, tra i lettori, qualcuno è ferrato su queste cose, lo/la prego di contattarmi e illuminarmi. Comunicazione di servizio terminata.
Il sindaco sottolinea che quei soldi sono un compenso:Vinci prospera, nonostante la depressione economica dilagante.
La conclusione è che Velcoro deve mantenere le redini dell'indagine, ed assicurarsi che non ci siano sorprese. Uhm.



I tre dell'Ave Maria vengono informati sulla causa ultima della morte: infarto indotto dal trauma (?). Il cadavere ha delle ferite severe alla pelvi, e sembrano provocate da proiettili belli grossi; è stato legato post mortem, con un filo di nylon.
Come c'era da aspettarsi, Seymons non è troppo contento della fine fatta dal socio in affari, su cui prontamente lo informa Velcoro. L'uomo spiega al detective che era intrallazzato ben bene con il morto, e che ha bisogno che il caso venga risolto in fretta. I due si scambiano una battuta che non colgo, ma che forse fa ridere.



Due scene senza particolare senso (Velcoro che cerca di cacciare degli immigrati da un luogo in cui ci sono dei rifiuti tossici e una panoramica del raccordo autostradale), e troviamo Paul in una di quelle casette prefabbricate, o forse addirittura in una roulotte. La donna bella e volgare con cui cena è la madre; a tratti, l'ambiente è teso – lei gli intima di non fare cazzate (sic) come chiamarla ma', perché ormai è troppo tardi -, ma tanto il nostro ottimo amico continua ad avere il pathos di un peperone. Dopo averlo stuzzicato sull'argomento ragazze, la donna gli offre di restare a dormire, e non capiamo bene se accetti o no: è sul letto della sua vecchia stanza, a fumare guardando un film di Clint Eastwood.



Velcoro e Bezzerides si recano a casa di Caspere, dove un altro funzionario sta cercando di comparare gli oggetti presenti e quelli denunciati all'assicurazione, per capire che cosa sia stato rubato. Lei ha la sorpresa dell'arredamento eccentrico, e poco dopo sono in macchina, in una scena che ricorda i nostri amati Marty e Rust. Solo che qua non capiamo quale dei due sia quello normale.



In ogni caso, lei fuma la sigaretta elettronica e lui dice qualche considerazione profonda a riguardo. Andiamo avanti.
E torniamo a Semyons, che, a quanto pare, ha il fuoco al posteriore. Infatti, aveva investito in un progetto, con l'aiuto di Caspere, il quale gli faceva da banca; long story short, ha dato al consigliere dei fondi, con i quali lui avrebbe dovuto farlo entrare in una compagnia chiamata Catalast. Questo, però, non è mai avvenuto, e l'uomo è morto con i soldi dell'altro in tasca, o da qualche parte che non è segnata su un registro fiscale. Frank non pare fidarsi dell'uomo con cui sta trattando, che gli risponde di darsi una calmata, perché “non siamo gangsters”.



Comunque sia, la situazione è delicata: Seymons aveva investito tutto nell'affare con Caspere, il quale, a quanto pare, ha fatto la bella vita con il suo denaro. Il suo interlocutore gli propone un nuovo affare, ma l'uomo non possiede liquidi sufficienti. In macchina, sfascia anche un paio di occhiali da lettura. Attenzione, si avvicina il momento “e sono qatzi per tutti”.



Apprendiamo, infatti, che l'unica speranza di riacciuffare i soldi risiede in Velcoro (dalle mie parti si dice “suma bin ciapà”, siamo messi bene), e  che Seymons ha ipotecato la casa e la sala da gioco per poter prendere parte al progetto con Caspere. Un genio, in pratica.
Intanto, Velcoro e Bezzerides stanno interrogando il sindaco, il quale racconta le solite scemenze ed aggiunge che, a una festa d'inaugurazione, circa un mese prima, Caspere si era presentato con una donna che Ern, il portavoce e unico dotato di neuroni nella giunta comunale, ricorda si chiamasse Tasha. C'è stato un litigio tra i due, al termine del quale entrambi hanno lasciato il party.
Siparietto in cui Ern – salvaci – tu afferma che “il signor Caspere era molto devoto alla propria comunità”, e Antigone risponde “Già, una comunità di novantacinque abitanti”.



In un hangar che forse è un ufficio (ammazza che poracciata), Paul porta dati bancari e legali del morto all'attenzione di Dixon, il partner di Velcoro, lamentandosi del fatto che un “finocchio” ci abbia provato con lui in banca. A parte la solidarietà col malcapitato, la risposta dell'uomo più anziano -  “E perché avresti dovuto prendertela?” - è da Oscar.
In un'epidemia di sass galoppante, esce fuori che l'unica stranezza è il prelievo di 4000 dollari effettuato da Caspere ogni mese, in corrispondenza con giorni lasciati vuoti sulla sua agenda, dalla quale Velcoro e Bezzerides hanno dedotto che l'uomo vedeva uno psichiatra. Nelle date del prelievo, il GPS della macchina era inattivo, e qui abbiamo una sorpresa: l'auto, una Mercedes, era in leasing non con il comune di Vinci, ma con un'azienda, la Catalast.



Brace yourselves, folks: è in arrivo il secondo momento strappalacrime. Velcoro molla Bezzerides a smazzarsi i conti del deceduto e corre a prendere Chad, che quel weekend è con lui, ma al suo posto trova l'ex moglie. La quale non è troppo entusiasta della scenata avvenuta poco prima sotto gli occhi del suo nuovo compagno, né, soprattutto, sulla notizia del pestaggio del padre del bullo, che si è diffusa in fretta. Non solo minaccia un'ordinanza restrittiva e il tentativo di ottenere l'affidamento esclusivo, ma anche il test del DNA sul ragazzino, e ci va giù pesante: accusa Velcoro di essere una persona cattiva e di fare del male al figlio con la sola presenza. Quando lui prova ad accennare alla vendetta sullo stupratore, la donna gli intima di tacere, dicendo che sa benissimo che Velcoro non l'ha fatto per lei. Il detective è distrutto, e ripete più volte che Chad è la sua unica ragione di vita.
Fate pure, il cuore non mi serviva.



Intanto, un tizio viene pestato da due brutti ceffi, e sopraggiunge Semyons, all'apparenza per dargli una mano; tuttavia, mentre lo aiuta ad alzarsi, lo minaccia pesantemente su un giro di scommesse avvenuto a Vinci, per poi lasciarlo terrorizzato e tremolante. Capiamo così che il piano per riprendersi i capitali fregati da Caspere ha avuto inizio.



La coppia di ferro (V&B, sono troppo pigra per scriverli interi) si reca dallo strizzacervelli di Caspere, il quale lavora in una clinica che è un gioiello di architettura coloniale, californiana ed europea ad un tempo. Non ho ben capito che razza di posto sia: alcuni pazienti hanno chiaramente subito interventi estetici, altri...boh? Ad ogni modo lo psichiatra, una sorta di Renato Zero sotto acidi, racconta di aver trattato il consigliere per le sue nevrosi e i problemi d'ansia, oltre che per il senso di colpa, causato da un problema specifico: la dipendenza dalle belle e giovani escort. Non ha mai sentito nominare alcuna Tasha, ma assicura che Caspere non era un tipo violento, semmai passivo.


Subito prima che i due se ne vadano, storia strappalacrime numero tre: l'uomo ha notato il cognome di Antigone, e chiede se lei sia imparentata con Elliot Bezzerides, il fondatore della comunità della Brava Gente (non so se mi ricordi di più un manifesto elettorale o un volantino del catechismo). Lei risponde che si tratta di suo padre, e sottolinea di essersi lasciata tutto alle spalle. A domanda – più o meno -, afferma che, quando era piccola, nella comunità c'erano cinque bambini: oggi, due sono in galera e due si sono suicidati. L'ultima è diventata una detective.



Dopo la solita carrellata di raccordi, vediamo Semyons che entra nell'ufficio del sindaco, per consegnargli la tangente mensile sul giro di poker del casinò; gli mancano, tuttavia, diecimila dollari, ed invita l'altro ad essere paziente e ad attendere che lui rientri in possesso di liquidi. Il politico lo informa che qualcuno è già pronto a sostituirlo nella gestione dell'affare, e Frank sbotta, ricordandogli che sono sei anni che si occupa del giro, sistemando tutti i guai ad esso correlati – ha dimenticato, il sindaco, di quell'incidente d'auto? Di come suo figlio fosse strafatto di cocaina?



L'uomo si lancia in una filippica, ben mirata, sulla delusione costituita dagli eredi, e l'altro gli confessa che chiunque abbia ucciso Caspere ha i suoi soldi in tasca: il denaro è sparito, ma i terreni che avrebbero dovuto essere acquistati con esso non esistono. Il sindaco non si lascia commuovere, anzi: le offerte per il giro di tangenti sono tante, e si sente obbligato a prenderne in considerazione alcune, mentre Frank, che è così industrioso, si tira fuori dai guai. Prima di lasciar prevalere l'ira,



l'affarista chiede di poter avere una decina di minuti da solo con l'assassino di Caspere, quando lo troveranno. Non vorrei essere nei panni del tizio.
Frattanto, in macchina, Velcoro propende per l'ipotesi del ricatto finito male: i giri di escort significano malavita, e se aggiungiamo le torture subite dal morto e la casa a soqquadro...Bezzerides, ad ogni modo, non è convinta: una simile ferocia, per lei, può ricollegarsi solo a qualcosa di più oscuro. Di comune accordo, decidono di mandare Paul nei night club, e ad estorcere informazioni alle prostitute. Chissà come mai.



Dicevo, decisione condivisibile. I due continuano a parlare, e Antigone nota come ci siano centinaia di persone in strada: il detective le spiega che si tratta di immigrati irregolari sfruttati dai capitalisti del luogo, e alla sua replica indignata pronuncia la famosa frase della locandina, “otteniamo il mondo che ci meritiamo”. Preso l'abbrivio di questa fantastica e leggera conversazione, lei gli chiede perché si trovi a Vinci; Velcoro afferma di essere stato a Los Angeles, ma di aver avuto bisogno di orari fissi e una paga migliore. Aveva un figlio, dice.



Aggiunge che è a conoscenza delle voci sul suo conto: avrebbe assassinato lo stupratore della moglie, fatto affari con diverse cosche, ceduto ad ogni possibile vizio. Lei domanda se ci sia qualcosa di vero, e la risposta di lui glissa sul resto, per concentrarsi sulla parte dei vizi.
Anche Antigone affronta interrogativi spiacevoli: perché porta tutti quei coltelli addosso (“Potresti fare questo lavoro, se sapessi che chiunque incontri è in grado di sopraffarti fisicamente? La differenza tra i sessi è che uno può uccidere l'altro a mani nude”), e che cosa diavolo è questa Brava Gente. La risposta è vaga: una comune hippie estesa agli anni Ottanta.



Quando sta per scendere dall'auto, Velcoro condivide con la ragazza la sua impressione che l'intera indagine sia stata costruita per non funzionare: il Gran Giurì ha ingaggiato lei e Paul, e non una schiera di investigatori federali. Antigone, che deve aver saltato i corsi di relazione con il pubblico che si tengono in tutti i telefilm polizieschi, risponde con una domanda diretta: lui, Velcoro, quanto è corrotto?
La risposta è “Buonanotte”.



Altrove, piccoli problemi di cuore: Sgnacchera, AKA la ragazza di Paul, ha trovato un giornale in cui si parla dello scandalo con l'attrice. Lui le racconta a grandi linee come sono andate le cose, ed aggiunge che, alla fine dell'incarico corrente, sarà promosso detective. Sgnacchera non è soddisfatta, poiché nell'articolo viene citata la sicurezza della fantomatica Black Mountain, di cui lei sa poco o nulla. L'agente le chiude la bocca che manco in Fight club: a quanto pare, la prima regola del deserto è



Ad ogni modo, lei deve aver sopportato anche troppo, perché, quando lui le dice che deve seguire il nuovo lavoro andando al Sud, lo invita caldamente a non tornare. C'è qualcosa di sbagliato, in lui; qualcosa che lei, per quanto si impegni, non è in grado di risanare. Lui ripete circa diciassedici volte che è colpa di lei, non sua, nella più classica delle tecniche di auto convincimento.
Penso che questo significhi bye – bye Sgnacchera, e piango gli ormoni caduti durante questa scena.



Frank, intanto, gestisce la propria piccola indagine privata su Caspere recandosi in un night club che pare avere lasciato lui stesso in gestione ad un chicano inquietante con paradenti in oro zecchino. Qui, incontra una ragazza che riconosce la foto del consigliere e racconta di aver preso parte ad un festino in un pied – à – terre che quest'ultimo possedeva ad Hollywood; nega che l'uomo avesse manifestato tendenze aggressive. Al contrario, ciò che più gli interessava era guardare.
Bezzerides, in accappatoio, sta cercando siti di escort



quando riceve una chiamata dal suo partner, che sta continuando a seguire il caso della scorsa puntata, quello della ragazza scomparsa, che aveva portato i due all'Istituto Penticapaeum. Ha rintracciato l'ultima telefonata ricevuta dalla donna al vecchio indirizzo, fatta dal numero di una cittadina vicina, ma non ha molte altre informazioni.
Nel solito diner infestato dalla cantante che si crede Joni Mitchell, Frank prende posto davanti a Velcoro e gli racconta la scoperta della casa in cui Caspere portava le ragazze. Aspettandosi forse un biscottino.



Quando Seymons dice che, se le cose vanno lisce, potrebbe renderlo capo della polizia di Vinci entro un anno, il detective non dimostra interesse; nel sapere che la paga gli permetterebbe di assoldare un avvocato coi fiocchi, si limita a rispondere che il motivo per cui, anni prima, si è messo in affari con Frank (circostanza che, apprendiamo, ha riguardato un cadavere) gli è appena stato sottratto per sempre.
L'altro, che ha comunque degli assi nella manica, gli fa notare come potrebbe spedirlo in galera prima che riesca a dire Quidditch.



Velcoro ripete di essere stanco, e per tutta risposta riceve una mazzetta e l'invito a non dirlo mai più. Per la serie prendi&porta a casa.
Quando il malavitoso lascia il bar, una cameriera carina con una grossa cicatrice ci prova decisamente con il detective, invitandolo ad andare con lei nel posto da cui viene – un paesino in America Latina, credo. Lui pare insensibile alle avances, e, malmostoso, parte per andare a controllare l'appartamento di Caspere.

E qui.

Qui inizia la sequenza al cardiopalmo, quella che ha minato seriamente la mia salute psicofisica.



Infatti, Velcoro entra, e si rende subito conto che qualcosa non va. Una radio è accesa, ci sono macchie di sangue fresco sul pavimento. Il detective si volta, rapido, ma non è abbastanza: un uomo con una maschera da corvo gli spara al ventre. E poi, di nuovo, al petto.
Lui sussulta, a terra, ferito presumibilmente a morte, e LA PUNTATA FINISCE.
CHE COSA??



Non posso farcela. Soprattutto sotto esame, sono delicata, incapace di sopportare questi shock senza reliquati.
Ma soprattutto.
Sono l'unica a cui la puntata è sembrata cinquantaquattro minuti di noia e quattro di puro terrore?
Ho intenzione di mettere un sette e mezzo perché scalfire la mia fede in Pizzolatto è difficile, ma tutte queste sottotrame difficili da capire mi sono parse a un punto di stallo, seguire sta diventando un problema e anche i dialoghi hanno meno verve del solito.


Ovviamente, grazie a questo cliffhanger starò a contare i giorni che mi separano dal prossimo episodio (promo qui), ma mi considero perplessa.
Voi che ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti!

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Ringrazio con il mio piccolo cuoricino di pietra gli admin di Rachel McAdams Italia e True Detective ITA, che hanno pubblicato la recensione. Orsù, passate a mipiacciare da quelle parti.

Un bacio e alla prossima settimana,
                                                                                           Tonks 




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