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Quale, tra le nuove serie di questo Autunno, è la tua preferita?

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sabato 5 novembre 2016
Dire che attendevo con ansia questa serie è dire poco. Sin dal primo trailer, circa un anno fa, non ho fatto che aspettare la messa in onda. Ci sono tutti gli elementi di cui gli amanti dei period drama non possono fare a meno, e per chi come noi è da poco orfano di Downton Abbey e non riesce ad aspettare un anno per la prossima stagione di Victoria, di sicuro è una ventata d’aria fresca.




Tanta era l’attesa per questo primo episodio che ho cominciato a leggere ogni articolo, intervista e recensione possibile, perciò avevo un’idea abbastanza chiara di quello che mi sarei trovata di fronte.
Varie testate specializzate sostengono che The Crown sia una serie lenta, e sebbene sia a tratti vero, noi rilanciamo dicendo che se avessimo voluto vedere una serie “veloce” non avremmo cercato la storia della monarca più longeva del nostro secolo.




 L’impressione che viene dal primo episodio è che quella di una serie antologica, molto attenta ai dettagli, alle date, ai nomi di ogni singolo personaggio, ma non per questo arida. Ci hanno presentato l’intera famiglia reale, lo staff e i principali leader politici ed in poche battute sono stati capaci di dare profondità ad ogni personaggio.

La storia di The Crown è la storia della Monarchia Inglese dal dopoguerra ad oggi, è la storia di uno dei Paesi più forti e influenti, è la nostra storia. E spero che sarete d’accordo con me nell’ affermare che una storia così importante può permettersi  e non può fare a meno di avere ritmi meno incalzanti.

Il primo episodio di The Crown vede un’Elisabetta giovane e piena di vita, molto lontana dalla figura imponente della regina così come la conosciamo oggi. È molto più una principessa che un’erede al trono, probabilmente è convinta, come tutti, che i tempi siano acerbi e che il regno del padre sia ancora lungo.
Vero protagonista dell’episodio, e come risulta dalle indiscrezioni, anche della prima parte di questa stagione, è sua maestà Giorgio VI.  Probabilmente molti di voi avranno visto "Il discorso del Re", con Colin Firth, la sua fu un’interpretazione da premio oscar, difficile da superare. Ma Jared Harris è stato più che all’altezza del compito. Il suo Giorgio VI, invecchiato e provato dai compiti istituzionali, è un uomo che non può concedersi il lusso del riposo e deve dimostrare costantemente agli altri, ma soprattutto a se stesso, di essere perfettamente in grado di regnare.


Gli eventi principali descritti in questo primo episodio vanno dal 1947 al 1951, siamo all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e sebbene il conflitto sia finito, le tensioni che lo hanno caratterizzato permangono. Come il forte sentimento anti-tedesco che getta un ombra sulle nozze di Elisabetta.
La famiglia di Filippo di Edimburgo infatti, nonostante sia strettamente imparentata, da parte di madre, con la famiglia reale inglese (sono entrambi discendenti della Regina Victoria) si trova in una posizione scomoda. Tre delle quattro sorelle maggiori di Filippo erano sposate con ufficiali delle SS e non furono invitate al matrimonio. Alla madre, Alice di Battenberg, invece, era stata da tempo diagnosticata una schizofrenia che la costringeva a vivere in solitudine.
Nonostante il parere sfavorevole della corte, del governo e dei sondaggi popolari circa il matrimonio con un principe straniero, (Filippo era principe di Grecia) i due riescono a ottenere il consenso sperato e convolano a nozze, regalandoci qualche momento di pura tenerezza. Come quando Filippo dà coraggio a Lillibeth nel pronunciare i voti nuziali.


Mi dispiace che non abbiano mostrato il primo incontro tra i due sposini, la loro è una storia molto romantica. Pare che Elizabeth si fosse innamorata di Filippo appena dodicenne e che per anni, oltre ad una fitta corrispondenza, abbia tenuto la foto del duca di Edimburgo nella propria stanza.
Roba da celebrity crush proprio. Comunque, Claire Foy è stata estremamente brava nel rappresentare Elisabetta in questa fase, quella che la vede come una donna innamorata, appena conscia di quello che la aspetterà, ciecamente devota al marito e alla famiglia. Nonostante il suo retaggio regale, non era poi tanto diversa dalle sue coetanee dell’epoca e non tutti riescono a cogliere il suo potenziale, tranne sua nonna ovviamente, Maria di Teck.



Ma in pochi si preoccupano dell’effettiva preparazione della Principessa, Giorgio VI è giovane e il suo regno si prospetta ancora lungo. O almeno è questa l’immagine che si cerca con forza di trasmettere all’opinione pubblica e alle forze politiche.
La verità è che le condizioni di salute del Re sono precarie, più di quanto egli stesso sappia e più di quanto i medici siano disposti a rivelargli. Giorgio VI, Bertie per i familiari più stretti, è malato di tumore ma nessuno sembra avere il coraggio di pronunciare la parola.
Il momento nel quale gli viene finalmente rivelata la natura del suo male è quello in cui realizziamo la più grande contraddizione dell’essere sovrano. Giorgio VI è la prima carica dello Stato, leader indiscusso, eppure non è padrone del suo corpo.
Perché sapere di essere gravemente malati può influire sulla propria predisposizione al lavoro e perché il popolo non può permettersi di avere come sovrano un uomo a un passo dalla morte, debole, che non è in grado di alzarsi dal letto.

È solo da qualche anno che si è cominciato a rivolgere l’attenzione alla figura di Giorgio VI, questo secondogenito balzato a Re nel modo più scandaloso e improvviso possibile, per l’abdicazione del fratello maggiore (ne sapremo di più nei prossimi episodi), un uomo che ha dovuto guidare un Paese in guerra, un uomo consumato dalla malattia e dal dovere e che ha dovuto lasciare questa enorme responsabilità nelle mani di una figlia troppo giovane.  E visto lo spessore del personaggio, direi che era anche ora di dargli spazio. Possiamo facilmente immaginare che il suo senso del dovere sia stato di ispirazione a Elisabetta nella gestione del suo regno così come lo conosciamo oggi.

Solo dopo aver compreso la gravità della sua condizione, Bertie decide di introdurre la sua primogenita ai doveri regali.  Pur tenendo all'oscuro la propria famiglia dalla verità, prepara il terreno per la seconda era elisabettiana. E sa bene che per farlo, oltre a addestrare la figlia ai ruoli che la attendono, dovrà convincere Filippo a mettere da parte la propria carriera, solo così potrà essere in grado di servire sua moglie una volta sul trono, e con essa il Paese intero.





Probabilmente le parole del Re non basteranno a convincere il Duca di Edimburgo della gravità del compito che lo attende e Elizabeth dovrà affrontare nuovamente la questione, una volta sul trono. Ma non sarà certo l’unica sfida che la principessa vedrà sul proprio cammino. La presenza ingombrante di Winston Churchill, lo spirito irrequieto della sorella Margaret e un paese intero convinto che sia troppo giovane e inesperta sono solo alcuni degli ostacoli che la vedremo affrontare nei prossimi episodi. Per ora la lasciamo ancora ignara di quello che l’aspetta, in partenza per il Tour del Commonwealth.
Comunque andrà, sappiamo che ne tornerà completamente cambiata.
Perché le contraddizioni di essere Re sono nulla rispetto a quelle di essere Regina.

E voi? Che impressione vi ha lasciato questo primo episodio? Continuerete a vedere la serie? Vi aspetto tra i commenti per discuterne.

Nel frattempo ci rivediamo Venerdì prossimo  per la recensione del secondo episodio! Seguiteci su Diretta Telefilm per rimanere aggiornati sui nostri ultimi post!
Un piccolo ringraziamento alle pagine che mi condividono:




2 commenti:

Claudia P ha detto...

"Giorgio VI è la prima carica dello Stato, leader indiscusso, eppure non è padrone del suo corpo." Ho adorato questa frase quanto ho adorato Giorgio VI, un personaggio di cui conosco poco ma che mi ha colpito sin da subito per la forza con la quale cela la sua segreta debolezza. Detto ciò amo il Cast e amo Elisabetta. Non vedo l'ora di vedere il secondo episodio. Bellissima recensione ross <3

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