Un'eternità di miseria. Un'eternità di miseria è quella che augurerei volentieri a tutti i nomi sulla mia lista nera: il bambino che all'asilo mi tirava sempre i capelli, Wes Gibbins, Walder Frey, e primo tra tutti, Damon Salvatore.

Sogno o son desta? Insomma se bastava mettere Paul Wesley a dirigere per ottenere un episodio simile ragazzi licenziate tutti gli altri e date a quest'uomo un posto fisso dietro la telecamera. Perchè non so voi, ma credo che questo sia stato uno degli episodi più belli di questa stagione. Non perchè sia successo chissà cosa, ma finalmente i protagonisti sono i veri protagonisti. Potrei non essere del tutto obiettiva dato che in camera ho dei santini di Bonnie Bennett vicino ai poster di Lee Ryan dei Blue, comunque questo episodio è stato gioia per i miei occhi. Se poi ci mettete come bonus che dopo 7 anni Matt Donovan ha fatto finalmente qualcosa di buono, allora mi domando di nuovo: Sogno o son desta?

Anni ed anni di sfortune amorose e di nasi sanguinanti. Morti e resurrezioni, un fidanzato che l'ha tradita con la ex che non era nemmeno esattamente in vita, un migliore amico che ha preferito chiudersi in una bara invece che starle vicino, un anno passato a fare da àncora patendo le sofferenze di tutti gli esseri che la attraversavano. Ha dovuto mettere a repentaglio la sua vita innumerevoli volte per garantire l'incolumità ai suoi amici. Chi mai può invidiare una vita così? 

Ma oggi signori e signore, mentre era seduta su quel divano, con quella chitarra in mano, avrei voluto con tutta me stessa essere Bonnie Bennet. Scatto felino, e ormoni di tutte le telespettatrici che toccano picchi storici con un solo coro in sottofondo "Vai Bonnie sei tutte noi!"

Udite udite, questa settimana ci è stato regalato un episodio più attivo e movimentato di mia nonna finalmente. La cosa migliore della puntata comunque è stata l'assenza di Matt Donovan, che è stato solo nominato una volta in 45 minuti. Spero che possa usare tutto questo tempo libero per frequentare un corso di utilità al Cepu insieme a Del Piero.

Ben ritrovati miei cari vampirofili! Eccoci qui dopo un mese di pausa e di aspettative, che sono state in parte soddisfatte e in parte no. Mi aspettavo una puntata con i controfiocchi, ma così non è stato. Del resto non è stato nemmeno un episodio "pesce d'aprile" se così vogliamo dire. Visto l'andazzo che sta prendendo la serie, penso che non possiamo lamentarci di questa puntata che ci ha mostrato un po' più di azione rispetto alle precedenti e che ha fatto ritornare in sè alcuni personaggi che avevano un po' perso la bussola (ogni riferimento è puramente casuale caro DAMON SALVATORE).

Immagino che sia così che ci si sente quando ci si accorge che al peggio non c'è mai fine. Quando ci si accorge di aver adorato per 7 anni il Salvatore sbagliato. Quando alla fine di un episodio non hai nemmeno più le forze per imprecare e le energie per arrabbiarti con chi sta rovinando quello che è stato per tanto tempo uno dei tuoi telefilm preferiti...

In vista del crossover ero più eccitata di una bambina la mattina di Natale. Ora, non che mi aspettassi un matrimonio lampo a Las Vegas tra Klaus e Caroline, ma immaginate il mio disappunto quando la bella bionda arriva a New Orleans con tanto di pargole al seguito, e per tutta risposta si sente dire che l'amore della sua vita (perchè io ho deciso così) non si vede da 3 anni. Klaus Mikaelson, WHERE THE HELL ARE YOU?

Prima regola del Mystic Fight Club: non si parla del Mystic Fight Club.

Seconda regola del Mystic Fight Club: non si parla del Mystic Fight Club.

Terza regola del Mystic Fight Club: prendete Julie Plec e pigliatela a mazzate sui denti per aver potuto partorire un episodio del genere che per me è un grande ed immenso NO.